
27 Novembre 2012
Rosy Bindi replica a Monti: «Sulla sanità non imitiamo l'America»
da L'Huffington Post
Ex ministro della salute, Rosy Bindi replica, tramite l'Huffington Post, al premier Mario Monti sulla sostenibilità del Sistema sanitario nazionale (SSN). «Dispiace che il presidente Monti sia caduto in un luogo comune - una sanità finanziata con risorse pubbliche sarebbe meno sostenibile di una finanziata con risorse private - che non è degno della sua preparazione tecnica e della sua conoscenza del mondo. È dimostrato dai dati empirici e non da teoremi ideologici: i sistemi sanitari più costosi sono quelli basati su finanziamenti privati o misti, pubblico/privato» dichiara la presidente del Pd.
Rosy Bindi replica a Monti: «Sulla sanità non imitiamo l'America»
da L'Huffington Post
Ex ministro della salute, Rosy Bindi replica, tramite l'Huffington Post, al premier Mario Monti sulla sostenibilità del Sistema sanitario nazionale (SSN). «Dispiace che il presidente Monti sia caduto in un luogo comune - una sanità finanziata con risorse pubbliche sarebbe meno sostenibile di una finanziata con risorse private - che non è degno della sua preparazione tecnica e della sua conoscenza del mondo. È dimostrato dai dati empirici e non da teoremi ideologici: i sistemi sanitari più costosi sono quelli basati su finanziamenti privati o misti, pubblico/privato» dichiara la presidente del Pd.
27 Novembre 2012
«Il voto a Bersani espressione di un Pd plurale»
di Marco Palombi - da Il Fatto Quotidiano
«Ho resistito vent'anni a Berlusconi, posso provarci per un'altra settimana con Renzi». Rosy Bindi è destinata ad avere rapporti burrascosi coi “grandi comunicatori”: successe con le battutacce machiste del Cavaliere, accade oggi col sindaco di Firenze, che l'ha eletta a simbolo della rottamazione necessaria insieme a Massimo D'Alema. Lei, però, non cede: battaglia, ribatte, presenzia in tv e qualche volta – come domenica sera al Tg3 – le scappa un "vaffa". «Mi dispiace aver dato l’impressione di essere nervosa perché non lo ero affatto, non ne avevo motivo: c'era stata grande affluenza alle primarie, Bersani era nettamente in vantaggio, il ballottaggio l'ho sempre dato per scontato e pure le percentuali di Renzi erano attese. In quello studio, però, ero di fatto sotto attacco: a me venivano rivolte le domande più scomode e si dava come per scontato che dovessi interpretare la parte della sconfitta».
«Il voto a Bersani espressione di un Pd plurale»
di Marco Palombi - da Il Fatto Quotidiano
«Ho resistito vent'anni a Berlusconi, posso provarci per un'altra settimana con Renzi». Rosy Bindi è destinata ad avere rapporti burrascosi coi “grandi comunicatori”: successe con le battutacce machiste del Cavaliere, accade oggi col sindaco di Firenze, che l'ha eletta a simbolo della rottamazione necessaria insieme a Massimo D'Alema. Lei, però, non cede: battaglia, ribatte, presenzia in tv e qualche volta – come domenica sera al Tg3 – le scappa un "vaffa". «Mi dispiace aver dato l’impressione di essere nervosa perché non lo ero affatto, non ne avevo motivo: c'era stata grande affluenza alle primarie, Bersani era nettamente in vantaggio, il ballottaggio l'ho sempre dato per scontato e pure le percentuali di Renzi erano attese. In quello studio, però, ero di fatto sotto attacco: a me venivano rivolte le domande più scomode e si dava come per scontato che dovessi interpretare la parte della sconfitta».
24 Novembre 2012
I cattolici non hanno bisogno di un nuovo marchio
di Franco Monaco - da Europa
Con spirito amico ma, insieme, francamente critico, su queste pagine, mi ero rivolto al presidente nazionale delle Acli Olivero. Alcuni circoli Acli mi hanno invitato a incontri pubblici nei quali dare seguito a una discussione che evidentemente li attraversa. Richiamo sinteticamente i miei rilievi. In primo luogo, la contraddizione tra una iniziativa politico-elettorale e la cura per l'autonomia statutaria di associazioni di ispirazione cristiana quali le Acli e la Cisl che sono state e sono laboratorio di pluralismo politico. In secondo luogo, il vistoso contrasto tra la sensibilità e la cultura proprie del cattolicesimo sociale e l'indole liberista di personalità quali Montezemolo con la sua Italia Futura. Terzo: l'enfasi cattolica sui cosiddetti principi non negoziabili e un connubio con forze e culture, la cui indole liberale conduce semmai a soluzioni legislative non esattamente in linea con tali attese.
I cattolici non hanno bisogno di un nuovo marchio
di Franco Monaco - da Europa
Con spirito amico ma, insieme, francamente critico, su queste pagine, mi ero rivolto al presidente nazionale delle Acli Olivero. Alcuni circoli Acli mi hanno invitato a incontri pubblici nei quali dare seguito a una discussione che evidentemente li attraversa. Richiamo sinteticamente i miei rilievi. In primo luogo, la contraddizione tra una iniziativa politico-elettorale e la cura per l'autonomia statutaria di associazioni di ispirazione cristiana quali le Acli e la Cisl che sono state e sono laboratorio di pluralismo politico. In secondo luogo, il vistoso contrasto tra la sensibilità e la cultura proprie del cattolicesimo sociale e l'indole liberista di personalità quali Montezemolo con la sua Italia Futura. Terzo: l'enfasi cattolica sui cosiddetti principi non negoziabili e un connubio con forze e culture, la cui indole liberale conduce semmai a soluzioni legislative non esattamente in linea con tali attese.
11 Novembre 2012
«L'Udc abbandoni i due forni. Io chiederò di candidarmi»
di Pietro Perone - da Il Mattino
Tagliente su Renzi, pronta a presentare la richiesta di deroga al Pd per la sua ricandidatura. Rosy Bindi non molla. La presidente dell'assemblea dei democratici, a Napoli per sostenere la candidatura di Bersani alle primarie, manda a dire al «rottamatore» che è ora di finirla di sollevare questioni procedurali piuttosto «si discuta di contenuti» mentre si infiamma il dibattito sulla legge elettorale. «Potremmo ricordare a Casini che lui il Porcellum l'ha votato e noi no. Mi rendo conto che è difficile riuscire a fare peggio della legge in vigore, ma restituire ai cittadini la possibilità di scegliere e rivedere l'ampiezza delle circoscrizioni non serve a nulla se si smantella l'impianto maggioritario privando gli elettori di scegliere la coalizione».
«L'Udc abbandoni i due forni. Io chiederò di candidarmi»
di Pietro Perone - da Il Mattino
Tagliente su Renzi, pronta a presentare la richiesta di deroga al Pd per la sua ricandidatura. Rosy Bindi non molla. La presidente dell'assemblea dei democratici, a Napoli per sostenere la candidatura di Bersani alle primarie, manda a dire al «rottamatore» che è ora di finirla di sollevare questioni procedurali piuttosto «si discuta di contenuti» mentre si infiamma il dibattito sulla legge elettorale. «Potremmo ricordare a Casini che lui il Porcellum l'ha votato e noi no. Mi rendo conto che è difficile riuscire a fare peggio della legge in vigore, ma restituire ai cittadini la possibilità di scegliere e rivedere l'ampiezza delle circoscrizioni non serve a nulla se si smantella l'impianto maggioritario privando gli elettori di scegliere la coalizione».
05 Novembre 2012
Perché voteremo Bersani
di Democratici Davvero del Pd di Cosenza e dell'Area urbana
Le primarie del centrosinistra, per la scelta del candidato alla Presidenza del Consiglio del governo italiano, dovrebbero costituire il momento più alto della elaborazione programmatica della coalizione in vista della sua assunzione di responsabilità alla guida del Paese, dopo l'ultimo disastroso governo Berlusconi e l'esperienza del governo Monti dettata dall'emergenza economico-finanziaria e democratica. Questo profilo programmatico stenta però a decollare a causa della impostazione impropria che alle primarie è stata data da uno dei candidati, che evitando di prendere posizioni ben definite sui principali problemi del Paese, ha dato vita ad una sorta di personale e lacerante pseudo-congresso del Partito Democratico, fuorviando l'opinione pubblica di centrosinistra sul tema della cosiddetta rottamazione, parola inaccettabile perché radicalmente estranea alla cultura personalista e democratica. Riteniamo infatti che si rottamino lavatrici e automobili, non le persone.
Perché voteremo Bersani
di Democratici Davvero del Pd di Cosenza e dell'Area urbana

02 Novembre 2012
Il Lingotto è una giungla
di Luigi Mariucci - da L'Unità
Non ci sono ormai più parole per commentare la interminabile e sempre più scandalosa vicenda delle relazioni sindacali e del lavoro nelle aziende della Fiat guidata da Marchionne. Questa impresa, che per quasi un secolo è cresciuta in Italia anche grazie alle generose politiche pubbliche, negli ultimi anni ha imposto un insieme di regolamenti aziendali, travestiti da contratti collettivi, caratterizzati da un inasprimento della condizione di lavoro e da clausole costituzionalmente illegittime come quelle relative alla limitazione del diritto di sciopero in nome di un fantomatico progetto denominato "Fabbrica Italia" che avrebbe dovuto comportare un investimento di 20 miliardi.
Il Lingotto è una giungla
di Luigi Mariucci - da L'Unità
Non ci sono ormai più parole per commentare la interminabile e sempre più scandalosa vicenda delle relazioni sindacali e del lavoro nelle aziende della Fiat guidata da Marchionne. Questa impresa, che per quasi un secolo è cresciuta in Italia anche grazie alle generose politiche pubbliche, negli ultimi anni ha imposto un insieme di regolamenti aziendali, travestiti da contratti collettivi, caratterizzati da un inasprimento della condizione di lavoro e da clausole costituzionalmente illegittime come quelle relative alla limitazione del diritto di sciopero in nome di un fantomatico progetto denominato "Fabbrica Italia" che avrebbe dovuto comportare un investimento di 20 miliardi.
28 Ottobre 2012
«Cattolici, attenti alla proposta liberista di Montezemolo»
da L'Unità
Berlusconi? «Ha dato il benservito al governo». Il manifesto targato Montezemolo? «Un cartello eterogeneo, subalterno a un'impostazione di moderatismo tecnocratico e liberista». E se un ministro come Riccardi ha deciso di firmarlo, «maggiore prudenza sarebbe consigliabile» perché certo protagonismo politico appare «difficilmente compatibile con la natura tecnica di questo governo». Rosy Bindi guarda con preoccupazione alle mosse delle ultime ore, quelle viste a destra come quelle che agitano il centro. E sta al Partito Democratico, dice auspicando un «rafforzamento della natura ulivista» del partito di cui è presidente, essere all'altezza di una sfida che ora si fa quanto mai ardua.
«Cattolici, attenti alla proposta liberista di Montezemolo»
da L'Unità
Berlusconi? «Ha dato il benservito al governo». Il manifesto targato Montezemolo? «Un cartello eterogeneo, subalterno a un'impostazione di moderatismo tecnocratico e liberista». E se un ministro come Riccardi ha deciso di firmarlo, «maggiore prudenza sarebbe consigliabile» perché certo protagonismo politico appare «difficilmente compatibile con la natura tecnica di questo governo». Rosy Bindi guarda con preoccupazione alle mosse delle ultime ore, quelle viste a destra come quelle che agitano il centro. E sta al Partito Democratico, dice auspicando un «rafforzamento della natura ulivista» del partito di cui è presidente, essere all'altezza di una sfida che ora si fa quanto mai ardua.
25 Ottobre 2012
Lettera al presidente nazionale delle Acli su Todi 2
di Franco Monaco - da Europa
Caro Olivero, ti ho letto con attenzione a proposito delle conclusioni della Todi 2. Non mi sfuggono - sono parole tue - "un cambio di passo, un salto di qualità nell'assunzione collettiva di responsabilità da parte del mondo cattolico". Così pure non mi sfugge la circostanza che, nella tua lettura (tua o di tutti i protagonisti di Todi?), l'approdo pratico-politico, tanto per parlare chiaro, sarebbe quello di un centro-sinistra con robusto trattino, decisamente alternativo alle derive populiste e alle "suggestioni della destra". Un approdo che a me, uomo di centrosinistra, potrebbe anche piacere. Tuttavia, la tua (vostra?) iniziativa suscita in me preoccupazioni e interrogativi che mi permetto di proporre alla tua attenzione. Anche perché involgono questioni di principio che trascendono la ragione politica e le sue convenienze.
Lettera al presidente nazionale delle Acli su Todi 2
di Franco Monaco - da Europa
Caro Olivero, ti ho letto con attenzione a proposito delle conclusioni della Todi 2. Non mi sfuggono - sono parole tue - "un cambio di passo, un salto di qualità nell'assunzione collettiva di responsabilità da parte del mondo cattolico". Così pure non mi sfugge la circostanza che, nella tua lettura (tua o di tutti i protagonisti di Todi?), l'approdo pratico-politico, tanto per parlare chiaro, sarebbe quello di un centro-sinistra con robusto trattino, decisamente alternativo alle derive populiste e alle "suggestioni della destra". Un approdo che a me, uomo di centrosinistra, potrebbe anche piacere. Tuttavia, la tua (vostra?) iniziativa suscita in me preoccupazioni e interrogativi che mi permetto di proporre alla tua attenzione. Anche perché involgono questioni di principio che trascendono la ragione politica e le sue convenienze.
22 Ottobre 2012
Appello degli elettori dell'Italia Bene Comune
Noi, cittadine e cittadini democratici e progressisti, ci riconosciamo nella Costituzione repubblicana, in un progetto di società di pace, di libertà, di eguaglianza, di laicità, di giustizia, di progresso e di solidarietà. Vogliamo contribuire al cambiamento dell'Italia, alla ricostruzione delle sue istituzioni, a un forte impegno del nostro Paese per un'Europa federale e democratica. Crediamo nel valore del lavoro, nello spirito solidaristico e nel riconoscimento del merito. Vogliamo archiviare la lunga stagione berlusconiana e sconfiggere ogni forma di populismo. Oggi siamo noi i protagonisti del cambiamento e ne sentiamo la responsabilità. La politica non è tutta uguale. Vogliamo che i nostri rappresentanti siano scelti per le loro capacità e per la loro onestà. Chiediamo che i candidati dell'Italia Bene Comune rispettino gli impegni contenuti nella Carta d'Intenti.
Appello degli elettori dell'Italia Bene Comune
Noi, cittadine e cittadini democratici e progressisti, ci riconosciamo nella Costituzione repubblicana, in un progetto di società di pace, di libertà, di eguaglianza, di laicità, di giustizia, di progresso e di solidarietà. Vogliamo contribuire al cambiamento dell'Italia, alla ricostruzione delle sue istituzioni, a un forte impegno del nostro Paese per un'Europa federale e democratica. Crediamo nel valore del lavoro, nello spirito solidaristico e nel riconoscimento del merito. Vogliamo archiviare la lunga stagione berlusconiana e sconfiggere ogni forma di populismo. Oggi siamo noi i protagonisti del cambiamento e ne sentiamo la responsabilità. La politica non è tutta uguale. Vogliamo che i nostri rappresentanti siano scelti per le loro capacità e per la loro onestà. Chiediamo che i candidati dell'Italia Bene Comune rispettino gli impegni contenuti nella Carta d'Intenti.
19 Ottobre 2012
Bindi a Tabacci: «Con il tuo contributo un centrosinistra più forte»
di Rosy Bindi
Caro Bruno, ho letto con attenzione la lettera a Pier Luigi Bersani che mi hai cortesemente inviato per conoscenza. Apprezzo la determinazione e la passione che ti muovono, a cominciare dalla volontà di condividere lo sforzo del Pd a costruire una coalizione che sia credibile e vincente, capace di affrontare il problemi del Paese. È un contributo serio, che va nella direzione di rendere più forte il progetto di un nuovo centrosinistra, che giustamente tu scrivi senza trattino, come del resto ho sempre fatto anch'io, fin dalla nascita dell'Ulivo. E perché non penso e non voglio che la Carta d'Intenti sia scritta sull'acqua. Per questo almeno due delle tue obiezioni, quelle relative all'assenza delle parole "merito" e "liberalizzazioni", mi sento di dire che sono infondate. Non solo perché il merito nella Carta c'è, nel paragrafo sulla libertà, e il tema delle liberalizzazioni, nel senso di un recupero di dinamicità sociale ed economica, è comunque presente in più passaggi del testo. Ma più seriamente perché si tratta di due parole-chiave ormai acquisite nella cultura politica di tutto il Pd.
Bindi a Tabacci: «Con il tuo contributo un centrosinistra più forte»
di Rosy Bindi
Caro Bruno, ho letto con attenzione la lettera a Pier Luigi Bersani che mi hai cortesemente inviato per conoscenza. Apprezzo la determinazione e la passione che ti muovono, a cominciare dalla volontà di condividere lo sforzo del Pd a costruire una coalizione che sia credibile e vincente, capace di affrontare il problemi del Paese. È un contributo serio, che va nella direzione di rendere più forte il progetto di un nuovo centrosinistra, che giustamente tu scrivi senza trattino, come del resto ho sempre fatto anch'io, fin dalla nascita dell'Ulivo. E perché non penso e non voglio che la Carta d'Intenti sia scritta sull'acqua. Per questo almeno due delle tue obiezioni, quelle relative all'assenza delle parole "merito" e "liberalizzazioni", mi sento di dire che sono infondate. Non solo perché il merito nella Carta c'è, nel paragrafo sulla libertà, e il tema delle liberalizzazioni, nel senso di un recupero di dinamicità sociale ed economica, è comunque presente in più passaggi del testo. Ma più seriamente perché si tratta di due parole-chiave ormai acquisite nella cultura politica di tutto il Pd.
12 Ottobre 2012
Elogio dell'antiberlusconismo
di Franco Monaco - da L'Unità
Secondo un luogo comune invalso anche a sinistra non si deve indulgere all'antiberlusconismo. Mi è chiaro il senso di quella raccomandazione: le ossessioni, comprese quelle virtuose, accecano lo sguardo e inficiano la lucidità dell'analisi; non si devono demonizzare le persone che, in buona fede, sono incappate in quella fallace illusione; ci si deve meritare il consenso sulla base di una proposta declinata in positivo... Sono perfettamente d'accordo. Ma a una precisa condizione: che quella lunga stagione, politica e non solo, segnata dalla ingombrante ipoteca di Berlusconi, non sia consegnata all'oblio. Che la lezione che dobbiamo ricavare da essa non sia precipitosamente archiviata. Se ben inteso, a mio avviso, l'antiberlusconismo è una virtù. Per più ragioni.
Elogio dell'antiberlusconismo
di Franco Monaco - da L'Unità
Secondo un luogo comune invalso anche a sinistra non si deve indulgere all'antiberlusconismo. Mi è chiaro il senso di quella raccomandazione: le ossessioni, comprese quelle virtuose, accecano lo sguardo e inficiano la lucidità dell'analisi; non si devono demonizzare le persone che, in buona fede, sono incappate in quella fallace illusione; ci si deve meritare il consenso sulla base di una proposta declinata in positivo... Sono perfettamente d'accordo. Ma a una precisa condizione: che quella lunga stagione, politica e non solo, segnata dalla ingombrante ipoteca di Berlusconi, non sia consegnata all'oblio. Che la lezione che dobbiamo ricavare da essa non sia precipitosamente archiviata. Se ben inteso, a mio avviso, l'antiberlusconismo è una virtù. Per più ragioni.
10 Ottobre 2012
Se vincesse Renzi…
di Franco Monaco - da Europa
Sostengo senza incertezze e con convinzione Bersani. Per le sue sperimentate qualità personali e politiche, per la sua cultura di governo, perché la sua piattaforma politica mi è nota. Essa è fissata nei deliberati di partito e nell'azione quotidiana che abbiamo costruito insieme come Pd negli anni nei quali egli ha retto la segreteria. Sì, diciamo pure che Bersani interpreta l'usato sicuro in cui mi riconosco. Dunque spero che egli vinca le primarie. Primarie aperte che, nonostante diffuse resistenze dentro il gruppo dirigente del Pd, Bersani ha voluto, nella convinzione che, per quanto non risolutivo, quello strumento di partecipazione sia un mezzo, uno dei pochi nelle nostre mani, per contrastare lo spread che separa i cittadini dalla politica. Dunque, il mio sì a Bersani è, come usa dire, un sì in positivo, per la fiducia che nutro nelle sue attitudini a guidare il futuro governo.
Se vincesse Renzi…
di Franco Monaco - da Europa
Sostengo senza incertezze e con convinzione Bersani. Per le sue sperimentate qualità personali e politiche, per la sua cultura di governo, perché la sua piattaforma politica mi è nota. Essa è fissata nei deliberati di partito e nell'azione quotidiana che abbiamo costruito insieme come Pd negli anni nei quali egli ha retto la segreteria. Sì, diciamo pure che Bersani interpreta l'usato sicuro in cui mi riconosco. Dunque spero che egli vinca le primarie. Primarie aperte che, nonostante diffuse resistenze dentro il gruppo dirigente del Pd, Bersani ha voluto, nella convinzione che, per quanto non risolutivo, quello strumento di partecipazione sia un mezzo, uno dei pochi nelle nostre mani, per contrastare lo spread che separa i cittadini dalla politica. Dunque, il mio sì a Bersani è, come usa dire, un sì in positivo, per la fiducia che nutro nelle sue attitudini a guidare il futuro governo.
06 Ottobre 2012
«Renzi fa campagna contro il Pd, così aiuta i berlusconiani e Grillo»
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Il problema di primarie aperte nel partito è stato posto dal sindaco di Firenze, che va in giro con il camper senza simbolo del Pd, e mentre l'Assemblea democratica si riunisce, lui sarà assente. Segno di una estraneità rispetto al partito che gli ha offerto una straordinaria possibilità, facendosi anche attraversare dal rischio di una divisione. Noi saremmo già stati uniti, in campagna elettorale, con il nostro candidato premier Bersani, invece di passare attraverso questo dibattito impegnativo. Del resto, il cuore della campagna di Renzi è un attacco permanente al partito e alla sua classe dirigente. Aggiungo: non vedo quali proposte faccia per l'Italia».
«Renzi fa campagna contro il Pd, così aiuta i berlusconiani e Grillo»
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Il problema di primarie aperte nel partito è stato posto dal sindaco di Firenze, che va in giro con il camper senza simbolo del Pd, e mentre l'Assemblea democratica si riunisce, lui sarà assente. Segno di una estraneità rispetto al partito che gli ha offerto una straordinaria possibilità, facendosi anche attraversare dal rischio di una divisione. Noi saremmo già stati uniti, in campagna elettorale, con il nostro candidato premier Bersani, invece di passare attraverso questo dibattito impegnativo. Del resto, il cuore della campagna di Renzi è un attacco permanente al partito e alla sua classe dirigente. Aggiungo: non vedo quali proposte faccia per l'Italia».
06 Ottobre 2012
«Sulle regole nessuna trattativa, scelte a tutela del voto di tutti»
di Maria Zegarelli - da L'Unità
Misura le parole la presidente del Pd, Rosy Bindi. Perché arrivare a questa Assemblea di oggi, quella deputata a cambiare la norma che permetterà a Matteo Renzi di correre alle primarie, non è stato facile. Solo qualche giorno fa sembrava che stesse saltando il partito stesso e non soltanto il tentativo di arrivare a regole condivise. «Il punto di mediazione sono i documenti che avevamo già predisposto, non c'è stato alcun cambiamento rispetto a quanto già ampiamente illustrato. Nessuna trattativa, nessun cedimento: le regole sono a tutela del voto di ciascuno, non certo per chiudere la partecipazione ma per renderla trasparente. Sono le regole che normalmente si applicano in tutte le primarie».
«Sulle regole nessuna trattativa, scelte a tutela del voto di tutti»
di Maria Zegarelli - da L'Unità
Misura le parole la presidente del Pd, Rosy Bindi. Perché arrivare a questa Assemblea di oggi, quella deputata a cambiare la norma che permetterà a Matteo Renzi di correre alle primarie, non è stato facile. Solo qualche giorno fa sembrava che stesse saltando il partito stesso e non soltanto il tentativo di arrivare a regole condivise. «Il punto di mediazione sono i documenti che avevamo già predisposto, non c'è stato alcun cambiamento rispetto a quanto già ampiamente illustrato. Nessuna trattativa, nessun cedimento: le regole sono a tutela del voto di ciascuno, non certo per chiudere la partecipazione ma per renderla trasparente. Sono le regole che normalmente si applicano in tutte le primarie».
29 Settembre 2012
Domande controcorrente sul caso Sallusti
di Franco Monaco - da Il Manifesto
Chiarisco subito onde fugare equivoci: la pena del carcere è troppo, si provveda a cambiare la legge. Ciò detto non posso tacere un certo disagio per la corale levata di scudi a cominciare da Quirinale, palazzo Chigi, ministro della giustizia. Il caso Sallusti non si risolve nel suo spiacevole epilogo. Un epilogo che peraltro speriamo non sia effettivamente il carcere. Il nostro ordinamento è nel suo complesso abbastanza garantista da autorizzarci a confidare che in carcere Sallusti non ci andrà. E comunque il caso dovrebbe suggerire meno enfasi, più misura, più consapevolezza della molteplicità e della complessità dei problemi che, profittando dell'occasione, merita mettere a tema. Provo a raccoglierne alcuni attraverso una sequela di interrogativi.
Domande controcorrente sul caso Sallusti
di Franco Monaco - da Il Manifesto
Chiarisco subito onde fugare equivoci: la pena del carcere è troppo, si provveda a cambiare la legge. Ciò detto non posso tacere un certo disagio per la corale levata di scudi a cominciare da Quirinale, palazzo Chigi, ministro della giustizia. Il caso Sallusti non si risolve nel suo spiacevole epilogo. Un epilogo che peraltro speriamo non sia effettivamente il carcere. Il nostro ordinamento è nel suo complesso abbastanza garantista da autorizzarci a confidare che in carcere Sallusti non ci andrà. E comunque il caso dovrebbe suggerire meno enfasi, più misura, più consapevolezza della molteplicità e della complessità dei problemi che, profittando dell'occasione, merita mettere a tema. Provo a raccoglierne alcuni attraverso una sequela di interrogativi.
26 Settembre 2012
Le primarie surreali
di Luigi Mariucci
C'è qualcosa di surreale in quanto sta accadendo. Dopo il disastro prodotto dai governi berlusconiani e la parentesi del governo tecnico, il Pd e tutto il centrosinistra dovrebbero essere impegnati a mettere a fuoco le proposte, appunto, per "rifare l'Italia", come recita uno slogan. Si dovrebbe parlare di Europa, lavoro, crescita compatibile, riforma della politica, ecc. Accade invece che la cronaca sia dominata da un kafkiano dibattito sulle primarie. Si dice "primarie di coalizione". Ma la coalizione dov'è? Pare si riduca al solo Vendola, dubbioso, giustamente, sulla opportunità di parteciparvi. Poiché in realtà si tratta di primarie del e nel Pd, ovvero di un congresso mascherato e svolto in forme del tutto improprie. Di tali surreali primarie non si conosce nessuna regola. Anzi i cosiddetti staff di alcuni candidati chiedono a gran voce che nessuna regola sia stabilita di modo che la partecipazione alle primarie sia la più indifferenziata possibile e anzi sia auspicabile che ad essa partecipino elettori del centrodestra.
Le primarie surreali
di Luigi Mariucci
C'è qualcosa di surreale in quanto sta accadendo. Dopo il disastro prodotto dai governi berlusconiani e la parentesi del governo tecnico, il Pd e tutto il centrosinistra dovrebbero essere impegnati a mettere a fuoco le proposte, appunto, per "rifare l'Italia", come recita uno slogan. Si dovrebbe parlare di Europa, lavoro, crescita compatibile, riforma della politica, ecc. Accade invece che la cronaca sia dominata da un kafkiano dibattito sulle primarie. Si dice "primarie di coalizione". Ma la coalizione dov'è? Pare si riduca al solo Vendola, dubbioso, giustamente, sulla opportunità di parteciparvi. Poiché in realtà si tratta di primarie del e nel Pd, ovvero di un congresso mascherato e svolto in forme del tutto improprie. Di tali surreali primarie non si conosce nessuna regola. Anzi i cosiddetti staff di alcuni candidati chiedono a gran voce che nessuna regola sia stabilita di modo che la partecipazione alle primarie sia la più indifferenziata possibile e anzi sia auspicabile che ad essa partecipino elettori del centrodestra.
23 Settembre 2012
Bersani a Bindi: «Abbiamo ancora tanto lavoro da fare assieme»
di Pier Luigi Bersani
Quello che è avvenuto nelle ultime settimane nei Tuoi confronti non può ripetersi. Si è oltrepassato il segno di un dissenso legittimo per arrivare a forme inaccettabili di contestazione. Tu nel Tuo ruolo e con le Tue idee, e certamente dentro ad una discussione difficile, hai contribuito in modo determinante a condurre in porto un avanzamento della posizione del Partito Democratico, in particolare a proposito delle unioni civili delle coppie omosessuali, che io stesso ho più volte riaffermato e chiarito, una proposta che con la forza che ci daranno gli elettori sarà tradotta in nuova legislazione.
Bersani a Bindi: «Abbiamo ancora tanto lavoro da fare assieme»
di Pier Luigi Bersani
Quello che è avvenuto nelle ultime settimane nei Tuoi confronti non può ripetersi. Si è oltrepassato il segno di un dissenso legittimo per arrivare a forme inaccettabili di contestazione. Tu nel Tuo ruolo e con le Tue idee, e certamente dentro ad una discussione difficile, hai contribuito in modo determinante a condurre in porto un avanzamento della posizione del Partito Democratico, in particolare a proposito delle unioni civili delle coppie omosessuali, che io stesso ho più volte riaffermato e chiarito, una proposta che con la forza che ci daranno gli elettori sarà tradotta in nuova legislazione.
23 Settembre 2012
Democratici Davvero verso le primarie: con Bersani se...
Documento finale dell'incontro nazionale di Milano Marittima
Vogliamo parlare dell'Italia all'Italia e non di noi stessi tra di noi. Questa è la ragione che ci ha spinto a scegliere Bersani alle primarie del 2009. Abbiamo dato un contributo essenziale a qualificare la proposta di chi secondo noi avrebbe interpretato al meglio l'alternativa alla destra e al berlusconismo, qualificando il profilo riformista del Pd. Siamo stati essenziali nella costruzione di un partito nuovo, popolare, nazionale e plurale. Con Bersani abbiamo condiviso un cammino impegnativo che ha visto il partito protagonista di difficili battaglie, di una tenace opposizione al berlusconismo e all'ultimo disastroso governo e di un paziente lavoro che ne ha determinato la caduta con l'avvio di una nuova fase di governo della vita del Paese. Così pure abbiamo voluto e sostenuto l'esecutivo di Monti per fronteggiare l'emergenza. Abbiamo condiviso un lungo impegno programmatico e la proposta di nuovo Ulivo e di una nuova alleanza di centrosinistra.
Democratici Davvero verso le primarie: con Bersani se...
Documento finale dell'incontro nazionale di Milano Marittima

01 Settembre 2012
Bindi: «È chiaro il gioco di sponda tra destra e sedicente sinistra»
di Maria Zegarelli - da L'Unità
«Siamo in una situazione paradossale nella quale si stanno facendo reciprocamente sponda due culture e due impostazioni politiche che dovrebbero essere alternative e invece finiscono per convergere. La destra da una parte e una sedicente sinistra, fatico a definire sinistra certe forze politiche, dall'altra stanno facendo un gioco pericoloso. Sono entrambe il frutto di questa stagione caratterizzata da una profonda incultura costituzionale e istituzionale del Paese. Non credo che Berlusconi in questa vicenda non c'entri nulla e d'altra parte non si spiega questa corsa di molti esponenti del suo partito a dimostrare che sono tutti vittime della magistratura e a chiedere di nuovo la legge sulle intercettazioni».
Bindi: «È chiaro il gioco di sponda tra destra e sedicente sinistra»
di Maria Zegarelli - da L'Unità
«Siamo in una situazione paradossale nella quale si stanno facendo reciprocamente sponda due culture e due impostazioni politiche che dovrebbero essere alternative e invece finiscono per convergere. La destra da una parte e una sedicente sinistra, fatico a definire sinistra certe forze politiche, dall'altra stanno facendo un gioco pericoloso. Sono entrambe il frutto di questa stagione caratterizzata da una profonda incultura costituzionale e istituzionale del Paese. Non credo che Berlusconi in questa vicenda non c'entri nulla e d'altra parte non si spiega questa corsa di molti esponenti del suo partito a dimostrare che sono tutti vittime della magistratura e a chiedere di nuovo la legge sulle intercettazioni».
01 Settembre 2012
Martini uomo tra gli uomini
di Franco Monaco - da Europa
Avendo avuto il dono e il privilegio di conoscere il cardinal Martini e di cooperare con lui, la notizia, per quanto attesa, del suo ritorno alla casa del Padre mi prende alla gola. Ci sarà tempo e modo di riflettere sulla sua figura e sulla sua lezione. In queste ore, basti una piccola testimonianza personale sull'uomo e sullo stile cui egli improntava le umane relazioni. Anche perché, a mio avviso, quel tratto umano non è estraneo alla sua opera di biblista e di pastore. In certo modo, ne rappresenta la radice e lo sfondo. Martini aveva un naturale tratto aristocratico. Naturale, ripeto, non ricercato. Anzi, in certo modo, la cosa gli faceva problema, perché, ne era consapevole, poteva accreditare l'idea di un suo freddo distacco da persone e comunità. Non era così: rispondeva alla sua indole. Forse - azzardo - era il portato delle sue origini sociali e familiari, quelle della borghesia piemontese, e della severa disciplina ignaziana che seguono i gesuiti. Sulle prime egli incuteva una qualche soggezione ai suoi interlocutori, dava immediatamente l'idea di avere a che fare con un uomo di statura davvero straordinaria.
Martini uomo tra gli uomini
di Franco Monaco - da Europa
Avendo avuto il dono e il privilegio di conoscere il cardinal Martini e di cooperare con lui, la notizia, per quanto attesa, del suo ritorno alla casa del Padre mi prende alla gola. Ci sarà tempo e modo di riflettere sulla sua figura e sulla sua lezione. In queste ore, basti una piccola testimonianza personale sull'uomo e sullo stile cui egli improntava le umane relazioni. Anche perché, a mio avviso, quel tratto umano non è estraneo alla sua opera di biblista e di pastore. In certo modo, ne rappresenta la radice e lo sfondo. Martini aveva un naturale tratto aristocratico. Naturale, ripeto, non ricercato. Anzi, in certo modo, la cosa gli faceva problema, perché, ne era consapevole, poteva accreditare l'idea di un suo freddo distacco da persone e comunità. Non era così: rispondeva alla sua indole. Forse - azzardo - era il portato delle sue origini sociali e familiari, quelle della borghesia piemontese, e della severa disciplina ignaziana che seguono i gesuiti. Sulle prime egli incuteva una qualche soggezione ai suoi interlocutori, dava immediatamente l'idea di avere a che fare con un uomo di statura davvero straordinaria.


31 Maggio 2015
Postato da Redazione
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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