
29 Maggio 2013
Intervento di Rosy Bindi alla Camera sulla mozione riforme costituzionali
Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, quando ho avuto l'onore di intervenire sul voto di fiducia al Governo, certa di interpretare anche la volontà e la sensibilità di alcuni colleghi del nostro gruppo, assicurai un sostegno leale al Governo, a partire dai dubbi che avevo, e che tuttora sussistono, sulla formula politica che ha dato origine a questo Governo. Fu una fiducia non in bianco, appunto, da verificare intorno alle scelte e ai contenuti dell'azione del Governo. La mozione che ci apprestiamo a votare oggi rappresenta, in qualche modo, un punto davvero cruciale nel rapporto tra Parlamento e Governo, per la delicatezza della materia e anche, in un certo senso, per la irritualità con la quale stiamo procedendo.
Intervento di Rosy Bindi alla Camera sulla mozione riforme costituzionali
Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, quando ho avuto l'onore di intervenire sul voto di fiducia al Governo, certa di interpretare anche la volontà e la sensibilità di alcuni colleghi del nostro gruppo, assicurai un sostegno leale al Governo, a partire dai dubbi che avevo, e che tuttora sussistono, sulla formula politica che ha dato origine a questo Governo. Fu una fiducia non in bianco, appunto, da verificare intorno alle scelte e ai contenuti dell'azione del Governo. La mozione che ci apprestiamo a votare oggi rappresenta, in qualche modo, un punto davvero cruciale nel rapporto tra Parlamento e Governo, per la delicatezza della materia e anche, in un certo senso, per la irritualità con la quale stiamo procedendo.
29 Maggio 2013
Documento in merito alla mozione sul processo di riforma costituzionale
In merito alla mozione di maggioranza oggi in votazione a Camera e Senato relativa al processo di riforma costituzionale, pur apprezzando i miglioramenti introdotti rispetto all'impianto originario, manifestiamo le seguenti preoccupazioni...
Documento in merito alla mozione sul processo di riforma costituzionale
In merito alla mozione di maggioranza oggi in votazione a Camera e Senato relativa al processo di riforma costituzionale, pur apprezzando i miglioramenti introdotti rispetto all'impianto originario, manifestiamo le seguenti preoccupazioni...
27 Maggio 2013
Legge elettorale, tre criteri per ripensarla
di Michele Nicoletti
Sarebbe del tutto irresponsabile intervenire sulla legge elettorale, dopo anni di tentativi naufragati, varando meccanismi che sottraggono ai cittadini il potere di determinare con il proprio voto l’indirizzo politico del governo. Sarebbe la smentita più clamorosa di un prospettiva riformatrice delle istituzioni che ha caratterizzato i democratici italiani con l’Ulivo prima e il PD poi e sarebbe un colpo mortale assestato al Parlamento che verrebbe accusato dai cittadini di essere un’assemblea inconcludente, incapace di produrre stabili assetti di governo. Lavoriamo piuttosto su alcune modifiche all’attuale legge elettorale che potrebbero consentire non solo la realizzazione di quella norma di salvaguardia che oggi si invoca, ma anche il rafforzamento di quella democrazia dell’alternanza che deve rimanere l’obiettivo fondamentale di chi sogna un Paese “normale”.
Legge elettorale, tre criteri per ripensarla
di Michele Nicoletti
Sarebbe del tutto irresponsabile intervenire sulla legge elettorale, dopo anni di tentativi naufragati, varando meccanismi che sottraggono ai cittadini il potere di determinare con il proprio voto l’indirizzo politico del governo. Sarebbe la smentita più clamorosa di un prospettiva riformatrice delle istituzioni che ha caratterizzato i democratici italiani con l’Ulivo prima e il PD poi e sarebbe un colpo mortale assestato al Parlamento che verrebbe accusato dai cittadini di essere un’assemblea inconcludente, incapace di produrre stabili assetti di governo. Lavoriamo piuttosto su alcune modifiche all’attuale legge elettorale che potrebbero consentire non solo la realizzazione di quella norma di salvaguardia che oggi si invoca, ma anche il rafforzamento di quella democrazia dell’alternanza che deve rimanere l’obiettivo fondamentale di chi sogna un Paese “normale”.
24 Maggio 2013
Riforme costituzionali, i limiti necessari
di Franco Monaco - da L'Unità
Con questa settimana prende il via il processo delle riforme, della legge elettorale e della seconda parte della Costituzione. L'attenzione dei media e della pubblica opinione è concentrata sul primo fronte, quello della correzione ovvero della rimozione del Porcellum. Lo si può comprendere. Esso ha dato un contributo determinante a scavare un solco profondo tra cittadini elettori e istituzioni politiche. Ma sarebbe un errore abbassare la soglia della vigilanza sul fronte non meno delicato delle riforme costituzionali. Sia circa gli strumenti e il metodo della revisione, sia circa il merito e segnatamente sulla forma di governo: parlamentare, pur con misure tese al rafforzamento dei poteri del premier, ovvero semipresidenziale. Data la complessità della materia, mi limito ad alcuni caveat preliminari.
Riforme costituzionali, i limiti necessari
di Franco Monaco - da L'Unità
Con questa settimana prende il via il processo delle riforme, della legge elettorale e della seconda parte della Costituzione. L'attenzione dei media e della pubblica opinione è concentrata sul primo fronte, quello della correzione ovvero della rimozione del Porcellum. Lo si può comprendere. Esso ha dato un contributo determinante a scavare un solco profondo tra cittadini elettori e istituzioni politiche. Ma sarebbe un errore abbassare la soglia della vigilanza sul fronte non meno delicato delle riforme costituzionali. Sia circa gli strumenti e il metodo della revisione, sia circa il merito e segnatamente sulla forma di governo: parlamentare, pur con misure tese al rafforzamento dei poteri del premier, ovvero semipresidenziale. Data la complessità della materia, mi limito ad alcuni caveat preliminari.
23 Maggio 2013
Stamina, è prevalso il buon senso
di Margherita Miotto - da L'Unità
Sul metodo “Stamina” il Pd ha fatto un buon lavoro, con un approccio rigoroso e attento alle ragioni dei pazienti e della comunità scientifica. Il via libera del Parlamento alla sperimentazione è una risposta istituzionale a una situazione di emergenza in cui hanno giocato diversi fattori che vanno attentamente considerati e che è utile ricordare. Il metodo messo a punto da Stamina e Medestea, come ha ricordato anche l’Unità nei giorni scorsi, è già utilizzato grazie ad una convenzione con la regione Lombardia presso l’ospedale pubblico di Brescia; numerose sentenze della magistratura hanno ordinato l’avvio dei trattamenti o la loro prosecuzione; un’intensa campagna mediatica ha sostenuto e dilatato le aspettative di migliaia di famiglie e malgrado le critiche della comunità scientifica l’intervento legislativo era vissuto come un atto di ostilità nei confronti di chi si batte per alleviare le sofferenze di tanti piccoli pazienti.
Stamina, è prevalso il buon senso
di Margherita Miotto - da L'Unità
Sul metodo “Stamina” il Pd ha fatto un buon lavoro, con un approccio rigoroso e attento alle ragioni dei pazienti e della comunità scientifica. Il via libera del Parlamento alla sperimentazione è una risposta istituzionale a una situazione di emergenza in cui hanno giocato diversi fattori che vanno attentamente considerati e che è utile ricordare. Il metodo messo a punto da Stamina e Medestea, come ha ricordato anche l’Unità nei giorni scorsi, è già utilizzato grazie ad una convenzione con la regione Lombardia presso l’ospedale pubblico di Brescia; numerose sentenze della magistratura hanno ordinato l’avvio dei trattamenti o la loro prosecuzione; un’intensa campagna mediatica ha sostenuto e dilatato le aspettative di migliaia di famiglie e malgrado le critiche della comunità scientifica l’intervento legislativo era vissuto come un atto di ostilità nei confronti di chi si batte per alleviare le sofferenze di tanti piccoli pazienti.
10 Maggio 2013
Bindi: «Attento Pd, rischiamo di apparire correi di Berlusconi»
di Federico Geremicca - da La Stampa
Scandisce bene le parole, quasi che il farlo potesse servire a controllare il travaglio perfino la rabbia che la tormenta: «È l'anniversario dell'assassinio di Aldo Moro, e io non accetto paragoni tra allora e oggi: nel '76 si affrontò l'emergenza cercando di costruire il futuro,adesso tentiamo malamente di chiudere con il passato. È per questo che noi dobbiamo sostenere con lealtà il governo, ma sapendo che non è il governo del Partito democratico; io, personalmente, farò quanto possibile: ma avendo chiaro che il Pd che ho in testa e non credo di esser la sola è un partito alternativo alla destra. L'idea che è giunto il tempo di una "pacificazione" col berlusconismo, è irricevibile: venti anni di storia non si cancellano così».
Bindi: «Attento Pd, rischiamo di apparire correi di Berlusconi»
di Federico Geremicca - da La Stampa
Scandisce bene le parole, quasi che il farlo potesse servire a controllare il travaglio perfino la rabbia che la tormenta: «È l'anniversario dell'assassinio di Aldo Moro, e io non accetto paragoni tra allora e oggi: nel '76 si affrontò l'emergenza cercando di costruire il futuro,adesso tentiamo malamente di chiudere con il passato. È per questo che noi dobbiamo sostenere con lealtà il governo, ma sapendo che non è il governo del Partito democratico; io, personalmente, farò quanto possibile: ma avendo chiaro che il Pd che ho in testa e non credo di esser la sola è un partito alternativo alla destra. L'idea che è giunto il tempo di una "pacificazione" col berlusconismo, è irricevibile: venti anni di storia non si cancellano così».
06 Maggio 2013
Un errore le larghe intese, meglio un governo istituzionale
di Franco Monaco - da L'Unità
Votai contro il via libera della direzione Pd a un governo di larghe intese a tutto tondo politico, cui avrei preferito un governo istituzionale, meno politicamente impegnativo e coinvolgente. Anche per ragioni di metodo e di coerenza nella linea politica. Troppe le oscillazioni: nel giro di due mesi siamo passati dal governo per il quale si era cercato il sostegno del M5S, al governo di minoranza che altri avrebbero dovuto «non impedire», al governo di scopo o del presidente, sino appunto al governissimo cui siamo nostro malgrado approdati un’ora prima delle consultazioni al Quirinale. Concedendo a Enrico Letta ciò che Bersani, e noi con lui, rifiutammo subito dopo il voto: un governo Bersani che il Pdl si rese immediatamente pronto a sostenere.
Un errore le larghe intese, meglio un governo istituzionale
di Franco Monaco - da L'Unità
Votai contro il via libera della direzione Pd a un governo di larghe intese a tutto tondo politico, cui avrei preferito un governo istituzionale, meno politicamente impegnativo e coinvolgente. Anche per ragioni di metodo e di coerenza nella linea politica. Troppe le oscillazioni: nel giro di due mesi siamo passati dal governo per il quale si era cercato il sostegno del M5S, al governo di minoranza che altri avrebbero dovuto «non impedire», al governo di scopo o del presidente, sino appunto al governissimo cui siamo nostro malgrado approdati un’ora prima delle consultazioni al Quirinale. Concedendo a Enrico Letta ciò che Bersani, e noi con lui, rifiutammo subito dopo il voto: un governo Bersani che il Pdl si rese immediatamente pronto a sostenere.
05 Maggio 2013
Bindi: «Serve un leader di garanzia»
di Claudia Terracina - da Il Messaggero
«Dobbiamo avere il coraggio di un’analisi profonda su questi ultimi mesi, parlando anche delle divisioni e delle riserve nei confronti di questo governo. Io continuo a battermi per l’idea dell’Ulivo, che è il progetto fondante del Pd e che non è stato realizzato. Quanto a Prodi, mai dire mai. Ma occorre un percorso senza ipocrisie che ci consenta di fare appello a tutte le intelligenze, le esperienze e le volontà di cui dispone il Pd perché è nostro compito rimetterci in sintonia con il Paese e con i suoi bisogni per ricostruirlo».
Bindi: «Serve un leader di garanzia»
di Claudia Terracina - da Il Messaggero
«Dobbiamo avere il coraggio di un’analisi profonda su questi ultimi mesi, parlando anche delle divisioni e delle riserve nei confronti di questo governo. Io continuo a battermi per l’idea dell’Ulivo, che è il progetto fondante del Pd e che non è stato realizzato. Quanto a Prodi, mai dire mai. Ma occorre un percorso senza ipocrisie che ci consenta di fare appello a tutte le intelligenze, le esperienze e le volontà di cui dispone il Pd perché è nostro compito rimetterci in sintonia con il Paese e con i suoi bisogni per ricostruirlo».
29 Aprile 2013
L'intervento di Rosy Bindi sulla fiducia al governo
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signore Ministre e signori Ministri, colleghe e colleghi, non le mancherà la nostra fiducia, Presidente, che vogliamo annunciarle insieme a sinceri auguri di buon lavoro per questo Governo, che giustamente ha definito al servizio del Paese perché davvero sia così e lo sia dentro quel programma, giustamente ambizioso, che ci ha presentato. Vogliamo anche accompagnare la nostra fiducia con la forza che noi riteniamo debba avere nel viaggio che l'attende in Europa, perché quell'Europa politica che ha rappresentato e che rappresenta il sogno di tutti noi, sul quale abbiamo costruito la nostra politica, si possa davvero realizzare attraverso quei passi che oggi l'Europa deve fare, anche in controtendenza con i passi che ha seguito fin qui.
L'intervento di Rosy Bindi sulla fiducia al governo
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signore Ministre e signori Ministri, colleghe e colleghi, non le mancherà la nostra fiducia, Presidente, che vogliamo annunciarle insieme a sinceri auguri di buon lavoro per questo Governo, che giustamente ha definito al servizio del Paese perché davvero sia così e lo sia dentro quel programma, giustamente ambizioso, che ci ha presentato. Vogliamo anche accompagnare la nostra fiducia con la forza che noi riteniamo debba avere nel viaggio che l'attende in Europa, perché quell'Europa politica che ha rappresentato e che rappresenta il sogno di tutti noi, sul quale abbiamo costruito la nostra politica, si possa davvero realizzare attraverso quei passi che oggi l'Europa deve fare, anche in controtendenza con i passi che ha seguito fin qui.
21 Aprile 2013
«Con noi in Parlamento gente inadeguata, gli errori di Pier Luigi sono iniziati lì»
di Sebastiano Messina - da La Repubblica
«La mia lettera di dimissioni è del 10 aprile, ma il mio dissenso risale ad alcuni mesi fa, quando si è iniziato a "far girare la ruota", come dice Bersani. Che noi avessimo, e abbiamo bisogno tuttora, di un rinnovamento della classe dirigente, è fuori discussione. Che il modo per ottenere il risultato fosse quello che ha realizzato Bersani, mi ha trovato profondamente contraria da molto tempo. Ma soprattutto abbiamo portato in Parlamento, con le primarie, alcune persone che in questi giorni hanno dimostrato di non avere consapevolezza del proprio compito, in un momento in cui va rilanciato il ruolo del Parlamento. Abbiamo fatto un'operazione d'immagine, abbiamo ceduto con un atteggiamento un po' demagogico a questa richiesta del "tutti a casa". Perché io non credo che siamo tutti uguali. Non credo che portiamo tutti la stessa responsabilità di quello che è successo in questo Paese negli ultimi vent'anni».
«Con noi in Parlamento gente inadeguata, gli errori di Pier Luigi sono iniziati lì»
di Sebastiano Messina - da La Repubblica
«La mia lettera di dimissioni è del 10 aprile, ma il mio dissenso risale ad alcuni mesi fa, quando si è iniziato a "far girare la ruota", come dice Bersani. Che noi avessimo, e abbiamo bisogno tuttora, di un rinnovamento della classe dirigente, è fuori discussione. Che il modo per ottenere il risultato fosse quello che ha realizzato Bersani, mi ha trovato profondamente contraria da molto tempo. Ma soprattutto abbiamo portato in Parlamento, con le primarie, alcune persone che in questi giorni hanno dimostrato di non avere consapevolezza del proprio compito, in un momento in cui va rilanciato il ruolo del Parlamento. Abbiamo fatto un'operazione d'immagine, abbiamo ceduto con un atteggiamento un po' demagogico a questa richiesta del "tutti a casa". Perché io non credo che siamo tutti uguali. Non credo che portiamo tutti la stessa responsabilità di quello che è successo in questo Paese negli ultimi vent'anni».
16 Aprile 2013
L'intellettuale che precorse la strada verso il Pd
di Fulvio De Giorgi - da L'Unità
Venticinque anni fa le Brigate Rosse assassinavano nella sua stessa casa il prof. Roberto Ruffilli. Non si trattava di un politico di lungo corso e non rappresentava, certamente, i Poteri forti del nostro paese. Era un intellettuale, un professore di storia. Ma era da sempre impegnato nel dibattito civile e proprio tale impegno lo aveva infine portato, in quegli anni, alla responsabilità di parlamentare della Repubblica. Egli si era inoltre speso generosamente nelle discussioni sulle riforme istituzionali, che nel contesto delle difficoltà e del declino della cosiddetta prima Repubblica si andavano allora sviluppando. Quando tra noi più giovani amici si diffuse la notizia che le Br lo avevano ucciso, il dolore acutissimo, per la perdita di una persona cara, si unì allo sgomento perché mai avremmo pensato che questo nostro fratello maggiore, così buono, così mite, così dolce, potesse avere nemici.
L'intellettuale che precorse la strada verso il Pd
di Fulvio De Giorgi - da L'Unità
Venticinque anni fa le Brigate Rosse assassinavano nella sua stessa casa il prof. Roberto Ruffilli. Non si trattava di un politico di lungo corso e non rappresentava, certamente, i Poteri forti del nostro paese. Era un intellettuale, un professore di storia. Ma era da sempre impegnato nel dibattito civile e proprio tale impegno lo aveva infine portato, in quegli anni, alla responsabilità di parlamentare della Repubblica. Egli si era inoltre speso generosamente nelle discussioni sulle riforme istituzionali, che nel contesto delle difficoltà e del declino della cosiddetta prima Repubblica si andavano allora sviluppando. Quando tra noi più giovani amici si diffuse la notizia che le Br lo avevano ucciso, il dolore acutissimo, per la perdita di una persona cara, si unì allo sgomento perché mai avremmo pensato che questo nostro fratello maggiore, così buono, così mite, così dolce, potesse avere nemici.
16 Aprile 2013
«Il cittadino-arbitro», in ricordo di Roberto Ruffilli nel 25° del suo assassinio
di Paolo Rappuoli
Il 16 aprile 1988, alla notizia del brutale assassinio, forse l'ultimo delle Brigate Rosse, di Roberto Ruffilli, in molti si interrogarono su chi fosse e perché i terroristi lo avessero individuato e ucciso. Per una tragica assurdità, furono proprio i brigatisti a comunicare con lucidità le motivazioni del loro gesto, nell'incipit dell'agghiacciante volantino con cui rivendicarono l'omicidio: «Sabato 16 aprile un nucleo armato della nostra Organizzazione ha giustiziato Roberto Ruffilli ideatore del progetto politico di riformulazione dei poteri e delle funzioni dello Stato nonché suo articolatore concreto». Chi era Roberto Ruffilli? Non solo il «... mite uomo di pensiero e di studio...» che alcune biografie cercarono di accreditare nel tentativo di sminuire la portata politica dell'attacco subito.
«Il cittadino-arbitro», in ricordo di Roberto Ruffilli nel 25° del suo assassinio
di Paolo Rappuoli
Il 16 aprile 1988, alla notizia del brutale assassinio, forse l'ultimo delle Brigate Rosse, di Roberto Ruffilli, in molti si interrogarono su chi fosse e perché i terroristi lo avessero individuato e ucciso. Per una tragica assurdità, furono proprio i brigatisti a comunicare con lucidità le motivazioni del loro gesto, nell'incipit dell'agghiacciante volantino con cui rivendicarono l'omicidio: «Sabato 16 aprile un nucleo armato della nostra Organizzazione ha giustiziato Roberto Ruffilli ideatore del progetto politico di riformulazione dei poteri e delle funzioni dello Stato nonché suo articolatore concreto». Chi era Roberto Ruffilli? Non solo il «... mite uomo di pensiero e di studio...» che alcune biografie cercarono di accreditare nel tentativo di sminuire la portata politica dell'attacco subito.
15 Aprile 2013
«No ai veti su Prodi»
di Carlo Fusi - da Il Messaggero
Rosy Bindi non accetta veti su Romano Prodi candidato al Colle. Né dal centrodestra né – ed è un argine tutt’altro che secondario - dall’interno del Pd. «Perché Prodi è una autorità in Italia e nel mondo e perché il Pd o è ulivista, e l’Ulivo è Prodi, oppure smarrisce la sua identità». Ed anche – la Bindi non lo dice ma è conseguenziale nel ragionamento – la sua ragione politica. «Non credo che il Pd possa accettare che il fondatore dell’Ulivo, e quindi di fatto anche del Pd medesimo; il premier che ci ha fatto entrare nell’euro; che ha rimesso a posto – soprattutto nel secondo mandato dopo il disastroso quinquennio 2001-2006 della destra – i conti pubblici; che è stato presidente della Commissione Ue; che in questo momento è uno dei pochissimi italiani che ricoprono incarichi internazionali di natura istituzionale, che in Cina e in India tutti sanno chi è, venga trattato così. Questo davvero no, non lo possiamo accettare».
«No ai veti su Prodi»
di Carlo Fusi - da Il Messaggero
Rosy Bindi non accetta veti su Romano Prodi candidato al Colle. Né dal centrodestra né – ed è un argine tutt’altro che secondario - dall’interno del Pd. «Perché Prodi è una autorità in Italia e nel mondo e perché il Pd o è ulivista, e l’Ulivo è Prodi, oppure smarrisce la sua identità». Ed anche – la Bindi non lo dice ma è conseguenziale nel ragionamento – la sua ragione politica. «Non credo che il Pd possa accettare che il fondatore dell’Ulivo, e quindi di fatto anche del Pd medesimo; il premier che ci ha fatto entrare nell’euro; che ha rimesso a posto – soprattutto nel secondo mandato dopo il disastroso quinquennio 2001-2006 della destra – i conti pubblici; che è stato presidente della Commissione Ue; che in questo momento è uno dei pochissimi italiani che ricoprono incarichi internazionali di natura istituzionale, che in Cina e in India tutti sanno chi è, venga trattato così. Questo davvero no, non lo possiamo accettare».
11 Aprile 2013
«Niente baratti sul Quirinale»
di Federico Geremicca - da La Stampa
Vuole dirlo con la minor carica polemica possibile «e per questo scriva che a parlare è l'onorevole Bindi: semplicemente l'onorevole Bindi, e non il presidente dell'Assemblea nazionale del Pd». Però lo dice: «E faccio questa riflessione adesso perché il confronto sul futuro presidente della Repubblica è cominciato, e io credo che per il Quirinale si debba andare ad una soluzione cristallina. Il Capo dello Stato è garante di tutti se applica la Costituzione, non se è più o meno ostile o gradito ad una parte. Leggo che negli incontri avviati da Bersani si starebbe parlando del Colle e non del governo, che le due questioni sono separate e che baratti non ne accettiamo. Sono d'accordo: nessun baratto. Ma questo deve valere anche per noi: nessuno scambio improprio, nemmeno per ottenere il "si parta" per il cosiddetto governo di minoranza, come sostiene Vendola».
«Niente baratti sul Quirinale»
di Federico Geremicca - da La Stampa
Vuole dirlo con la minor carica polemica possibile «e per questo scriva che a parlare è l'onorevole Bindi: semplicemente l'onorevole Bindi, e non il presidente dell'Assemblea nazionale del Pd». Però lo dice: «E faccio questa riflessione adesso perché il confronto sul futuro presidente della Repubblica è cominciato, e io credo che per il Quirinale si debba andare ad una soluzione cristallina. Il Capo dello Stato è garante di tutti se applica la Costituzione, non se è più o meno ostile o gradito ad una parte. Leggo che negli incontri avviati da Bersani si starebbe parlando del Colle e non del governo, che le due questioni sono separate e che baratti non ne accettiamo. Sono d'accordo: nessun baratto. Ma questo deve valere anche per noi: nessuno scambio improprio, nemmeno per ottenere il "si parta" per il cosiddetto governo di minoranza, come sostiene Vendola».
20 Febbraio 2013
«Questa è pubblicità regresso, Berlusconi inganna gli elettori»
di Alessandra Longo - da La Repubblica
«Ma questa è pubblicità regresso! È un'offesa all'intelligenza degli italiani». Rosy Bindi, dalla Calabria, dove fa la capolista per la Camera, commenta l'ultima trovata del Cavaliere, la lettera sull'Imu. Nei comizi, nelle piazze calabresi, in tanti si sono presentati con quel foglio in mano, ricevuto nella cassetta di casa in mezzo alle bollette. «Vada per il fotoromanzo della sua vita che Berlusconi inviò anni fa agli italiani ma questa volta è peggio, si sta giocando con la vita delle persone. Questa è pubblicità ingannevole, ed è anche un'altra ferita alle istituzioni. Sembra una lettera mandata dall'Ufficio delle Entrate. Si è appropriato in piena campagna elettorale di una funzione istituzionale. C'è gente che è venuta qui, agli incontri promossi dal Pd, con la lettera in mano. Ma si può scherzare con l'essenziale, si possono fare i fuochi d'artificio su un terreno così sensibile?».
«Questa è pubblicità regresso, Berlusconi inganna gli elettori»
di Alessandra Longo - da La Repubblica
«Ma questa è pubblicità regresso! È un'offesa all'intelligenza degli italiani». Rosy Bindi, dalla Calabria, dove fa la capolista per la Camera, commenta l'ultima trovata del Cavaliere, la lettera sull'Imu. Nei comizi, nelle piazze calabresi, in tanti si sono presentati con quel foglio in mano, ricevuto nella cassetta di casa in mezzo alle bollette. «Vada per il fotoromanzo della sua vita che Berlusconi inviò anni fa agli italiani ma questa volta è peggio, si sta giocando con la vita delle persone. Questa è pubblicità ingannevole, ed è anche un'altra ferita alle istituzioni. Sembra una lettera mandata dall'Ufficio delle Entrate. Si è appropriato in piena campagna elettorale di una funzione istituzionale. C'è gente che è venuta qui, agli incontri promossi dal Pd, con la lettera in mano. Ma si può scherzare con l'essenziale, si possono fare i fuochi d'artificio su un terreno così sensibile?».
18 Febbraio 2013
«Ora l'ultima sfida è quella di convincere i delusi»
di Simone Collini - da L'Unità
Il senso di responsabilità contro il voto di protesta. Per Rosy Bindi è tra queste due opzioni che si giocherà la partita, in questi ultimi giorni di campagna elettorale. La presidente del Pd, candidata capolista in Calabria, dice che «il fallimento della destra è sotto gli occhi di tutti, soprattutto nel Mezzogiorno», ma che l'avversario da battere, adesso, è «la tentazione che può esserci in tanti elettori di rinunciare, di dire sono tutti uguali, l'idea che non c'è niente da fare e che quindi è meglio astenersi o dare un voto di protesta, di rifiuto, un voto antisistema. Io capisco la rabbia, la sfiducia, ma non è con le proposte irrealizzabili o pericolose di Grillo che si risolvono i problemi».
«Ora l'ultima sfida è quella di convincere i delusi»
di Simone Collini - da L'Unità
Il senso di responsabilità contro il voto di protesta. Per Rosy Bindi è tra queste due opzioni che si giocherà la partita, in questi ultimi giorni di campagna elettorale. La presidente del Pd, candidata capolista in Calabria, dice che «il fallimento della destra è sotto gli occhi di tutti, soprattutto nel Mezzogiorno», ma che l'avversario da battere, adesso, è «la tentazione che può esserci in tanti elettori di rinunciare, di dire sono tutti uguali, l'idea che non c'è niente da fare e che quindi è meglio astenersi o dare un voto di protesta, di rifiuto, un voto antisistema. Io capisco la rabbia, la sfiducia, ma non è con le proposte irrealizzabili o pericolose di Grillo che si risolvono i problemi».
10 Febbraio 2013
Bindi: «Manderemo a casa Scopelliti»
da Calabria Ora
Rosy Bindi ha due idee in testa: commissariare il commissario Scopelliti e porre a Monti il problema dell'Udc regionale - qui in Calabria alleato di Scopelliti - e spiegargli che la politica dei due forni non è più possibile. In sostanza la Bindi vorrebbe mandare a casa il governatore e si capisce anche che le piacerebbe farlo d'autorità, certa com'è che a Monti, dal 25 febbraio in poi, potrà chiedere ciò che vuole. Ospite della sede regionale di Calabria Ora a Cosenza, la capolista per il Pd alla Camera dei deputati arriva di buon'ora. Ad attenderla c'è il direttore Piero Sansonetti, il suo vice Davide Varì, i colleghi Antonio Cantisani, Teresa Munari, Bonaventura Scalercio. L'idea di Sansonetti è quella di una intervista a più voci all'unica leader nazionale che è stata catapultata in Calabria per vincere le elezioni: il direttore vuole poter raccontare ai calabresi cos'è che la Bindi porterà via di questa terra, quando il fracasso elettorale sarà spento.
Bindi: «Manderemo a casa Scopelliti»
da Calabria Ora
Rosy Bindi ha due idee in testa: commissariare il commissario Scopelliti e porre a Monti il problema dell'Udc regionale - qui in Calabria alleato di Scopelliti - e spiegargli che la politica dei due forni non è più possibile. In sostanza la Bindi vorrebbe mandare a casa il governatore e si capisce anche che le piacerebbe farlo d'autorità, certa com'è che a Monti, dal 25 febbraio in poi, potrà chiedere ciò che vuole. Ospite della sede regionale di Calabria Ora a Cosenza, la capolista per il Pd alla Camera dei deputati arriva di buon'ora. Ad attenderla c'è il direttore Piero Sansonetti, il suo vice Davide Varì, i colleghi Antonio Cantisani, Teresa Munari, Bonaventura Scalercio. L'idea di Sansonetti è quella di una intervista a più voci all'unica leader nazionale che è stata catapultata in Calabria per vincere le elezioni: il direttore vuole poter raccontare ai calabresi cos'è che la Bindi porterà via di questa terra, quando il fracasso elettorale sarà spento.
06 Febbraio 2013
«Vincerà Bersani, poi intesa con Monti senza rompere con Vendola»
di Federico Geremicca - da La Stampa
Primo piano di Montecitorio, studio della vicepresidente Rosy Bindi, che è di passaggio a Roma in una pausa della campagna che sta combattendo in Calabria. Ha ragione D'Alema a lanciare l'allarme, annotando che mentre il centrosinistra si trastullava a parlare già di ministri Berlusconi guadagnava otto punti percentuali? La presidente dell'Assemblea nazionale Pd ci pensa un attimo poi risponde: «Non io. Se stanno discutendo di ministri - e a me non risulta - certo non lo sto facendo io, che passo le giornate a fare campagna elettorale in Calabria».
«Vincerà Bersani, poi intesa con Monti senza rompere con Vendola»
di Federico Geremicca - da La Stampa
Primo piano di Montecitorio, studio della vicepresidente Rosy Bindi, che è di passaggio a Roma in una pausa della campagna che sta combattendo in Calabria. Ha ragione D'Alema a lanciare l'allarme, annotando che mentre il centrosinistra si trastullava a parlare già di ministri Berlusconi guadagnava otto punti percentuali? La presidente dell'Assemblea nazionale Pd ci pensa un attimo poi risponde: «Non io. Se stanno discutendo di ministri - e a me non risulta - certo non lo sto facendo io, che passo le giornate a fare campagna elettorale in Calabria».
02 Febbraio 2013
«Riconoscere le coppie gay non intacca le famiglie», intervista a Cecilia Carmassi
di Luca Liverani - da Avvenire
«Non c'è mai stato alcun dubbio, la famiglia è quella definita dalla Costituzione. Quando parliamo di dare veste giuridica alle unioni civili, pensiamo a un altro istituto che le valorizzi e le garantisca nelle fasi difficili della vita. Non possiamo non voler vedere che oggi ci sono famiglie monoparentali o ricostituite, determinate da scelte, fragilità personali, difficoltà. Oggi il 25% dei bambini nasce in coppie stabilmente conviventi. E allora riconoscere le coppie omosessuali definisce qualcosa che c'è già nella società, non va a svantaggio della famiglia. Sicuramente la priorità va data alle famiglie con minori, ma visto che oggi le famiglie numerose spesso sono quelle straniere, attenzione, perché in questa logica qualcun altro dirà “prima gli italiani”. La casa è un diritto primario, come l'alimentazione, la salute e l'educazione. Allora la torta va allargata, non suddivisa. Perché oggi per famiglia e welfare l'Italia spende meno della metà della media Ue».
«Riconoscere le coppie gay non intacca le famiglie», intervista a Cecilia Carmassi
di Luca Liverani - da Avvenire
«Non c'è mai stato alcun dubbio, la famiglia è quella definita dalla Costituzione. Quando parliamo di dare veste giuridica alle unioni civili, pensiamo a un altro istituto che le valorizzi e le garantisca nelle fasi difficili della vita. Non possiamo non voler vedere che oggi ci sono famiglie monoparentali o ricostituite, determinate da scelte, fragilità personali, difficoltà. Oggi il 25% dei bambini nasce in coppie stabilmente conviventi. E allora riconoscere le coppie omosessuali definisce qualcosa che c'è già nella società, non va a svantaggio della famiglia. Sicuramente la priorità va data alle famiglie con minori, ma visto che oggi le famiglie numerose spesso sono quelle straniere, attenzione, perché in questa logica qualcun altro dirà “prima gli italiani”. La casa è un diritto primario, come l'alimentazione, la salute e l'educazione. Allora la torta va allargata, non suddivisa. Perché oggi per famiglia e welfare l'Italia spende meno della metà della media Ue».
02 Febbraio 2013
«Al servizio dei calabresi»
di Antonio Ricchio - da Corriere della Calabria
Rosy Bindi vuole lasciarsi alle spalle le polemiche sui candidati “paracadutati” in Calabria. La presidente del Pd rivendica con orgoglio la scelta di essersi voluta misurare alle primarie in una complessa città come quella di Reggio Calabria dove pochi mesi fa il consiglio comunale è stato sciolto per «contiguità con la ’ndrangheta». «È stata una scelta del partito ed è sempre stato così. Ho fatto la capolista in Veneto, prima ancora in Friuli Venezia Giulia, e testa di lista in Piemonte e Toscana. Sono contenta, orgogliosa e onorata di questa opportunità: il Pd vuole dimostrare la centralità della Questione meridionale, dare un segnale di attenzione vero impegnando nel Sud alcuni dirigenti nazionali in una sfida elettorale decisiva per il cambiamento e il futuro del Paese. Non mi sento un’estranea, conosco questa regione fin da quando, giovane responsabile dell’Azione cattolica, venivo spesso a incontrare le tante realtà della Chiesa calabrese da Reggio a Cosenza, da Catanzaro a Vibo e Crotone».
«Al servizio dei calabresi»
di Antonio Ricchio - da Corriere della Calabria
Rosy Bindi vuole lasciarsi alle spalle le polemiche sui candidati “paracadutati” in Calabria. La presidente del Pd rivendica con orgoglio la scelta di essersi voluta misurare alle primarie in una complessa città come quella di Reggio Calabria dove pochi mesi fa il consiglio comunale è stato sciolto per «contiguità con la ’ndrangheta». «È stata una scelta del partito ed è sempre stato così. Ho fatto la capolista in Veneto, prima ancora in Friuli Venezia Giulia, e testa di lista in Piemonte e Toscana. Sono contenta, orgogliosa e onorata di questa opportunità: il Pd vuole dimostrare la centralità della Questione meridionale, dare un segnale di attenzione vero impegnando nel Sud alcuni dirigenti nazionali in una sfida elettorale decisiva per il cambiamento e il futuro del Paese. Non mi sento un’estranea, conosco questa regione fin da quando, giovane responsabile dell’Azione cattolica, venivo spesso a incontrare le tante realtà della Chiesa calabrese da Reggio a Cosenza, da Catanzaro a Vibo e Crotone».


31 Maggio 2015
Postato da Redazione
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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