
09 Agosto 2015
Un accorato appello
di Giampiero Calapà - da Il Fatto Quotidiano
O Renzi è disponibile a riaprire una fase di dialogo vero con il suo stesso partito per un ripensamento che ci riporti alle nostre origini uliviste oppure è inevitabile che a sinistra di questo Pd nasca una forza di governo, non residuale. E il tempo a disposizione non è molto, le cose saranno già chiare a settembre con il percorso parlamentare delle riforme costituzionali”. Quello di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, non è un ultimatum, ma un estremo accorato appello al segretario del Pd Matteo Renzi, mentre c’è sempre più aria di nuovi patti del Nazareno e nuove intese con Berlusconi, non bastasse già Alfano e non bastasse neppure Denis Verdini. “Non possiamo continuare ad essere così schiacciati su proposte di centrodestra, dal lavoro alla scuola, dalla sanità al fisco”.
Un accorato appello
di Giampiero Calapà - da Il Fatto Quotidiano
O Renzi è disponibile a riaprire una fase di dialogo vero con il suo stesso partito per un ripensamento che ci riporti alle nostre origini uliviste oppure è inevitabile che a sinistra di questo Pd nasca una forza di governo, non residuale. E il tempo a disposizione non è molto, le cose saranno già chiare a settembre con il percorso parlamentare delle riforme costituzionali”. Quello di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, non è un ultimatum, ma un estremo accorato appello al segretario del Pd Matteo Renzi, mentre c’è sempre più aria di nuovi patti del Nazareno e nuove intese con Berlusconi, non bastasse già Alfano e non bastasse neppure Denis Verdini. “Non possiamo continuare ad essere così schiacciati su proposte di centrodestra, dal lavoro alla scuola, dalla sanità al fisco”.
19 Giugno 2015
Svolta Capitale
di Marco Damilano - da l'Espresso
Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, elenca le audizioni su Mafia Capitale: la Procura di Roma, Gianni Alemanno e Ignazio Marino, il presidente della Lega cooperative... «Andremo a sentire Salvatore Buzzi. E ascolteremo i partiti, a cominciare dal Pd che non si è sottratto alle sue responsabilità». Per la Bindi l'inchiesta è la fotografia di una politica vecchia e nuova permeabile alle mafie. E richiede una risposta di sistema. «Va affermata l'autonomia tra i partiti e le istituzioni. Un abc dimenticato, anche in questa fase di ricostruzione. La prima qualità del cambiamento è la netta distinzione tra partito e istituzioni».
Svolta Capitale
di Marco Damilano - da l'Espresso
Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, elenca le audizioni su Mafia Capitale: la Procura di Roma, Gianni Alemanno e Ignazio Marino, il presidente della Lega cooperative... «Andremo a sentire Salvatore Buzzi. E ascolteremo i partiti, a cominciare dal Pd che non si è sottratto alle sue responsabilità». Per la Bindi l'inchiesta è la fotografia di una politica vecchia e nuova permeabile alle mafie. E richiede una risposta di sistema. «Va affermata l'autonomia tra i partiti e le istituzioni. Un abc dimenticato, anche in questa fase di ricostruzione. La prima qualità del cambiamento è la netta distinzione tra partito e istituzioni».
13 Giugno 2015
Bindi, la vendetta che macchia il Pd
di Franco Monaco - da il Fatto Quotidiano
Come usa dire, il tempo è galantuomo. Con il trascorrere dei giorni, si è depositata la polvere delle feroci polemiche che hanno investito Rosy Bindi in qualità di presidente della commissione Antimafia. Polemiche - risulta sempre più chiaro - originate da disinformazione, fraintendimenti, strumentalità. Sino alla più sconcertante e calunniosa delle accuse, mossa incredibilmente dal vertice del suo stesso partito, di un comportamento ispirato a rancore e a obiettivi di lotta politica interna al Pd, cui la Bindi avrebbe piegato l'istituzione della Bicamerale antimafia.
Bindi, la vendetta che macchia il Pd
di Franco Monaco - da il Fatto Quotidiano
Come usa dire, il tempo è galantuomo. Con il trascorrere dei giorni, si è depositata la polvere delle feroci polemiche che hanno investito Rosy Bindi in qualità di presidente della commissione Antimafia. Polemiche - risulta sempre più chiaro - originate da disinformazione, fraintendimenti, strumentalità. Sino alla più sconcertante e calunniosa delle accuse, mossa incredibilmente dal vertice del suo stesso partito, di un comportamento ispirato a rancore e a obiettivi di lotta politica interna al Pd, cui la Bindi avrebbe piegato l'istituzione della Bicamerale antimafia.
02 Giugno 2015
Rosy Bindi «Dal partito pretendo le scuse. Rivedo lo spettro del 25%»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«Adesso che le urne sono chiuse e che il Pd ha vinto, io pretendo un risarcimento per il linciaggio al quale è stata sottoposta la mia persona. Un risarcimento che chiederò in sede istituzionale e di partito. Pretendo le scuse, pubbliche e formali, per essere stata ingiustamente diffamata, accusata di avere usato un ruolo istituzionale per una lotta interna o, addirittura, per una vendetta dentro il partito. Un'accusa troppo grave, lesiva della mia dignità e di quella della commissione Antimafia, che presiedo».
Rosy Bindi «Dal partito pretendo le scuse. Rivedo lo spettro del 25%»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«Adesso che le urne sono chiuse e che il Pd ha vinto, io pretendo un risarcimento per il linciaggio al quale è stata sottoposta la mia persona. Un risarcimento che chiederò in sede istituzionale e di partito. Pretendo le scuse, pubbliche e formali, per essere stata ingiustamente diffamata, accusata di avere usato un ruolo istituzionale per una lotta interna o, addirittura, per una vendetta dentro il partito. Un'accusa troppo grave, lesiva della mia dignità e di quella della commissione Antimafia, che presiedo».
31 Maggio 2015
Antimafia e candidature, Bindi: "Ho fatto il mio dovere"
di Luca De Carolis - da il Fatto Quotidiano
“I dirigenti del Pd mi hanno attaccato in massa. Ma dalla gente, dalla base, mi è arrivata tanta solidarietà. Io non temo di essere mandata essere via dal partito: sanno bene che se ci provano non ci riescono: io non lascio la mia casa...". Il giorno dopo la bufera, la presidente della commissione Antimafia si dice "tranquilla con la mia coscienza: abbiamo solo fotografato una situazione. Mi sono presa tante botte, ma non mi importa. Piuttosto, sono molto amareggiata perché il mio partito ha cercato di delegittimare il lavoro della commissione, ossia di un'istituzione parlamentare: un lavoro che non ha fatto solo Rosy Bindi".
Antimafia e candidature, Bindi: "Ho fatto il mio dovere"
di Luca De Carolis - da il Fatto Quotidiano
“I dirigenti del Pd mi hanno attaccato in massa. Ma dalla gente, dalla base, mi è arrivata tanta solidarietà. Io non temo di essere mandata essere via dal partito: sanno bene che se ci provano non ci riescono: io non lascio la mia casa...". Il giorno dopo la bufera, la presidente della commissione Antimafia si dice "tranquilla con la mia coscienza: abbiamo solo fotografato una situazione. Mi sono presa tante botte, ma non mi importa. Piuttosto, sono molto amareggiata perché il mio partito ha cercato di delegittimare il lavoro della commissione, ossia di un'istituzione parlamentare: un lavoro che non ha fatto solo Rosy Bindi".
31 Maggio 2015
Rosy Bindi: "Brutta pagina per il Pd, perse legalità e etica; ho solo seguito la legge"
di Giovanna Casadio - da la Repubblica
Intervista alla Presidente Antimafia sulle vicende legate alle candidature. "Non è una bella pagina quella in cui un partito, il Pd, il mio partito, stronca il lavoro dell'Antimafia in nome di una convenienza elettorale”. Rosy Bindi è in trincea: “Mi sembra di essere tornata al "caso Di Bella’…“. Si sfoga, la presidente della commissione, che ha presentato la lista degli impresentabili in cui c'è De Luca. E si difende.
Rosy Bindi: "Brutta pagina per il Pd, perse legalità e etica; ho solo seguito la legge"
di Giovanna Casadio - da la Repubblica
Intervista alla Presidente Antimafia sulle vicende legate alle candidature. "Non è una bella pagina quella in cui un partito, il Pd, il mio partito, stronca il lavoro dell'Antimafia in nome di una convenienza elettorale”. Rosy Bindi è in trincea: “Mi sembra di essere tornata al "caso Di Bella’…“. Si sfoga, la presidente della commissione, che ha presentato la lista degli impresentabili in cui c'è De Luca. E si difende.
05 Maggio 2015
«Una vittoria di Pirro», intervista a Rosy Bindi di G.Casadio (Repubblica)
di Redazione
«Approvare una legge elettorale pagando questi prezzi alla qualità della democrazia parlamentare assomiglia molto a una sconfitta. Avevamo detto "mai più da soli”. Invece l'Italicum è stato approvato da soli meno qualcuno, circa 50». L'ex presidente del Pd, Rosy Bindi: «Non promuoverò il referendum, anche se questa riforma ammazza il bipolarismo, ora la modifica del Senato rischia uno stop, il processo riformatore del governo assomiglia al passo del gambero: uno avanti e due indietro; e non farò scissioni, meglio aprire un confronto dentro il partito su scuola, lavoro e welfare. Vedo un partito che ha bisogno di essere costruito. La prova sono le liste per le regionali, le lacerazioni create dalle primarie. Il Pd è diventato un comitato elettorale in cui l'unico criterio che conta è vincere ma non la qualità del progetto e della classe dirigente».
«Una vittoria di Pirro», intervista a Rosy Bindi di G.Casadio (Repubblica)
di Redazione
«Approvare una legge elettorale pagando questi prezzi alla qualità della democrazia parlamentare assomiglia molto a una sconfitta. Avevamo detto "mai più da soli”. Invece l'Italicum è stato approvato da soli meno qualcuno, circa 50». L'ex presidente del Pd, Rosy Bindi: «Non promuoverò il referendum, anche se questa riforma ammazza il bipolarismo, ora la modifica del Senato rischia uno stop, il processo riformatore del governo assomiglia al passo del gambero: uno avanti e due indietro; e non farò scissioni, meglio aprire un confronto dentro il partito su scuola, lavoro e welfare. Vedo un partito che ha bisogno di essere costruito. La prova sono le liste per le regionali, le lacerazioni create dalle primarie. Il Pd è diventato un comitato elettorale in cui l'unico criterio che conta è vincere ma non la qualità del progetto e della classe dirigente».
26 Aprile 2015
Intervista a Rosy Bindi: "L'Italicum? Un comitato elettorale permanente”
di Luca De Carolis - da Il Fatto Quotidiano
Italicum: “Il nodo principale rimane il premio di lista, che rende complicatissima la ricostituzione dei campi politici. Non è vero che questa legge favorisce il sistema bipolare: l'Italicum porterà al partito unico della Nazione, circondato da opposizioni in lotta tra loro. Ho visto finire la Prima repubblica perché mancava una legge elettorale che favorisse l'alternanza”. PD di Renzi: "Quando un partito va da Irene Tinagli a Gennaro Migliore, l'unico elemento pseudo-unificante è la figura del capo. Non è vero che questa legge favorisce il sistema bipolare e l'alternanza: al contrario, porterà al partito unico della Nazione circondato solo da opposizioni in lotta tra loro”. Prodi: “Renzi ha fatto arrabbiare Prodi, sostenendo che l'Onu non lo voleva come mediatore in Libia perché ex premier di un paese amico di Gheddafi. Ma non scherziamo, quel posto era pronto per Prodi, perfetto per quel ruolo”.
Intervista a Rosy Bindi: "L'Italicum? Un comitato elettorale permanente”
di Luca De Carolis - da Il Fatto Quotidiano
Italicum: “Il nodo principale rimane il premio di lista, che rende complicatissima la ricostituzione dei campi politici. Non è vero che questa legge favorisce il sistema bipolare: l'Italicum porterà al partito unico della Nazione, circondato da opposizioni in lotta tra loro. Ho visto finire la Prima repubblica perché mancava una legge elettorale che favorisse l'alternanza”. PD di Renzi: "Quando un partito va da Irene Tinagli a Gennaro Migliore, l'unico elemento pseudo-unificante è la figura del capo. Non è vero che questa legge favorisce il sistema bipolare e l'alternanza: al contrario, porterà al partito unico della Nazione circondato solo da opposizioni in lotta tra loro”. Prodi: “Renzi ha fatto arrabbiare Prodi, sostenendo che l'Onu non lo voleva come mediatore in Libia perché ex premier di un paese amico di Gheddafi. Ma non scherziamo, quel posto era pronto per Prodi, perfetto per quel ruolo”.
22 Aprile 2015
Bindi: «L’Italicum prefigura il partito della nazione, affossa il bipolarismo: è un ritorno indietro di vent'anni»
di Daniela Preziosi - da Il Manifesto
«Considero l'ipotesi di fiducia un'inutile provocazione, un gesto politicamente e costituzionalmente grave. Se verrà messa su un provvedimento che è una prerogativa classica del parlamento, non potrei partecipare al voto. Non prenderei le distanze dal governo, ma da una sua decisione incostituzionale. Il premio alla lista premia il partito a maggioranza relativa che diventa maggioranza assoluta, tratta con poche opposizioni piccole e riproduce una forma di consociativismo degli interessi al proprio interno. La tradizione dell'Ulivo è quella che vent'anni fa ha iniziato a far nascere il Pd, ha lavorato per il bipolarismo e l'alternanza, con un intento includente verso tutte le forze politiche di centrosinistra e anche verso le spinte presenti nella società. Oggi Renzi fa il contrario: alimenta le spinte estreme e blocca il bipolarismo. E un ritorno indietro di vent'anni. E io di tornare indietro non me la sento. Sulle spalle del premier pesa la ricerca di una soluzione di un tema drammatico, la tragedia del Mediterraneo trasformato in un cimitero, quella guerra mondiale a pezzetti di cui ha parlato Papa Francesco. Si concentri lì, saremo con lui. Non leghi la vita del governo e del paese a un emendamento all'Italicum. Pratichi a casa sua, casa nostra, la legge più bella della politica, l'ascolto, la voglia di fare insieme. Si concentri lì, alla legge elettorale penserà il parlamento».
Bindi: «L’Italicum prefigura il partito della nazione, affossa il bipolarismo: è un ritorno indietro di vent'anni»
di Daniela Preziosi - da Il Manifesto
«Considero l'ipotesi di fiducia un'inutile provocazione, un gesto politicamente e costituzionalmente grave. Se verrà messa su un provvedimento che è una prerogativa classica del parlamento, non potrei partecipare al voto. Non prenderei le distanze dal governo, ma da una sua decisione incostituzionale. Il premio alla lista premia il partito a maggioranza relativa che diventa maggioranza assoluta, tratta con poche opposizioni piccole e riproduce una forma di consociativismo degli interessi al proprio interno. La tradizione dell'Ulivo è quella che vent'anni fa ha iniziato a far nascere il Pd, ha lavorato per il bipolarismo e l'alternanza, con un intento includente verso tutte le forze politiche di centrosinistra e anche verso le spinte presenti nella società. Oggi Renzi fa il contrario: alimenta le spinte estreme e blocca il bipolarismo. E un ritorno indietro di vent'anni. E io di tornare indietro non me la sento. Sulle spalle del premier pesa la ricerca di una soluzione di un tema drammatico, la tragedia del Mediterraneo trasformato in un cimitero, quella guerra mondiale a pezzetti di cui ha parlato Papa Francesco. Si concentri lì, saremo con lui. Non leghi la vita del governo e del paese a un emendamento all'Italicum. Pratichi a casa sua, casa nostra, la legge più bella della politica, l'ascolto, la voglia di fare insieme. Si concentri lì, alla legge elettorale penserà il parlamento».
21 Aprile 2015
Bindi: "Se mettono la fiducia, altro che i 101 di Prodi"
di Ilario Lombardo - da La Stampa
L’ex presidente del Pd è una dei dieci sostituiti in Prima Commissione: «Essere sostituti in dieci è una sostituzione di massa», ma ora «il dibattito si sposta in aula. La fiducia sarebbe una provocazione incostituzionale. È strumentale legare la vita dell’esecutivo all’Italicum, sia che lo dica Renzi, sia che lo pensino altri. Il governo non dovrebbe mettere la testa nella legge elettorale e lasciar fare al Parlamento».
Bindi: "Se mettono la fiducia, altro che i 101 di Prodi"
di Ilario Lombardo - da La Stampa
L’ex presidente del Pd è una dei dieci sostituiti in Prima Commissione: «Essere sostituti in dieci è una sostituzione di massa», ma ora «il dibattito si sposta in aula. La fiducia sarebbe una provocazione incostituzionale. È strumentale legare la vita dell’esecutivo all’Italicum, sia che lo dica Renzi, sia che lo pensino altri. Il governo non dovrebbe mettere la testa nella legge elettorale e lasciar fare al Parlamento».
17 Aprile 2015
Bindi: "Così è inevitabile, alla nostra sinistra qualcuno farà un partito"
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«Senza cambiamenti, il legame tra legge elettorale e riforma costituzionale mi porta a non partecipare al voto. L'assemblea del gruppo parlamentare è stato uno spartiacque importante. Le dimissioni del capogruppo non possono essere derubricate a ordinaria amministrazione, "grazie per il lavoro svolto e diamo la parola al primo iscritto". Non mi comporterò da 101, farò la mia battaglia a viso aperto. Ho presentato due emendamenti di sistema: premio di lista e di coalizione e apparentamento al secondo turno. Non credo che il premier voglia passare alla storia come colui che ha messo la terza fiducia sulla legge elettorale: dopo la legge Acerbo e la legge truffa, la legge Renzi Boschi».
Bindi: "Così è inevitabile, alla nostra sinistra qualcuno farà un partito"
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
«Senza cambiamenti, il legame tra legge elettorale e riforma costituzionale mi porta a non partecipare al voto. L'assemblea del gruppo parlamentare è stato uno spartiacque importante. Le dimissioni del capogruppo non possono essere derubricate a ordinaria amministrazione, "grazie per il lavoro svolto e diamo la parola al primo iscritto". Non mi comporterò da 101, farò la mia battaglia a viso aperto. Ho presentato due emendamenti di sistema: premio di lista e di coalizione e apparentamento al secondo turno. Non credo che il premier voglia passare alla storia come colui che ha messo la terza fiducia sulla legge elettorale: dopo la legge Acerbo e la legge truffa, la legge Renzi Boschi».
29 Marzo 2015
Manifestazione Fiom: "Una piazza da ascoltare"
di Luisa Grion - da la Repubblica
Rosy Bindi presidente della Commissione e rappresentante della minoranza Pd in piazza c'era. E quando Landini lo ha fatto notare dal palco, la piazza l'ha omaggiata di un lungo applauso. Ha ascoltato il leader della Fiom a pochi passi da un gruppo di bandiere rosse con falce, martello e volto di Lenin. «Fa effetto vederle, sono state sconfitte dalla storia, ma se c'è chi pensa che la difesa dei diritti è ancora affidata a loro il problema è nostro». Il Pd deve saper «ascoltare. Io sono qui per questo, come presidente della Commissione e come parlamentare di un partito di centrosinistra che con questa piazza e con quello che rappresenta deve trovare un punto d'incontro. Non sto dicendo che deve essere d'accordo su tutto, ma il lavoro, la legalità, il reddito di cittadinanza, la difesa della Costituzione sono valori nostri»
Manifestazione Fiom: "Una piazza da ascoltare"
di Luisa Grion - da la Repubblica
Rosy Bindi presidente della Commissione e rappresentante della minoranza Pd in piazza c'era. E quando Landini lo ha fatto notare dal palco, la piazza l'ha omaggiata di un lungo applauso. Ha ascoltato il leader della Fiom a pochi passi da un gruppo di bandiere rosse con falce, martello e volto di Lenin. «Fa effetto vederle, sono state sconfitte dalla storia, ma se c'è chi pensa che la difesa dei diritti è ancora affidata a loro il problema è nostro». Il Pd deve saper «ascoltare. Io sono qui per questo, come presidente della Commissione e come parlamentare di un partito di centrosinistra che con questa piazza e con quello che rappresenta deve trovare un punto d'incontro. Non sto dicendo che deve essere d'accordo su tutto, ma il lavoro, la legalità, il reddito di cittadinanza, la difesa della Costituzione sono valori nostri»
31 Gennaio 2015
Quirinale, Bindi: "Matteo mi ha fatta commuovere"
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Mi sono commossasi, fino alle lacrime. Ma avrei preferito che non se ne accorgessero...». Rosy Bindi parla di Sergio Mattarella e del vento che cambia. La presidente della commissione Antimafia nell'Assemblea dei Grandi Elettori dem di giovedì è andata ad abbracciare Renzi. Un gesto inatteso per una antirenziana. «La commozione nasce per la storia comune del cattolicesimo democratico, non solo per la provenienza dalla sinistra Dc. E poi ho pensato alle vittime di mafia. Se Mattarella sarà eletto presidente della Repubblica, al Colle va un uomo il cui fratello Piersanti è stato ammazzato dalla mafia. È un riscatto per tutte le vittime di mafia».
Quirinale, Bindi: "Matteo mi ha fatta commuovere"
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Mi sono commossasi, fino alle lacrime. Ma avrei preferito che non se ne accorgessero...». Rosy Bindi parla di Sergio Mattarella e del vento che cambia. La presidente della commissione Antimafia nell'Assemblea dei Grandi Elettori dem di giovedì è andata ad abbracciare Renzi. Un gesto inatteso per una antirenziana. «La commozione nasce per la storia comune del cattolicesimo democratico, non solo per la provenienza dalla sinistra Dc. E poi ho pensato alle vittime di mafia. Se Mattarella sarà eletto presidente della Repubblica, al Colle va un uomo il cui fratello Piersanti è stato ammazzato dalla mafia. È un riscatto per tutte le vittime di mafia».
25 Gennaio 2015
Bindi: "Serve un candidato che sia autorevole anche non del Pd"
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Non avrei messo il Pd nella prigionia del Patto del Nazareno, ma è purtroppo la realtà. Renzi però concordi un nome per il Colle o una rosa di nomi nel Pd e poi si confronti con Berlusconi, non è accettabile il contrario». Rosy Bindi, una dei leader della sinistra dem, presidente della commissione antimafia, avverte il premier.«La partita è tra le più importanti e spero che Renzi abbia l'ambizione di unire il Pd. Questo non significa che ci voglia per forza un nome del Pd. A me interessa che abbia il profilo di autorevolezza, autonomia, indipendenza. Il Patto del Nazareno è ormai un dato di fatto. Ma è Renzi che dà le carte a quel tavolo. E se ha avuto la forza di fare accettare a Berlusconi i cambiamenti alla legge elettorale, potrà averla per proporre il nome per il Quirinale. Non è accettabile che il Pd debba scegliere su una rosa di nomi concordata a quel tavolo».
Bindi: "Serve un candidato che sia autorevole anche non del Pd"
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Non avrei messo il Pd nella prigionia del Patto del Nazareno, ma è purtroppo la realtà. Renzi però concordi un nome per il Colle o una rosa di nomi nel Pd e poi si confronti con Berlusconi, non è accettabile il contrario». Rosy Bindi, una dei leader della sinistra dem, presidente della commissione antimafia, avverte il premier.«La partita è tra le più importanti e spero che Renzi abbia l'ambizione di unire il Pd. Questo non significa che ci voglia per forza un nome del Pd. A me interessa che abbia il profilo di autorevolezza, autonomia, indipendenza. Il Patto del Nazareno è ormai un dato di fatto. Ma è Renzi che dà le carte a quel tavolo. E se ha avuto la forza di fare accettare a Berlusconi i cambiamenti alla legge elettorale, potrà averla per proporre il nome per il Quirinale. Non è accettabile che il Pd debba scegliere su una rosa di nomi concordata a quel tavolo».
13 Dicembre 2014
Bindi: «Non voglio mandare in crisi il governo né andare via dal PD»
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Non ho intenzione di mandare a casa il governo né di andare via dal Pd che ho fondato, però ci vuole più condivisione delle scelte non solo sulle riforme istituzionali ma anche su quelle economico-sociali. Un partito di sinistra, che è al governo, non può essere così lontano dai problemi dei lavoratori e il successo dello sciopero generale ne è la dimostrazione». «Vado all'Assemblea perché credo che in quel contesto in quanto presidente della commissione antimafia ho qualcosa da dire. Da troppi anni reagiamo solo con l'indignazione davanti a fenomeni di corruzione. Ma ora è tempo di una riflessione sistemica sulla vita dei partiti, sul funzionamento della pubblica amministrazione. Questione economico-sociale, questione democratica e questione morale sono un tutt'uno».
Bindi: «Non voglio mandare in crisi il governo né andare via dal PD»
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Non ho intenzione di mandare a casa il governo né di andare via dal Pd che ho fondato, però ci vuole più condivisione delle scelte non solo sulle riforme istituzionali ma anche su quelle economico-sociali. Un partito di sinistra, che è al governo, non può essere così lontano dai problemi dei lavoratori e il successo dello sciopero generale ne è la dimostrazione». «Vado all'Assemblea perché credo che in quel contesto in quanto presidente della commissione antimafia ho qualcosa da dire. Da troppi anni reagiamo solo con l'indignazione davanti a fenomeni di corruzione. Ma ora è tempo di una riflessione sistemica sulla vita dei partiti, sul funzionamento della pubblica amministrazione. Questione economico-sociale, questione democratica e questione morale sono un tutt'uno».
06 Dicembre 2014
Il PD tenga lontano i Buzzi
di Francesca Schianchi - da La Stampa
Così la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi: «Come Commissione antimafia avevamo acceso i riflettori su Roma, eravamo al corrente di un lavoro della Procura che ha portato a individuare un modello di mafia "originario e originante". Una mafia di Roma, non una mafia a Roma. Ora è chiaro che continueremo il nostro lavoro». «I partiti vanno aperti non per prendere finanziamenti, ma per stare in mezzo alle persone. La politica che trasforma i diritti in favori per scambiarli con i voti non fa il suo mestiere». «Se i partiti di sinistra frequentassero di più le fragilità e le emergenze sociali, saprebbero riconoscere chi invece ne approfitta».
Il PD tenga lontano i Buzzi
di Francesca Schianchi - da La Stampa
Così la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi: «Come Commissione antimafia avevamo acceso i riflettori su Roma, eravamo al corrente di un lavoro della Procura che ha portato a individuare un modello di mafia "originario e originante". Una mafia di Roma, non una mafia a Roma. Ora è chiaro che continueremo il nostro lavoro». «I partiti vanno aperti non per prendere finanziamenti, ma per stare in mezzo alle persone. La politica che trasforma i diritti in favori per scambiarli con i voti non fa il suo mestiere». «Se i partiti di sinistra frequentassero di più le fragilità e le emergenze sociali, saprebbero riconoscere chi invece ne approfitta».
26 Novembre 2014
Bindi: «Se il Pd non cambia ci sarà bisogno di una nuova forza»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
Jobs act: «Oltre a non condividere il merito ho voluto prendere le distanze dal messaggio che il premier ha costruito in questi mesi. Le sue parole hanno scavato un solco tra il governo, il segretario del Pd e il mondo del lavoro, la parte più sofferente dell'Italia. Abbiamo visto la delegittimazione del sindacato e una provocazione davvero lontana dalla situazione reale degli italiani». Astensionismo: «Tra Emilia e Calabria il Pd ha perso 750 mila voti. Se alle Regionali avessero votato gli stessi elettori delle Europee dovremmo dire che oggi il Pd è tornato al 30%, un numero più vicino al 25 di Bersani che non al 41 di Renzi». Pd: «Se il Pd torna a essere il partito dell'Ulivo, che unisce e accompagna il Paese, non ci sarà bisogno di alternative. Ma se il Pd è quello di questi ultimi mesi, è chiaro che ci sarà bisogno di una forza politica nuova».
Bindi: «Se il Pd non cambia ci sarà bisogno di una nuova forza»
di Monica Guerzoni - da Corriere della sera
Jobs act: «Oltre a non condividere il merito ho voluto prendere le distanze dal messaggio che il premier ha costruito in questi mesi. Le sue parole hanno scavato un solco tra il governo, il segretario del Pd e il mondo del lavoro, la parte più sofferente dell'Italia. Abbiamo visto la delegittimazione del sindacato e una provocazione davvero lontana dalla situazione reale degli italiani». Astensionismo: «Tra Emilia e Calabria il Pd ha perso 750 mila voti. Se alle Regionali avessero votato gli stessi elettori delle Europee dovremmo dire che oggi il Pd è tornato al 30%, un numero più vicino al 25 di Bersani che non al 41 di Renzi». Pd: «Se il Pd torna a essere il partito dell'Ulivo, che unisce e accompagna il Paese, non ci sarà bisogno di alternative. Ma se il Pd è quello di questi ultimi mesi, è chiaro che ci sarà bisogno di una forza politica nuova».
25 Novembre 2014
Perché non abbiamo votato il Jobs act
I diritti di chi lavora, i diritti di chi un lavoro lo cerca: alla fine di una discussione seria e che rispettiamo noi non possiamo votare a favore del Jobs act. Abbiamo apprezzato l'impegno della Commissione Lavoro della Camera e riconosciuto i passi avanti compiuti su singole norme. Tuttavia l'impianto complessivo del provvedimento rimane non convincente. Alcune misure sono immediatamente operative: si cancella la possibilità del reintegro per chi viene licenziato senza giustificato motivo, mentre si prevede un canale per specifiche, ma ancora indefinite, fattispecie di violazioni disciplinari. E' una soluzione che penalizza i nuovi assunti, in una logica dove la mancanza a una scadenza certa, dopo ad esempio tre anni, di una tutela piena è in contraddizione con il concetto stesso di "tutela crescente".
Perché non abbiamo votato il Jobs act
I diritti di chi lavora, i diritti di chi un lavoro lo cerca: alla fine di una discussione seria e che rispettiamo noi non possiamo votare a favore del Jobs act. Abbiamo apprezzato l'impegno della Commissione Lavoro della Camera e riconosciuto i passi avanti compiuti su singole norme. Tuttavia l'impianto complessivo del provvedimento rimane non convincente. Alcune misure sono immediatamente operative: si cancella la possibilità del reintegro per chi viene licenziato senza giustificato motivo, mentre si prevede un canale per specifiche, ma ancora indefinite, fattispecie di violazioni disciplinari. E' una soluzione che penalizza i nuovi assunti, in una logica dove la mancanza a una scadenza certa, dopo ad esempio tre anni, di una tutela piena è in contraddizione con il concetto stesso di "tutela crescente".
28 Ottobre 2014
"Matteo abbatte i simboli della socialdemocrazia per sedurre il centrodestra con il Partito della Nazione"
di Sebastiano Messina - da La Repubblica
"Il premier agita bandiere ideologiche e di fatto allontana le due anime del Pd. Una scissione? Non la teme e forse, sotto sotto, la desidera. Matteo abbatte i simboli della socíaldemocrazia persedurre il con il Paitito della Nazione. Non c'è nulla di casuale, nulla di improvvisato, nell'attacco di Matteo Renzi al posto fisso e all'articolo 18. Lui sta abbattendo i simboli della sinistra socialdemocratica per penetrare nel centrodestra con ilprogetto del Partito della Nazione. E' un piano lucidissimo». Non è per niente stupito, Massimo Cacciari, della durezza dello scontro che si è acceso nel Pd.
"Matteo abbatte i simboli della socialdemocrazia per sedurre il centrodestra con il Partito della Nazione"
di Sebastiano Messina - da La Repubblica
"Il premier agita bandiere ideologiche e di fatto allontana le due anime del Pd. Una scissione? Non la teme e forse, sotto sotto, la desidera. Matteo abbatte i simboli della socíaldemocrazia persedurre il con il Paitito della Nazione. Non c'è nulla di casuale, nulla di improvvisato, nell'attacco di Matteo Renzi al posto fisso e all'articolo 18. Lui sta abbattendo i simboli della sinistra socialdemocratica per penetrare nel centrodestra con ilprogetto del Partito della Nazione. E' un piano lucidissimo». Non è per niente stupito, Massimo Cacciari, della durezza dello scontro che si è acceso nel Pd.
27 Ottobre 2014
«Rischiamo di uscire dai confini del centrosinistra»
di Francesca Schianchi - da La Stampa
«Stia tranquillo Renzi: ha rottamato tutto, la Bindi non è più in partita. Ma da bordo campo a volte si vedono meglio gli errori, e ora deve confrontarsi sulle idee e rispondere alla piazza di sabato. Trovo imbarazzante che la classe dirigente del Pd fosse da un'altra parte rispetto al Pd, a fare una manifestazione finita su tutti i media quando in un anno non ne ha mai organizzata una di partito che avesse la stessa risonanza e le stesse possibilità di confronto. Perché si va alla Leopolda a elaborare il progetto per l'Italia? Perché Renzi prima occupa una casa e poi la svuota?».
«Rischiamo di uscire dai confini del centrosinistra»
di Francesca Schianchi - da La Stampa
«Stia tranquillo Renzi: ha rottamato tutto, la Bindi non è più in partita. Ma da bordo campo a volte si vedono meglio gli errori, e ora deve confrontarsi sulle idee e rispondere alla piazza di sabato. Trovo imbarazzante che la classe dirigente del Pd fosse da un'altra parte rispetto al Pd, a fare una manifestazione finita su tutti i media quando in un anno non ne ha mai organizzata una di partito che avesse la stessa risonanza e le stesse possibilità di confronto. Perché si va alla Leopolda a elaborare il progetto per l'Italia? Perché Renzi prima occupa una casa e poi la svuota?».


31 Maggio 2015
Postato da Redazione
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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