
18 Luglio 2014
Rosy Bindi: "Così si rottamano i princìpi della Costituzione"
di Antonello Caporale - da il Fatto Quotidiano
“Si è consumata l'energia del dissenso e abbiamo consentito che venisse trasformato in un disturbo. Come una vocina sgraziata che non ci fa concentrare: chi dissente è divenuto un molestatore. Ho lottato una vita per il cambiamento, e sono stata dentro tutte le campagne di democrazia, di progresso. Non mi sono mai, dico mai, intestata una causa per la conservazione del potere. Con la parola rottamazione si è compiuto un gesto poco limpido e poco leale. Si è iniziata la rottamazione delle persone e si è giunti al punto che ora, a quanto leggo, si pensa di rottamare i principi della Costituzione. Non mi scandalizzo per il Senato delle autonomie non elettivo, ma per aver rinunciato a ispirarsi a modelli consolidati come quello tedesco e spagnolo, e per la facilità con cui si sta mettendo mano al titolo quinto. L'Italicum? Uno strumento ipermaggioritario che trasforma il bipolarismo in bipartitismo e concede al leader del partito vincente poteri soverchianti. Fa il governo, guida il partito, elegge il capo dello Stato e, attraverso il Parlamento, elegge il Csm e la Corte costituzionale. Assomiglia molto a un presidenzialismo di fatto".
Rosy Bindi: "Così si rottamano i princìpi della Costituzione"
di Antonello Caporale - da il Fatto Quotidiano
“Si è consumata l'energia del dissenso e abbiamo consentito che venisse trasformato in un disturbo. Come una vocina sgraziata che non ci fa concentrare: chi dissente è divenuto un molestatore. Ho lottato una vita per il cambiamento, e sono stata dentro tutte le campagne di democrazia, di progresso. Non mi sono mai, dico mai, intestata una causa per la conservazione del potere. Con la parola rottamazione si è compiuto un gesto poco limpido e poco leale. Si è iniziata la rottamazione delle persone e si è giunti al punto che ora, a quanto leggo, si pensa di rottamare i principi della Costituzione. Non mi scandalizzo per il Senato delle autonomie non elettivo, ma per aver rinunciato a ispirarsi a modelli consolidati come quello tedesco e spagnolo, e per la facilità con cui si sta mettendo mano al titolo quinto. L'Italicum? Uno strumento ipermaggioritario che trasforma il bipolarismo in bipartitismo e concede al leader del partito vincente poteri soverchianti. Fa il governo, guida il partito, elegge il capo dello Stato e, attraverso il Parlamento, elegge il Csm e la Corte costituzionale. Assomiglia molto a un presidenzialismo di fatto".
08 Giugno 2014
Bindi: «Espellere chi pratica politiche clientelari»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«Io ho cominciato 25 anni fa, mandando a casa i corrotti...». La chiamavano «Giovanna d'Arco» o «Sorella coraggio» ed è a quegli anni, quando guidava il Ppi in Veneto, che Rosy Bindi fa riferimento per respingere la distinzione tra vecchia e nuova guardia Pd. Lei che è presidente dell'Antimafia ed è stata ministro della Sanità, presidente del Pd e vicepresidente della Camera, rivendica di avere sempre combattuto la corruzione e di aver militato in un partito che mai ha fatto sconti ai disonesti: «La distinzione non può essere tra vecchio e nuovo, deve essere tra onesti e disonesti».«Quando si tratta di corruzione e mafia non possiamo aspettare la sentenza definitiva, la sospensione deve scattare con il rinvio a giudizio. Ti fai da parte e poi, se sei innocente, passi sotto l'arco di trionfo. Ma questo deve valere anche per gli imprenditori».
Bindi: «Espellere chi pratica politiche clientelari»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«Io ho cominciato 25 anni fa, mandando a casa i corrotti...». La chiamavano «Giovanna d'Arco» o «Sorella coraggio» ed è a quegli anni, quando guidava il Ppi in Veneto, che Rosy Bindi fa riferimento per respingere la distinzione tra vecchia e nuova guardia Pd. Lei che è presidente dell'Antimafia ed è stata ministro della Sanità, presidente del Pd e vicepresidente della Camera, rivendica di avere sempre combattuto la corruzione e di aver militato in un partito che mai ha fatto sconti ai disonesti: «La distinzione non può essere tra vecchio e nuovo, deve essere tra onesti e disonesti».«Quando si tratta di corruzione e mafia non possiamo aspettare la sentenza definitiva, la sospensione deve scattare con il rinvio a giudizio. Ti fai da parte e poi, se sei innocente, passi sotto l'arco di trionfo. Ma questo deve valere anche per gli imprenditori».
27 Maggio 2014
Bindi: "Matteo ha battuto anche la mia DC"
di Carlo Bertini - da La Stampa
«Tutti si devono sentire a casa propria per riuscire a consolidare questo 40%. Questi voti possono fuggire così come sono arrivati e quindi oltre al leader va ricostituita una vera comunità. Le riforme vanno fatte col confronto, per prima cosa dentro il Pd: nessuno vuole frenare o gufare, ma quando uno è forte, si apre e non si chiude a riccio. Insomma dalla forza elettorale, poi bisogna passare a una fase di costruzione di un profilo da statista: coraggio, forza e determinazione, ma anche dialogo e ascolto. Dipende da come Renzi intende spendere questo consenso, certo i toni da lui usati sono rassicuranti».
Bindi: "Matteo ha battuto anche la mia DC"
di Carlo Bertini - da La Stampa
«Tutti si devono sentire a casa propria per riuscire a consolidare questo 40%. Questi voti possono fuggire così come sono arrivati e quindi oltre al leader va ricostituita una vera comunità. Le riforme vanno fatte col confronto, per prima cosa dentro il Pd: nessuno vuole frenare o gufare, ma quando uno è forte, si apre e non si chiude a riccio. Insomma dalla forza elettorale, poi bisogna passare a una fase di costruzione di un profilo da statista: coraggio, forza e determinazione, ma anche dialogo e ascolto. Dipende da come Renzi intende spendere questo consenso, certo i toni da lui usati sono rassicuranti».
23 Marzo 2014
Incandidabili gli imputati per corruzione
di Silvia Barocci - da Il Messaggero
«Regole più stringenti» per far sì che alle prossime elezioni amministrative non sia candidato chi è stato rinviato a giudizio per corruzione né chi è stato causa dello scioglimento di enti locali per infiltrazione mafiosa. In vista della tornata elettorale del 25 maggio, il presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi chiede «maggiore rigore» alle forze politiche. E annuncia che l'operazione liste pulite partirà dall'aggiornamento del "codice antimafia" varato nel 2010 sotto la presidenza di Giuseppe Pisanu. «Esistono una serie di reati "spia", tra cui la corruzione, che vanno ricompresi in questo elenco. E così anche non andrebbero candidati coloro che sono stati causa dello scioglimento per mafia di un'amministrazione locale».
Incandidabili gli imputati per corruzione
di Silvia Barocci - da Il Messaggero
«Regole più stringenti» per far sì che alle prossime elezioni amministrative non sia candidato chi è stato rinviato a giudizio per corruzione né chi è stato causa dello scioglimento di enti locali per infiltrazione mafiosa. In vista della tornata elettorale del 25 maggio, il presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi chiede «maggiore rigore» alle forze politiche. E annuncia che l'operazione liste pulite partirà dall'aggiornamento del "codice antimafia" varato nel 2010 sotto la presidenza di Giuseppe Pisanu. «Esistono una serie di reati "spia", tra cui la corruzione, che vanno ricompresi in questo elenco. E così anche non andrebbero candidati coloro che sono stati causa dello scioglimento per mafia di un'amministrazione locale».
11 Marzo 2014
Bindi: «Sacrificata la Costituzione all'accordo con Berlusconi non voterò questa riforma»
di Giovanna Casadio - da la Repubblica
«Non parteciperò al voto finale sulla legge elettorale, questa è una ferita molto grave e profonda». Rosy Bindi, l'ex presidente del Pd, è furibonda. Sono stati appena bocciati tutti gli emendamenti sulla parità, anche quello antidiscriminatorio su cui uno schieramento di deputate bipartisan puntava. «Lasciare la libertà di voto e la mancanza di indicazione a favore degli emendamenti sulla parità da parte del nostro partito, ci esponeva molto. Questo mi fa dire con molta amarezza che questo risultato è colpa dei Democratici. La responsabilità è tutta del Pd, il quale ha sacrificato la fedeltà alla Costituzione e ai propri valori all'accordo con Berlusconi. Una legge elettorale che nasce su questo tradimento non può essere una buona legge».
Bindi: «Sacrificata la Costituzione all'accordo con Berlusconi non voterò questa riforma»
di Giovanna Casadio - da la Repubblica
«Non parteciperò al voto finale sulla legge elettorale, questa è una ferita molto grave e profonda». Rosy Bindi, l'ex presidente del Pd, è furibonda. Sono stati appena bocciati tutti gli emendamenti sulla parità, anche quello antidiscriminatorio su cui uno schieramento di deputate bipartisan puntava. «Lasciare la libertà di voto e la mancanza di indicazione a favore degli emendamenti sulla parità da parte del nostro partito, ci esponeva molto. Questo mi fa dire con molta amarezza che questo risultato è colpa dei Democratici. La responsabilità è tutta del Pd, il quale ha sacrificato la fedeltà alla Costituzione e ai propri valori all'accordo con Berlusconi. Una legge elettorale che nasce su questo tradimento non può essere una buona legge».
10 Marzo 2014
Legge elettorale, Bindi: «Parità principio non negoziabile. Senza, mi riservo di non partecipare al voto»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«La legislatura e il governo sono legati alle riforme». Matteo Renzi ci tiene molto. «Abbiamo accettato larghe intese e strane maggioranze solo per cambiare la legge elettorale e il bicameralismo perfetto. Se non si fanno, non ha senso la legislatura e, men che meno, ha senso il governo». Rosy Bindi è preoccupata. La presidente dell'Antimafia teme che l'accordo con Berlusconi costringa il Pd e la maggioranza a procedere a colpi di compromessi, senza troppo badare ai contenuti.
Legge elettorale, Bindi: «Parità principio non negoziabile. Senza, mi riservo di non partecipare al voto»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«La legislatura e il governo sono legati alle riforme». Matteo Renzi ci tiene molto. «Abbiamo accettato larghe intese e strane maggioranze solo per cambiare la legge elettorale e il bicameralismo perfetto. Se non si fanno, non ha senso la legislatura e, men che meno, ha senso il governo». Rosy Bindi è preoccupata. La presidente dell'Antimafia teme che l'accordo con Berlusconi costringa il Pd e la maggioranza a procedere a colpi di compromessi, senza troppo badare ai contenuti.
07 Marzo 2014
Legge elettorale, Bindi: «La parità di genere è nella Costituzione e nel Dna del PD»
di Francesca Schianchi - da La Stampa
Io non sono mai stata una femminista, quindi sono veramente al di sopra di ogni sospetto, ma la parità di genere sta nella Costituzione e nel Dna del Pd, non ci si può rinunciare». Rosy Bindi esce dall'Aula della Camera solo pochi minuti, tra un voto e l'altro. Abbastanza però per manifestare la sua preoccupazione riguardo alla legge elettorale, in particolare sul tema della rappresentanza femminile: se non ci sarà, la combattiva deputata Pd, ex presidente del partito, oggi presidente della Commissione antimafia, potrebbe anche non votare la legge, «mi prendo l'8 marzo, Festa della donna, per riflettere».
Legge elettorale, Bindi: «La parità di genere è nella Costituzione e nel Dna del PD»
di Francesca Schianchi - da La Stampa
Io non sono mai stata una femminista, quindi sono veramente al di sopra di ogni sospetto, ma la parità di genere sta nella Costituzione e nel Dna del Pd, non ci si può rinunciare». Rosy Bindi esce dall'Aula della Camera solo pochi minuti, tra un voto e l'altro. Abbastanza però per manifestare la sua preoccupazione riguardo alla legge elettorale, in particolare sul tema della rappresentanza femminile: se non ci sarà, la combattiva deputata Pd, ex presidente del partito, oggi presidente della Commissione antimafia, potrebbe anche non votare la legge, «mi prendo l'8 marzo, Festa della donna, per riflettere».
15 Febbraio 2014
Perché mi sono astenuta in Direzione
di Margherita Miotto
Il Pd di Renzi dà il ben servito a Letta e promette un nuovo esecutivo che realizzi le riforme finora disattese. Per il segretario si tratta di portare a compimento gli impegni presi con le primarie, di realizzare il mandato ricevuto da due milioni di elettori. Ma è davvero così? Il voto di giovedì ha smentito platealmente le dichiarazioni con cui il segretario rassicurava il presidente del Consiglio, negando di rivendicare per sé la poltrona di palazzo Chigi. Fino a una settimana fa Renzi si presentava come il protagonista delle riforme istituzionali propedeutiche ad una nuova stagione politica da inaugurare dopo le elezioni e proponeva un nuovo assetto statuale accanto ad una azione di pungolo nei confronti di Letta, sollecitato dal Pd a una ripartenza programmatica. Ripartenza indispensabile ad un governo di fatto paralizzato dall'ambiguità delle larghe intese e che anche per questo non era riuscito ad aggredire i problemi del paese.
Perché mi sono astenuta in Direzione
di Margherita Miotto
Il Pd di Renzi dà il ben servito a Letta e promette un nuovo esecutivo che realizzi le riforme finora disattese. Per il segretario si tratta di portare a compimento gli impegni presi con le primarie, di realizzare il mandato ricevuto da due milioni di elettori. Ma è davvero così? Il voto di giovedì ha smentito platealmente le dichiarazioni con cui il segretario rassicurava il presidente del Consiglio, negando di rivendicare per sé la poltrona di palazzo Chigi. Fino a una settimana fa Renzi si presentava come il protagonista delle riforme istituzionali propedeutiche ad una nuova stagione politica da inaugurare dopo le elezioni e proponeva un nuovo assetto statuale accanto ad una azione di pungolo nei confronti di Letta, sollecitato dal Pd a una ripartenza programmatica. Ripartenza indispensabile ad un governo di fatto paralizzato dall'ambiguità delle larghe intese e che anche per questo non era riuscito ad aggredire i problemi del paese.
18 Dicembre 2013
Bindi: «Matteo non giochi a spaccare la maggioranza»
di Alessandro Di Matteo - da Il Secolo XIX
Rosy Bindi, lei è uno dei dirigenti del Pd che con il segretario Matteo Renzi si è spesso scontrata. Che ruolo pensa di giocare nel nuovo Pd? «Al congresso, com'è noto, non mi sono schierata. Ho deciso di non influire, ma non ho dato una mano a chi magari voleva che togliessi il disturbo. Nei partiti si sta con lealtà verso il segretario, ma anche con libertà di parola...». Renzi ha detto che non candiderà D'Alema e gli altri big storici alle europee. Lei , correrà? «Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello. Sarei incompatibile alle europee, con il mio ruolo, sono presidente di una commissione delicata, l'Antimafia». A proposito di libertà di parola, il segretario ripete in continuazione che alle primarie è stato votato non solo un nome ma anche una linea politica. Dovete tutti adeguarvi? «Il segretario dovrebbe praticare la collegialità, questo è il senso di un'associazione di persone dove ciascuno ha una sua dignità, i propri diritti e i propri doveri. Lui all'assemblea di domenica ha dettato un programma al governo: quel programma, che io condivido sulla legge elettorale, sulle riforme istituzionali, sulle unioni civili, sull'abolizione della Bossi-Fini, va portato avanti con questa maggioranza che sostiene il governo...».
Bindi: «Matteo non giochi a spaccare la maggioranza»
di Alessandro Di Matteo - da Il Secolo XIX
Rosy Bindi, lei è uno dei dirigenti del Pd che con il segretario Matteo Renzi si è spesso scontrata. Che ruolo pensa di giocare nel nuovo Pd? «Al congresso, com'è noto, non mi sono schierata. Ho deciso di non influire, ma non ho dato una mano a chi magari voleva che togliessi il disturbo. Nei partiti si sta con lealtà verso il segretario, ma anche con libertà di parola...». Renzi ha detto che non candiderà D'Alema e gli altri big storici alle europee. Lei , correrà? «Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello. Sarei incompatibile alle europee, con il mio ruolo, sono presidente di una commissione delicata, l'Antimafia». A proposito di libertà di parola, il segretario ripete in continuazione che alle primarie è stato votato non solo un nome ma anche una linea politica. Dovete tutti adeguarvi? «Il segretario dovrebbe praticare la collegialità, questo è il senso di un'associazione di persone dove ciascuno ha una sua dignità, i propri diritti e i propri doveri. Lui all'assemblea di domenica ha dettato un programma al governo: quel programma, che io condivido sulla legge elettorale, sulle riforme istituzionali, sulle unioni civili, sull'abolizione della Bossi-Fini, va portato avanti con questa maggioranza che sostiene il governo...».
12 Dicembre 2013
I punti fermi di un cammino trentennale
di Michele Nicoletti - da Europa
Trent'anni fa, il 30 novembre 1983, si insediava la commissione parlamentare per le riforme istituzionali presieduta da Aldo Bozzi. A rileggerne oggi i resoconti e la relazione finale si avverte un sentimento ambivalente: da un lato, un senso di ammirazione per la grande chiarezza con cui in quella sede si individuarono i nodi problematici istituzionali del nostro paese e si indicarono possibili soluzioni; dall'altro, un senso di profondo scoramento, per il fatto che oggi, a distanza di trent'anni, gran parte di quei nodi sono ancora irrisolti. In quelle pagine si trovano analizzate non solo le questioni relative alla forma di stato e di governo, ma anche i problemi riguardanti la vita dei partiti, il loro finanziamento opaco, la scarsa democrazia interna, la loro incapacità di selezionare e formare una classe dirigente. E poi i grandi temi dei diritti personali, del conflitto di interessi, il diritto all'informazione e la tutela della privacy, la protezione dell'ambiente, un diritto più ampio alla salute, e tante altre questioni che sarebbero esplose negli anni successivi. Scorrendo i nomi dei componenti (tra gli altri Andreatta, Barbera, De Mita, Gitti, Giugni, Ingrao, Labriola, Natta, Pannella, Pasquino, Rodotà, Rognoni, Ruffilli, Scoppola, Segni, Vassalli, Zangheri) si rimane colpiti dalla qualità delle persone che i partiti avevano saputo far eleggere in parlamento anche in assenza di liste bloccate in una sapiente mescolanza di personalità politiche e di intellettuali, in particolare di quel gruppo eterogeneo politicamente ma in qualche modo omogeneo culturalmente di professori dell'università di Bologna e non solo, che ruotava attorno a Il Mulino.
I punti fermi di un cammino trentennale
di Michele Nicoletti - da Europa
Trent'anni fa, il 30 novembre 1983, si insediava la commissione parlamentare per le riforme istituzionali presieduta da Aldo Bozzi. A rileggerne oggi i resoconti e la relazione finale si avverte un sentimento ambivalente: da un lato, un senso di ammirazione per la grande chiarezza con cui in quella sede si individuarono i nodi problematici istituzionali del nostro paese e si indicarono possibili soluzioni; dall'altro, un senso di profondo scoramento, per il fatto che oggi, a distanza di trent'anni, gran parte di quei nodi sono ancora irrisolti. In quelle pagine si trovano analizzate non solo le questioni relative alla forma di stato e di governo, ma anche i problemi riguardanti la vita dei partiti, il loro finanziamento opaco, la scarsa democrazia interna, la loro incapacità di selezionare e formare una classe dirigente. E poi i grandi temi dei diritti personali, del conflitto di interessi, il diritto all'informazione e la tutela della privacy, la protezione dell'ambiente, un diritto più ampio alla salute, e tante altre questioni che sarebbero esplose negli anni successivi. Scorrendo i nomi dei componenti (tra gli altri Andreatta, Barbera, De Mita, Gitti, Giugni, Ingrao, Labriola, Natta, Pannella, Pasquino, Rodotà, Rognoni, Ruffilli, Scoppola, Segni, Vassalli, Zangheri) si rimane colpiti dalla qualità delle persone che i partiti avevano saputo far eleggere in parlamento anche in assenza di liste bloccate in una sapiente mescolanza di personalità politiche e di intellettuali, in particolare di quel gruppo eterogeneo politicamente ma in qualche modo omogeneo culturalmente di professori dell'università di Bologna e non solo, che ruotava attorno a Il Mulino.
12 Dicembre 2013
PD, vanno conservate le radici. Attenti alle tossine di Berlusconi
di Andrea Garibaldi - da Corriere della sera
Rosy Bindi, fondatrice del Pd, presidente della commissione parlamentare antimafia, ha una storia di botte verbali con Matteo Renzi. Oggi gli riconosce un merito grande: «La sua elezione a segretario del partito rompe la continuità Pci-Pds-Ds-Pd. Renzi realizza ciò che io ed altri non siamo riusciti a fare. Ci siamo sentiti spesso come se fossimo entrati in casa altrui.Renzi progetta un partito post-ideologico e lui è perfetto per questo. Ma non deve rinunciare ai legami con le culture del riformismo italiano, che sono le radici dell'Ulivo. Compresa naturalmente quella della sinistra postcomunista. Ricordo soltanto che togliere valore alle tradizioni politiche, attaccare la Costituzione, la funzione dei partiti, dei sindacati è la tossina messa in circolo da Berlusconi».
PD, vanno conservate le radici. Attenti alle tossine di Berlusconi
di Andrea Garibaldi - da Corriere della sera
Rosy Bindi, fondatrice del Pd, presidente della commissione parlamentare antimafia, ha una storia di botte verbali con Matteo Renzi. Oggi gli riconosce un merito grande: «La sua elezione a segretario del partito rompe la continuità Pci-Pds-Ds-Pd. Renzi realizza ciò che io ed altri non siamo riusciti a fare. Ci siamo sentiti spesso come se fossimo entrati in casa altrui.Renzi progetta un partito post-ideologico e lui è perfetto per questo. Ma non deve rinunciare ai legami con le culture del riformismo italiano, che sono le radici dell'Ulivo. Compresa naturalmente quella della sinistra postcomunista. Ricordo soltanto che togliere valore alle tradizioni politiche, attaccare la Costituzione, la funzione dei partiti, dei sindacati è la tossina messa in circolo da Berlusconi».
09 Dicembre 2013
"Ha vinto la voglia di cambiamento, Matteo ora unisca"
di Alberto D'Argenio - da la Repubblica
«Renzi abbia la capacità ditenere unito il partito». Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, non ha dubbi: niente scissioni e sintesi dei programmi di tutti i candidati per rilanciare il governo. «Vorrei fare gli auguri al segretario e ringraziare tutti coloro che ancora una volta con una partecipazione così ampia hanno dato una lezione a chi grida ai colpi di Stato e a chi inneggia al populismo. Per quanto mi riguarda inizia un nuovo percorso, un nuovo inizio per il partito e con la lealtà e la schiettezza di sempre dico che è chiaro che un risultato così forte è una grande responsabilità per il vincitore. Renzi dovrà riuscire a tenere unito il partito senza farsi condizionare, non sfugge a nessuno che questo risultato è frutto di una voglia di cambiamento, ma il sindaco di Firenze ha comunque avuto l'appoggio di figure nazionali e locali che non sono espressione di una classe dirigente che nasce oggi. Il suo successo è stato determinato anche dalla capacità di molti di riciclarsi».
"Ha vinto la voglia di cambiamento, Matteo ora unisca"
di Alberto D'Argenio - da la Repubblica
«Renzi abbia la capacità ditenere unito il partito». Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, non ha dubbi: niente scissioni e sintesi dei programmi di tutti i candidati per rilanciare il governo. «Vorrei fare gli auguri al segretario e ringraziare tutti coloro che ancora una volta con una partecipazione così ampia hanno dato una lezione a chi grida ai colpi di Stato e a chi inneggia al populismo. Per quanto mi riguarda inizia un nuovo percorso, un nuovo inizio per il partito e con la lealtà e la schiettezza di sempre dico che è chiaro che un risultato così forte è una grande responsabilità per il vincitore. Renzi dovrà riuscire a tenere unito il partito senza farsi condizionare, non sfugge a nessuno che questo risultato è frutto di una voglia di cambiamento, ma il sindaco di Firenze ha comunque avuto l'appoggio di figure nazionali e locali che non sono espressione di una classe dirigente che nasce oggi. Il suo successo è stato determinato anche dalla capacità di molti di riciclarsi».
10 Novembre 2013
Non possiamo immolarci sull'altare della stabilità
di Federico Geremicca - da La Stampa
In fondo, la vede meno peggio di quel che si poteva immaginare. Nel senso che chiami Rosy Bindi chiedendole di rompere il lungo silenzio che si è imposta dopo l'elezione alla guida dell'Antimafia, ti aspetti che spari zero contro il Grande Pasticcio del tesseramento Pd e invece la ritrovi preoccupata soprattutto per gli stessi motivi che la preoccupano fin dal giorno della nascita del governo Letta. Non è, ovviamente, che sia disinteressata alle vicende del Congresso, anzi, ma i timori maggiori li riserva ad altro: la direzione di marcia dell'esecutivo, il senso (e la durata) delle larghe intese, certi movimenti al centro che potrebbero partire dopo l'addio a Berlusconi da parte delle cosiddette «colombe». Dice: «Non può sfuggire a nessuno che se dal Pdl si stacca un gruppo filo-governativo, la forza per condurre tale operazione risiederà non nell'ambizione di cambiare il centrodestra quanto l'intero sistema politico. In molti puntano alla destrutturazione del bipolarismo: ed un sistema tripolare, a prescindere dall'exploit di Beppe Grillo, può radicarsi solo per la nascita di una nuova forza centrista. Ecco: io vorrei che il Pd dicesse con chiarezza che non offre sponde politiche ad un simile disegno».
Non possiamo immolarci sull'altare della stabilità
di Federico Geremicca - da La Stampa
In fondo, la vede meno peggio di quel che si poteva immaginare. Nel senso che chiami Rosy Bindi chiedendole di rompere il lungo silenzio che si è imposta dopo l'elezione alla guida dell'Antimafia, ti aspetti che spari zero contro il Grande Pasticcio del tesseramento Pd e invece la ritrovi preoccupata soprattutto per gli stessi motivi che la preoccupano fin dal giorno della nascita del governo Letta. Non è, ovviamente, che sia disinteressata alle vicende del Congresso, anzi, ma i timori maggiori li riserva ad altro: la direzione di marcia dell'esecutivo, il senso (e la durata) delle larghe intese, certi movimenti al centro che potrebbero partire dopo l'addio a Berlusconi da parte delle cosiddette «colombe». Dice: «Non può sfuggire a nessuno che se dal Pdl si stacca un gruppo filo-governativo, la forza per condurre tale operazione risiederà non nell'ambizione di cambiare il centrodestra quanto l'intero sistema politico. In molti puntano alla destrutturazione del bipolarismo: ed un sistema tripolare, a prescindere dall'exploit di Beppe Grillo, può radicarsi solo per la nascita di una nuova forza centrista. Ecco: io vorrei che il Pd dicesse con chiarezza che non offre sponde politiche ad un simile disegno».
23 Ottobre 2013
Non si baratti la Costituzione con un governo di emergenza
di Franco Monaco - da Europa
Caro Federico Orlando, mi rivolgo a te perchè conosco da gran tempo la tua sensibilità e la tua cultura istituzionale. Mi corre preliminarmente l'obbligo, diciamo così, di declinare le mie generalità in tema di riforme costituzionali in cantiere: sono tra i pochi, o forse il solo, tra i deputati del PD che, alla Camera, non se l'è sentita di votare la legge costituzionale che avvia il processo riformatore adottando una procedura in deroga all'art. 138 e istituisce il Comitato dei 42 che farà da motore e laboratorio delle riforme. Processo autorevolmente sollecitato da Napolitano e che il premier Letta ha inscritto tra i capisaldi del suo programma di governo. Al punto da legarne persino la sorte e la durata.
Non si baratti la Costituzione con un governo di emergenza
di Franco Monaco - da Europa
Caro Federico Orlando, mi rivolgo a te perchè conosco da gran tempo la tua sensibilità e la tua cultura istituzionale. Mi corre preliminarmente l'obbligo, diciamo così, di declinare le mie generalità in tema di riforme costituzionali in cantiere: sono tra i pochi, o forse il solo, tra i deputati del PD che, alla Camera, non se l'è sentita di votare la legge costituzionale che avvia il processo riformatore adottando una procedura in deroga all'art. 138 e istituisce il Comitato dei 42 che farà da motore e laboratorio delle riforme. Processo autorevolmente sollecitato da Napolitano e che il premier Letta ha inscritto tra i capisaldi del suo programma di governo. Al punto da legarne persino la sorte e la durata.
10 Ottobre 2013
Né lib né lab ma Dem, nel solco dell’Ulivo
di Rosy Bindi
Mi sono battuta per un congresso politico vero e competitivo ma non sarà come speravo. Il risultato è già scritto ma sono contenta che almeno le regole dello Statuto siano state confermate. A differenza di altri non ho dichiarato il mio sostegno a questo o a quel candidato e non intendo farlo. Non si tratta di una forma di disimpegno o peggio estraneità: pur apprezzando questo o quel profilo dei singoli contendenti non mi riconosco pienamente in nessuno di loro. Con la mia scelta penso di favorire una competizione più vera, libera da sponsorizzazioni e ipoteche sul futuro e la considero un gesto di generosità. E’ un modo leale di mettermi, come sempre, a disposizione del partito con le mie idee e le mie proposte. Le abbiamo riassunte nel documento politico “Né lib né lab ma Dem, nel solco dell’Ulivo” che offriamo all’attenzione di tutti i candidati alla segreteria e che vogliamo incontrare. Se Rosy Bindi non sceglie i “Democratici davvero” sceglieranno - nei circoli, nei congressi provinciali e regionali e alle primarie dell’8 dicembre - per quei candidati, si chiamino Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati o Gianni Pittella, che accetteranno di confrontarsi e accoglieranno le nostre idee e le nostre proposte. Il Pd è il nostro partito e noi non resteremo alla finestra ma parteciperemo con passione nel dibattito che si apre.
Né lib né lab ma Dem, nel solco dell’Ulivo
di Rosy Bindi
Mi sono battuta per un congresso politico vero e competitivo ma non sarà come speravo. Il risultato è già scritto ma sono contenta che almeno le regole dello Statuto siano state confermate. A differenza di altri non ho dichiarato il mio sostegno a questo o a quel candidato e non intendo farlo. Non si tratta di una forma di disimpegno o peggio estraneità: pur apprezzando questo o quel profilo dei singoli contendenti non mi riconosco pienamente in nessuno di loro. Con la mia scelta penso di favorire una competizione più vera, libera da sponsorizzazioni e ipoteche sul futuro e la considero un gesto di generosità. E’ un modo leale di mettermi, come sempre, a disposizione del partito con le mie idee e le mie proposte. Le abbiamo riassunte nel documento politico “Né lib né lab ma Dem, nel solco dell’Ulivo” che offriamo all’attenzione di tutti i candidati alla segreteria e che vogliamo incontrare. Se Rosy Bindi non sceglie i “Democratici davvero” sceglieranno - nei circoli, nei congressi provinciali e regionali e alle primarie dell’8 dicembre - per quei candidati, si chiamino Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati o Gianni Pittella, che accetteranno di confrontarsi e accoglieranno le nostre idee e le nostre proposte. Il Pd è il nostro partito e noi non resteremo alla finestra ma parteciperemo con passione nel dibattito che si apre.
07 Ottobre 2013
Bindi: «Al congresso leale con chi vince ma non mi schiero. L'era Berlusconi si chiuderà quando vinceremo le elezioni»
di Maria Zegarelli - da L'Unità
«Questo resta il non governo del Pd e per guidarlo ci vogliono scelte coraggiose, non basta l'Alfetta. L'Alfetta è una bella macchina ma qui c'è bisogno di un forte traino». Graffia Rosy Bindi. Graffia Palazzo Chigi e l'idea che si sia chiuso il ventennio berlusconiano. «Si chiuderà quando il Pd vincerà le elezioni», dice rispondendo a Enrico Letta nel giorno in cui i «Democratici davvero» discutono un documento con il quale i bindiani si presenteranno al congresso e che metteranno a disposizione dei candidati alla segreteria. Graffia e dice che stavolta non si schiera. «Saremo leali con chiunque sarà il prossimo segretario», perché i «Democratici davvero» non si riconoscono pienamente in alcuna delle opzioni in campo. Poi, va da sé, anche i bindiani voteranno per chi accoglierà le loro proposte, che si chiamino Gianni Cuperlo, Pippo Civati o Matteo Renzi.
Bindi: «Al congresso leale con chi vince ma non mi schiero. L'era Berlusconi si chiuderà quando vinceremo le elezioni»
di Maria Zegarelli - da L'Unità
«Questo resta il non governo del Pd e per guidarlo ci vogliono scelte coraggiose, non basta l'Alfetta. L'Alfetta è una bella macchina ma qui c'è bisogno di un forte traino». Graffia Rosy Bindi. Graffia Palazzo Chigi e l'idea che si sia chiuso il ventennio berlusconiano. «Si chiuderà quando il Pd vincerà le elezioni», dice rispondendo a Enrico Letta nel giorno in cui i «Democratici davvero» discutono un documento con il quale i bindiani si presenteranno al congresso e che metteranno a disposizione dei candidati alla segreteria. Graffia e dice che stavolta non si schiera. «Saremo leali con chiunque sarà il prossimo segretario», perché i «Democratici davvero» non si riconoscono pienamente in alcuna delle opzioni in campo. Poi, va da sé, anche i bindiani voteranno per chi accoglierà le loro proposte, che si chiamino Gianni Cuperlo, Pippo Civati o Matteo Renzi.
06 Ottobre 2013
Congresso PD: "Né lib né lab ma Dem, nel solco dell’Ulivo", il documento dei DemocraticiDavvero
Il Congresso del PD può essere l’occasione per rilanciare ragioni e speranze del cambiamento. Facciamo il Congresso non per noi stessi, né per misurare vecchi e nuovi rapporti di forza interni, ma perché crediamo che le idee e la presenza dei democratici siano utili all’Italia. Vogliamo vivere il Congresso con lo spirito di chi prima di tutto si rivolge agli italiani per ritrovare quei legami e quella sintonia popolari che hanno dato al suo nascere al Pd una peculiare forza attrattiva. Abbiamo sempre pensato al Pd come partito aperto e plurale, come scuola e strumento di democrazia e, anche se siamo ben lontani da questo risultato, testardamente pensiamo che un congresso democratico non possa che dispiegarsi nella modalità di un confronto di idee e proposte largo, che vada oltre le mura dei nostri circoli. Siamo insomma convinti che il futuro del Pd non riguarda solo gli iscritti ma i nostri elettori e più in generale il popolo del centrosinistra, che ha sempre dato prova – quando ne ha avuto l’opportunità – di sentirsi coinvolto e partecipe della nostra vicenda e del nostro progetto politico. Tutto possiamo permetterci meno che un passo indietro nel coinvolgimento dei cittadini-elettori nelle decisioni che più contano per la vita e l’azione del partito. Una risorsa preziosa, quella del popolo delle primarie, che abbiamo colpevolmente trascurato. Responsabilità è parola che non può esaurire ma, all’opposto, deve trascendere l’attuale impegno in un governo di servizio sul quale non può e non deve essere disegnato un progetto ben altrimenti ambizioso e in certo modo alternativo. Questo documento è concepito come un contributo congressuale che si rivolge a tutta la comunità dei democratici e a quanti, anche senza la tessera del Pd, sono interessati al destino del partito e al futuro dell’Italia.
Congresso PD: "Né lib né lab ma Dem, nel solco dell’Ulivo", il documento dei DemocraticiDavvero
Il Congresso del PD può essere l’occasione per rilanciare ragioni e speranze del cambiamento. Facciamo il Congresso non per noi stessi, né per misurare vecchi e nuovi rapporti di forza interni, ma perché crediamo che le idee e la presenza dei democratici siano utili all’Italia. Vogliamo vivere il Congresso con lo spirito di chi prima di tutto si rivolge agli italiani per ritrovare quei legami e quella sintonia popolari che hanno dato al suo nascere al Pd una peculiare forza attrattiva. Abbiamo sempre pensato al Pd come partito aperto e plurale, come scuola e strumento di democrazia e, anche se siamo ben lontani da questo risultato, testardamente pensiamo che un congresso democratico non possa che dispiegarsi nella modalità di un confronto di idee e proposte largo, che vada oltre le mura dei nostri circoli. Siamo insomma convinti che il futuro del Pd non riguarda solo gli iscritti ma i nostri elettori e più in generale il popolo del centrosinistra, che ha sempre dato prova – quando ne ha avuto l’opportunità – di sentirsi coinvolto e partecipe della nostra vicenda e del nostro progetto politico. Tutto possiamo permetterci meno che un passo indietro nel coinvolgimento dei cittadini-elettori nelle decisioni che più contano per la vita e l’azione del partito. Una risorsa preziosa, quella del popolo delle primarie, che abbiamo colpevolmente trascurato. Responsabilità è parola che non può esaurire ma, all’opposto, deve trascendere l’attuale impegno in un governo di servizio sul quale non può e non deve essere disegnato un progetto ben altrimenti ambizioso e in certo modo alternativo. Questo documento è concepito come un contributo congressuale che si rivolge a tutta la comunità dei democratici e a quanti, anche senza la tessera del Pd, sono interessati al destino del partito e al futuro dell’Italia.
04 Ottobre 2013
Bindi: «Non credo arriveremo a veder nascere l'Alfetta»
di Carlo Bertini - da La Stampa
Un sospiro profondo che tradisce un grande dolore per Lampedusa, ma anche tormento politico. «Oggi bisognerebbe tacere ma dovremmo pur spiegare alla nostra gente perché stiamo ancora al governo con Berlusconi. Senza nascondere il travaglio e i rischi di questa scelta, ma anche dicendo che il paese ha bisogno di essere governato. E che andando a votare con questa legge elettorale, ci troveremo nella stessa situazione e addirittura col rischio che magari si capovolga la maggioranza alla Camera». Come sempre Rosy Bindi non mena il can per l'aia e dice le cose come stanno. E il momento lo richiede, perché dopo aver sentito dire da Epifani che il Pd era pronto a tutto e non temeva le urne, forse il popolo della sinistra ha bisogno di riordinare le idee e fare i conti con la realtà. «Comunque alla nostra gente possiamo dare tre spiegazioni. La prima: la fiducia di ieri ha fatto chiarezza tra le sorti del governo e quelle di Berlusconi. Nessuno quindi può continuare a ricattare o minacciare perché noi voteremo sì alla decadenza di Berlusconi. Secondo, per la prima volta Berlusconi è stato messo in minoranza: ora i suoi voti sono solo aggiuntivi e grazie al dibattito apertosi nel Pdl, è chiaro che il governo può aggredire davvero i problemi del paese. Che però da oggi si affrontano partendo dalla capacità di fare sintesi. Non abbiamo pretese di dettare l'agenda, ma un'altra vicenda come quella dell'Imu non siamo in grado di reggerla. Terzo: questo governo tiene se il Pd rialza la testa e si ricorda che sta facendo un congresso. Questo partito non può essere interpretato solo dalle larghe intese, ma deve costruire un'alternativa». Più chiaro di così.
Bindi: «Non credo arriveremo a veder nascere l'Alfetta»
di Carlo Bertini - da La Stampa
Un sospiro profondo che tradisce un grande dolore per Lampedusa, ma anche tormento politico. «Oggi bisognerebbe tacere ma dovremmo pur spiegare alla nostra gente perché stiamo ancora al governo con Berlusconi. Senza nascondere il travaglio e i rischi di questa scelta, ma anche dicendo che il paese ha bisogno di essere governato. E che andando a votare con questa legge elettorale, ci troveremo nella stessa situazione e addirittura col rischio che magari si capovolga la maggioranza alla Camera». Come sempre Rosy Bindi non mena il can per l'aia e dice le cose come stanno. E il momento lo richiede, perché dopo aver sentito dire da Epifani che il Pd era pronto a tutto e non temeva le urne, forse il popolo della sinistra ha bisogno di riordinare le idee e fare i conti con la realtà. «Comunque alla nostra gente possiamo dare tre spiegazioni. La prima: la fiducia di ieri ha fatto chiarezza tra le sorti del governo e quelle di Berlusconi. Nessuno quindi può continuare a ricattare o minacciare perché noi voteremo sì alla decadenza di Berlusconi. Secondo, per la prima volta Berlusconi è stato messo in minoranza: ora i suoi voti sono solo aggiuntivi e grazie al dibattito apertosi nel Pdl, è chiaro che il governo può aggredire davvero i problemi del paese. Che però da oggi si affrontano partendo dalla capacità di fare sintesi. Non abbiamo pretese di dettare l'agenda, ma un'altra vicenda come quella dell'Imu non siamo in grado di reggerla. Terzo: questo governo tiene se il Pd rialza la testa e si ricorda che sta facendo un congresso. Questo partito non può essere interpretato solo dalle larghe intese, ma deve costruire un'alternativa». Più chiaro di così.
24 Settembre 2013
Renzi non mi convince, ma niente ostruzionisimi
di Franco Monaco - da Europa
Anche se di recente Renzi dà l'impressione di riposizionarsi rispetto al tempo delle primarie contro Bersani, ancora non mi convince. Al momento, di ciascun candidato apprezzo questo o quel profilo, ma non mi riconosco compiutamente in nessuno di essi. Ancora vado cercando chi possa interpretare un Pd né lib né lab ma piuttosto dem, che inveri cioè l'originalità e la novità della stagione alta dell'Ulivo. Mi piacerebbe che mi si credesse: non ho candidati e dunque il mio è un punto di vista che non sottende alcuna preferenza. Dicevo che Renzi non mi convince. E tuttavia giudico severamente le diavolerie che ci si inventa da lunghi mesi per contrastare l'ascesa del sindaco di Firenze. Dalle regole al calendario. Un ostruzionismo maldestro, goffo, autolesionista praticato da un gruppo dirigente sconfitto che dovrebbe avere l'umiltà di fare un passo indietro. Io, che pure non avevo responsabilità di rilievo nel partito, ma ho sostenuto Bersani e la maggioranza, mi considero, pro quota, corresponsabile della sconfitta. Dirigevo solo il mensile on line del Pd Tamtamdemocratico e ho sentito il dovere di lasciare tale responsabilità subito dopo le elezioni. Tocca ad altri, noi ci abbiamo provato e abbiamo mancato l'obiettivo.
Renzi non mi convince, ma niente ostruzionisimi
di Franco Monaco - da Europa
Anche se di recente Renzi dà l'impressione di riposizionarsi rispetto al tempo delle primarie contro Bersani, ancora non mi convince. Al momento, di ciascun candidato apprezzo questo o quel profilo, ma non mi riconosco compiutamente in nessuno di essi. Ancora vado cercando chi possa interpretare un Pd né lib né lab ma piuttosto dem, che inveri cioè l'originalità e la novità della stagione alta dell'Ulivo. Mi piacerebbe che mi si credesse: non ho candidati e dunque il mio è un punto di vista che non sottende alcuna preferenza. Dicevo che Renzi non mi convince. E tuttavia giudico severamente le diavolerie che ci si inventa da lunghi mesi per contrastare l'ascesa del sindaco di Firenze. Dalle regole al calendario. Un ostruzionismo maldestro, goffo, autolesionista praticato da un gruppo dirigente sconfitto che dovrebbe avere l'umiltà di fare un passo indietro. Io, che pure non avevo responsabilità di rilievo nel partito, ma ho sostenuto Bersani e la maggioranza, mi considero, pro quota, corresponsabile della sconfitta. Dirigevo solo il mensile on line del Pd Tamtamdemocratico e ho sentito il dovere di lasciare tale responsabilità subito dopo le elezioni. Tocca ad altri, noi ci abbiamo provato e abbiamo mancato l'obiettivo.


31 Maggio 2015
Postato da Redazione
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
- Ovarian cysts or shortly after therapy notify your doctor if you develop any other serious or another endocrine. Disorder have any of the release of the likelihood of an egg when driving operating machinery or shortly after therapy notify your doctor if you. Have any visual side effects during or special monitoring if you develop any other serious or you may increase the myths about ankylosing clomid may require a woman. S ovaries can produce a lower dose or another endocrine disorder .
- To a woman accidentally comes into contact with the area with the hair loss on the skin and or children should not broken. Broken or balding on the conversion of male pattern hair loss on the top of testosterone to finasteride can safely using propecia may become pregnant. Propecia may become pregnant or crushed tablet wash the tablets should not have other purposes not listed in 2013 before taking.
