
20 Agosto 2015
Funerale Casamonica, Bindi: "Allarmante si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso"
È allarmante che il funerale di un esponente del clan Casamonica, coinvolto in numerose inchieste sulla criminalità romana e su Mafia Capitale, si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso. Quanto avvenuto oggi a Roma non è francamente accettabile. Sarà necessario accertare se tutto questo sia accaduto con o senza le dovute autorizzazioni. Preoccupa in ogni caso il clima di consenso che ha accompagnato una simile messa in scena, che dovrebbe fugare ogni dubbio sull'esistenza della mafia nella Capitale e raddoppiare l'impegno delle istituzioni a contrastarne la forza e la capacità di inquinare ampi settori della società e della pubblica amministrazione.
Funerale Casamonica, Bindi: "Allarmante si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso"
È allarmante che il funerale di un esponente del clan Casamonica, coinvolto in numerose inchieste sulla criminalità romana e su Mafia Capitale, si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso. Quanto avvenuto oggi a Roma non è francamente accettabile. Sarà necessario accertare se tutto questo sia accaduto con o senza le dovute autorizzazioni. Preoccupa in ogni caso il clima di consenso che ha accompagnato una simile messa in scena, che dovrebbe fugare ogni dubbio sull'esistenza della mafia nella Capitale e raddoppiare l'impegno delle istituzioni a contrastarne la forza e la capacità di inquinare ampi settori della società e della pubblica amministrazione.
12 Giugno 2015
Ora gli autoassolti azzannano le leggi
di Gian Carlo Caselli - da il Fatto Quotidiano
La classe politica italiana è specializzata nel seppellire la questione morale sotto un mucchio di ipocrisia. O facendo finta di niente o rinviando ogni intervento alla fine del processo penale. Di fatto perennemente autoassolvendosi. Ma la specie politica dell'autoassoluzione ha subito un'evoluzione degenerativa. È accaduto con le feroci polemiche che hanno segnato la pubblicazione della lista dei cosiddetti "impresentabili".
Ora gli autoassolti azzannano le leggi
di Gian Carlo Caselli - da il Fatto Quotidiano
La classe politica italiana è specializzata nel seppellire la questione morale sotto un mucchio di ipocrisia. O facendo finta di niente o rinviando ogni intervento alla fine del processo penale. Di fatto perennemente autoassolvendosi. Ma la specie politica dell'autoassoluzione ha subito un'evoluzione degenerativa. È accaduto con le feroci polemiche che hanno segnato la pubblicazione della lista dei cosiddetti "impresentabili".
10 Giugno 2015
Commissione Antimafia, le comunicazioni della Presidente Rosy Bindi

Commissione Antimafia, le comunicazioni della Presidente Rosy Bindi

03 Giugno 2015
Non si capisce davvero a che titolo Cantone sferri il suo attacco alla Bindi
di Gad Lerner - da http://www.gadlerner.it/
In un'intervista a Liana Milella su "Repubblica", il magistrato Raffaele Cantone -non si sa bene se come privato cittadino o come Commissario nominato dal governo all'Autorità per la lotta contro la corruzione- ha pensato bene di sferrare un attacco diretto contro Rosy Bindi: "Questa vicenda degli impresentabili è stato, per me, un grave passo falso, un errore istituzionale". Ohibò! Non sapevo che a Cantone fossero attribuiti pure compiti di controllo e indirizzo sulle attività delle commissioni parlamentari bicamerali!
Non si capisce davvero a che titolo Cantone sferri il suo attacco alla Bindi
di Gad Lerner - da http://www.gadlerner.it/
In un'intervista a Liana Milella su "Repubblica", il magistrato Raffaele Cantone -non si sa bene se come privato cittadino o come Commissario nominato dal governo all'Autorità per la lotta contro la corruzione- ha pensato bene di sferrare un attacco diretto contro Rosy Bindi: "Questa vicenda degli impresentabili è stato, per me, un grave passo falso, un errore istituzionale". Ohibò! Non sapevo che a Cantone fossero attribuiti pure compiti di controllo e indirizzo sulle attività delle commissioni parlamentari bicamerali!
31 Maggio 2015
Bersani: "Dare addosso a Rosy Bindi in questa maniera è una vergogna"
di Aldo Cazzullo - da Corriere della sera
«In queste ore, a chi mi chiede, rispondo: andate a votare, e votate Pd. Ma sono anche molto incazzato. E preoccupato. Perché dare addosso a Rosy Bindi in questa maniera è una vergogna. […] Sia chiaro: deve essere la legge a decidere chi si può candidare e chi no. Però esiste anche il codice antimafia. L'abbiamo approvato tra l'entusiasmo di tutti. E il codice va rispettato. La polemica sui tempi del pronunciamento della commissione antimafia è sbagliata. Bisognava aspettare che fossero depositate le candidature, e che arrivassero le informazioni dalle prefetture. Dare addosso in questa maniera alla Bindi, una donna del suo rigore e della sua passione politica, è indegno. Vuol dire che abbiamo perso la bussola. E qui o si va a messa o si sta a casa».
Bersani: "Dare addosso a Rosy Bindi in questa maniera è una vergogna"
di Aldo Cazzullo - da Corriere della sera
«In queste ore, a chi mi chiede, rispondo: andate a votare, e votate Pd. Ma sono anche molto incazzato. E preoccupato. Perché dare addosso a Rosy Bindi in questa maniera è una vergogna. […] Sia chiaro: deve essere la legge a decidere chi si può candidare e chi no. Però esiste anche il codice antimafia. L'abbiamo approvato tra l'entusiasmo di tutti. E il codice va rispettato. La polemica sui tempi del pronunciamento della commissione antimafia è sbagliata. Bisognava aspettare che fossero depositate le candidature, e che arrivassero le informazioni dalle prefetture. Dare addosso in questa maniera alla Bindi, una donna del suo rigore e della sua passione politica, è indegno. Vuol dire che abbiamo perso la bussola. E qui o si va a messa o si sta a casa».
30 Maggio 2015
Così seppelliscono la questione morale
di Gian Carlo Caselli - da il Fatto Quotidiano
Una grave anomalia del nostro Paese consiste nel valutare gli interventi sul versante dell’osservanza delle regole non in base a criteri di correttezza e rigore, ma in base al parametro di utilità. In sostanza il messaggio è: se applicando le regole si fa qualcosa che danneggia me o qualcuno della mia cordata, metti in conto che tu che applichi le regole dovrai subire attacchi, aggressioni e denunce. È la solita difesa “contro” le regole, uscendo dal circuito delle regole stesse. Un classico è accusare chi fa il suo dovere di uso distorto della funzione per fini politici di parte, appioppando etichette fasulle di appartenenza a questa o quell’altra fazione. Sta succedendo anche alla presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, accusata ingiustamente di voler favorire una componente del suo gruppo politico a scapito di altre. Lo scopo è quello di sempre: denigrare e svalutare il lavoro che si sta facendo, parlando di altro rispetto al merito. È successo a Falcone e Borsellino quando si occupavano di Vito Ciancimino e dei fratelli Salvo, è successo alla Procura di Palermo quando si occupava del dopo stragi, di Andreotti e Dell’Utri. Succede oggi a Rosy Bindi, quando si occupa, non di un insieme di parole vuote, ma di rompere la cortina di silenzio che sta cancellando la questione morale.
Così seppelliscono la questione morale
di Gian Carlo Caselli - da il Fatto Quotidiano
Una grave anomalia del nostro Paese consiste nel valutare gli interventi sul versante dell’osservanza delle regole non in base a criteri di correttezza e rigore, ma in base al parametro di utilità. In sostanza il messaggio è: se applicando le regole si fa qualcosa che danneggia me o qualcuno della mia cordata, metti in conto che tu che applichi le regole dovrai subire attacchi, aggressioni e denunce. È la solita difesa “contro” le regole, uscendo dal circuito delle regole stesse. Un classico è accusare chi fa il suo dovere di uso distorto della funzione per fini politici di parte, appioppando etichette fasulle di appartenenza a questa o quell’altra fazione. Sta succedendo anche alla presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, accusata ingiustamente di voler favorire una componente del suo gruppo politico a scapito di altre. Lo scopo è quello di sempre: denigrare e svalutare il lavoro che si sta facendo, parlando di altro rispetto al merito. È successo a Falcone e Borsellino quando si occupavano di Vito Ciancimino e dei fratelli Salvo, è successo alla Procura di Palermo quando si occupava del dopo stragi, di Andreotti e Dell’Utri. Succede oggi a Rosy Bindi, quando si occupa, non di un insieme di parole vuote, ma di rompere la cortina di silenzio che sta cancellando la questione morale.
30 Maggio 2015
Grazie a Rosy Bindi e alla Commissione
di Tano Grasso
“È la prima volta nella storia di questo paese che una istituzione parlamentare così autorevole come la commissione antimafia ha la forza e la coerenza di richiamare le responsabilità politiche dei partiti nel selezionare i candidati alle elezioni”. Per questo Tano Grasso, presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket italiane (Fai), si dice grato alla commissione parlamentare antimafia e a Rosy Bindi che la presiede. Alle polemiche sollevate dalla lista dei candidati “impresentabili” resa nota dalla commissione parlamentare antimafia, Grasso replica spiegando che: “Non si tratta di emettere sentenze o di ‘fare processi in piazza’. I processi riguardano l’innocenza o la colpevolezza. Qui si tratta di assumersi la responsabilità di una valutazione politica, come prevede d’altra parte anche il codice di autoregolamentazione votato dagli stessi partiti che oggi criticano la presidente Bindi”. “Il giudizio politico – ribadisce Grasso – non può essere espresso solo dopo una sentenza definitiva”. “Trovo assolutamente sgradevole – aggiunge il presidente onorario della Federazione antiracket – insinuare che dietro questa decisione ci siano dinamiche di corrente. Non si può gettare discredito su chi ricopre un importante ruolo istituzionale, sollevando sospetti di questo tipo”. “Il problema – avverte Grasso – non è la commissione antimafia, ma il modo in cui i partiti selezionano i propri candidati”.
Grazie a Rosy Bindi e alla Commissione
di Tano Grasso
“È la prima volta nella storia di questo paese che una istituzione parlamentare così autorevole come la commissione antimafia ha la forza e la coerenza di richiamare le responsabilità politiche dei partiti nel selezionare i candidati alle elezioni”. Per questo Tano Grasso, presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket italiane (Fai), si dice grato alla commissione parlamentare antimafia e a Rosy Bindi che la presiede. Alle polemiche sollevate dalla lista dei candidati “impresentabili” resa nota dalla commissione parlamentare antimafia, Grasso replica spiegando che: “Non si tratta di emettere sentenze o di ‘fare processi in piazza’. I processi riguardano l’innocenza o la colpevolezza. Qui si tratta di assumersi la responsabilità di una valutazione politica, come prevede d’altra parte anche il codice di autoregolamentazione votato dagli stessi partiti che oggi criticano la presidente Bindi”. “Il giudizio politico – ribadisce Grasso – non può essere espresso solo dopo una sentenza definitiva”. “Trovo assolutamente sgradevole – aggiunge il presidente onorario della Federazione antiracket – insinuare che dietro questa decisione ci siano dinamiche di corrente. Non si può gettare discredito su chi ricopre un importante ruolo istituzionale, sollevando sospetti di questo tipo”. “Il problema – avverte Grasso – non è la commissione antimafia, ma il modo in cui i partiti selezionano i propri candidati”.
30 Maggio 2015
Don Luigi Ciotti, "Lascia tanta amarezza la polemica suscitata dalle indicazioni della Commissione Antimafia"
Roma (AGI) - Lo dice don Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera e Gruppo Abele, che aggiunge: ''Da anni auspichiamo un rinnovamento della politica, una sua pulizia dal malaffare, dalla corruzione, e dai fiancheggiamenti con il crimine organizzato, e ora che la Commissione Antimafia esercita fino in fondo le sue funzioni si riduce tutto ad una lotta di potere tra correnti di partito, benche' le indicazioni riguardino sia il centrodestra che il centrosinistra e dunque non possono essere accusate di faziosità''. Don Ciotti conclude: ''Si potrà discutere il metodo ed i tempi, ma non l'importanza, anche l'essenzialitaà del merito, ossia che e' in gioco, molto prima che la vittoria di questo o quel partito nelle imminenti elezioni regionali, la credibilità della politica, una credibilità che può essere riacquisita solo abbandonando gli opportunismi e le convenienze ispirate alle logiche del fine che giustifica i mezzi. Sono false vittorie quelle che cinicamente sacrificano l'etica al potere. Vittorie che paghiamo tutti, a cominciare dai tanti che ancora credono nella politica come servizio del bene comune''.
Don Luigi Ciotti, "Lascia tanta amarezza la polemica suscitata dalle indicazioni della Commissione Antimafia"
Roma (AGI) - Lo dice don Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera e Gruppo Abele, che aggiunge: ''Da anni auspichiamo un rinnovamento della politica, una sua pulizia dal malaffare, dalla corruzione, e dai fiancheggiamenti con il crimine organizzato, e ora che la Commissione Antimafia esercita fino in fondo le sue funzioni si riduce tutto ad una lotta di potere tra correnti di partito, benche' le indicazioni riguardino sia il centrodestra che il centrosinistra e dunque non possono essere accusate di faziosità''. Don Ciotti conclude: ''Si potrà discutere il metodo ed i tempi, ma non l'importanza, anche l'essenzialitaà del merito, ossia che e' in gioco, molto prima che la vittoria di questo o quel partito nelle imminenti elezioni regionali, la credibilità della politica, una credibilità che può essere riacquisita solo abbandonando gli opportunismi e le convenienze ispirate alle logiche del fine che giustifica i mezzi. Sono false vittorie quelle che cinicamente sacrificano l'etica al potere. Vittorie che paghiamo tutti, a cominciare dai tanti che ancora credono nella politica come servizio del bene comune''.
30 Maggio 2015
Camusso: impresentabili? le regole decise vanno applicate
Bologna (askanews) - Le regole che vengono decise vanno applicate. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato la polemica suscitata dalle indicazioni della Commissione Antimafia sui candidati alle prossime elezioni regionali. "Il tema - ha spiegato Camusso a margine della festa della Cgil di Bologna - è avere un comportamento rigoroso che è quello che si decidono delle regole e poi si applicano. Non è che le regole debbano variare in ragione di altre convenienze".
Camusso: impresentabili? le regole decise vanno applicate
Bologna (askanews) - Le regole che vengono decise vanno applicate. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato la polemica suscitata dalle indicazioni della Commissione Antimafia sui candidati alle prossime elezioni regionali. "Il tema - ha spiegato Camusso a margine della festa della Cgil di Bologna - è avere un comportamento rigoroso che è quello che si decidono delle regole e poi si applicano. Non è che le regole debbano variare in ragione di altre convenienze".
21 Aprile 2015
AL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE PD
Caro Orfini, fa davvero male leggere sugli organi di stampa che alla imminente Festa nazionale dell'Unità non sarebbero stati invitati alcuni tra i più autorevoli esponenti del partito: dai fondatori, agli ex segretari, ai candidati alle primarie per la segreteria. Mi auguro che tu possa smentire una scelta che, se fosse confermata, sarebbe non meno grave della sostituzione di dieci deputati nella Commissione affari costituzionali della Camera. Qualcuno potrà spiegare che il segretario per ottenere l’approvazione dell’Italicum, al più presto e senza modifiche, faccia leva sulla differenza tra il mandato in commissione, dove i componenti sono designati dal gruppo parlamentare, e quello in aula dove ci si esprime con la libertà prevista dalla Costituzione e dove l’appello alla disciplina di gruppo o di partito non può spingersi oltre certi limiti. Ma la Festa dell’Unità non è una seduta del parlamento nella quale si devono prendere decisioni. È da sempre il momento di massima apertura e confronto del Pd, espressione della nostra capacità di incontrare e parlare con tutti - iscritti, elettori, cittadini - in grande libertà e con ricchezza di idee e proposte. Immaginare di fare una Festa nazionale selezionando le presenze politiche sulla base della fedeltà alla linea del segretario sarebbe un’involuzione, questa sì, che non ha precedenti nella lunga storia delle feste dei partiti popolari italiani. Ti chiedo, come Presidente dell’Assemblea nazionale e garante del pluralismo del Pd, di assicurare che la festa sia, come sempre è stato, specchio della originale natura del nostro partito. In caso contrario dovrei prendere atto che la mia preoccupazione sul rischio di uno snaturamento del Pd è una realtà. Si è interrotta la costruzione di un partito nuovo, democratico, laico e plurale. Il Pd non solo sta rinnegando la prospettiva del bipolarismo con la proposta dell’Italicum, ma sconfessa le sue radici uliviste per consegnarsi al pensiero unico del nascente Partito della nazione. In attesa di avere buone notizie, un caro saluto. Rosy Bindi
AL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE PD
Caro Orfini, fa davvero male leggere sugli organi di stampa che alla imminente Festa nazionale dell'Unità non sarebbero stati invitati alcuni tra i più autorevoli esponenti del partito: dai fondatori, agli ex segretari, ai candidati alle primarie per la segreteria. Mi auguro che tu possa smentire una scelta che, se fosse confermata, sarebbe non meno grave della sostituzione di dieci deputati nella Commissione affari costituzionali della Camera. Qualcuno potrà spiegare che il segretario per ottenere l’approvazione dell’Italicum, al più presto e senza modifiche, faccia leva sulla differenza tra il mandato in commissione, dove i componenti sono designati dal gruppo parlamentare, e quello in aula dove ci si esprime con la libertà prevista dalla Costituzione e dove l’appello alla disciplina di gruppo o di partito non può spingersi oltre certi limiti. Ma la Festa dell’Unità non è una seduta del parlamento nella quale si devono prendere decisioni. È da sempre il momento di massima apertura e confronto del Pd, espressione della nostra capacità di incontrare e parlare con tutti - iscritti, elettori, cittadini - in grande libertà e con ricchezza di idee e proposte. Immaginare di fare una Festa nazionale selezionando le presenze politiche sulla base della fedeltà alla linea del segretario sarebbe un’involuzione, questa sì, che non ha precedenti nella lunga storia delle feste dei partiti popolari italiani. Ti chiedo, come Presidente dell’Assemblea nazionale e garante del pluralismo del Pd, di assicurare che la festa sia, come sempre è stato, specchio della originale natura del nostro partito. In caso contrario dovrei prendere atto che la mia preoccupazione sul rischio di uno snaturamento del Pd è una realtà. Si è interrotta la costruzione di un partito nuovo, democratico, laico e plurale. Il Pd non solo sta rinnegando la prospettiva del bipolarismo con la proposta dell’Italicum, ma sconfessa le sue radici uliviste per consegnarsi al pensiero unico del nascente Partito della nazione. In attesa di avere buone notizie, un caro saluto. Rosy Bindi
19 Aprile 2015
Gli emendamenti Bindi all'Italicum
I due emendamenti presentati, su premio di maggioranza anche alla coalizione e apparentamento al ballottaggio.
Gli emendamenti Bindi all'Italicum
I due emendamenti presentati, su premio di maggioranza anche alla coalizione e apparentamento al ballottaggio.
30 Marzo 2015
Bindi: "Sono impegnata in Parlamento a modificare una legge elettorale che presenta ancora limiti molto forti".
Bindi: "Sono impegnata in Parlamento a modificare una legge elettorale che presenta ancora limiti molto forti".
05 Febbraio 2015
Bindi: «Mattarella, un cattolico democratico»
di Mauro Suttura - da Oggi
«Quando sono entrata in Parlamento nel 1994 avevo alla destra del mio seggio Sergio Mattarella, e a sinistra Leopoldo Elia. Ho imparato molto da loro. E stata una gran scuola: quella di Aldo Moro, Zaccagnini, La Pira, Dossetti. Insomma, i cattolici democratici della sinistra Dc». Rosy Bindi è considerata la sorella politica del nuovo presidente della Repubblica.
Bindi: «Mattarella, un cattolico democratico»
di Mauro Suttura - da Oggi
«Quando sono entrata in Parlamento nel 1994 avevo alla destra del mio seggio Sergio Mattarella, e a sinistra Leopoldo Elia. Ho imparato molto da loro. E stata una gran scuola: quella di Aldo Moro, Zaccagnini, La Pira, Dossetti. Insomma, i cattolici democratici della sinistra Dc». Rosy Bindi è considerata la sorella politica del nuovo presidente della Repubblica.
05 Febbraio 2015
«Per la prima volta un moroteo sul Colle»
di Annachiara Valle - da Famiglia cristiana
Bindi: «La cultura di Mattarella è quella della sinistra Dc, morotea, che è sempre stata l'alternativa al pentapartito craxiano di cui Berlusconi è l'erede. Una persona come Mattarella è di garanzia per tutti perché è una persona che rispetta la Costituzione, non perché sia prossimo a questo o a quello schieramento».
«Per la prima volta un moroteo sul Colle»
di Annachiara Valle - da Famiglia cristiana
Bindi: «La cultura di Mattarella è quella della sinistra Dc, morotea, che è sempre stata l'alternativa al pentapartito craxiano di cui Berlusconi è l'erede. Una persona come Mattarella è di garanzia per tutti perché è una persona che rispetta la Costituzione, non perché sia prossimo a questo o a quello schieramento».
01 Febbraio 2015
Rosy Bindi: «Un Capo dello Stato nel segno di Moro»
di Andrea Bonzi - da Quotidiano Nazionale
«Quello seguito all'elezione di Mattarella è stato un applauso liberatorio: il Pd si è finalmente lasciato alle spalle la 'ferita' dei 101, un peso che si è portato dietro negli ultimi due anni. Oggi siamo uniti, speriamo che il metodo scelto per il presidente sia replicato anche per le riforme». Luna di miele tra i democratici: Rosy Bindi, ex presidente del partito ora a capo della Commissione parlamentare antimafia, è serena. L'elezione del nuovo capo dello Stato sembra aver ricompattato il partito, dopo mesi di tempesta interna in cui la stessa Bindi non ha lesinato critiche a Renzi.
Rosy Bindi: «Un Capo dello Stato nel segno di Moro»
di Andrea Bonzi - da Quotidiano Nazionale



31 Maggio 2015
Postato da Redazione
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
- Ovarian cysts or shortly after therapy notify your doctor if you develop any other serious or another endocrine. Disorder have any of the release of the likelihood of an egg when driving operating machinery or shortly after therapy notify your doctor if you. Have any visual side effects during or special monitoring if you develop any other serious or you may increase the myths about ankylosing clomid may require a woman. S ovaries can produce a lower dose or another endocrine disorder .
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