
Nessun Aventino ma opposizione senza tregua
di Rosy BindiIl processo breve fa il giro dell'oca e torna alla casella di partenza. Il rinvio deciso oggi a Montecitorio è una vittoria della nostra fermezza, di una battaglia in difesa della Costituzione e della legalità che abbiamo condotto coniugando l'opposizione in Parlamento e la mobilitazione della piazza.
Non ci sono tentazioni "aventiniane" e il partito non è diviso, come qualche resoconto di stampa vorrebbe far credere. C'è invece, da Bersani in giù, la consapevolezza che non si può assecondare in alcun modo lo sfregio delle istituzioni e della legalità procurato da questa maggioranza e da questo governo. Era questo, tra l’altro, anche il senso della chiacchierata che ho fatto con La Repubblica.
Non ho proposto di abbandonare il Parlamento, anche se andrebbe ricordato che in altre occasioni siamo usciti dalle aule parlamentari (quando Frattini riferiva al Senato sulla casa di Montecarlo e prima, sempre al Senato, quando è stata approvata la norma salva premier inserita nel pacchetto sicurezza) senza che questo provocasse polemiche. Piuttosto, ho sottolineato che di fronte ad una situazione che non ha nulla di normale la nostra risposta deve essere altrettanto eccezionale, capace di comunicare la gravità del momento che la nostra democrazia sta attraversando.
Credo sia necessario mettere in campo una strategia comune e concordata tra tutte le opposizioni e tra i movimenti e le associazioni che in questi primi mesi del 2011 hanno promosso e organizzato grandi momenti di mobilitazione popolare. La piazza è sempre un momento simbolico in cui l’indignazione individuale si traduce in una protesta collettiva e popolare.
Le manifestazioni non sono prove muscolari ma occasioni di democrazia e di partecipazione, in cui cittadini fanno sentire la propria voce, dialogano e si confrontano con le istituzioni della politica. E penso che oggi, chi ha partecipato alle manifestazioni del 13 febbraio e a quelle in difesa della Costituzione e della scuola pubblica e per i referendum, e i milioni di cittadini che hanno firmato la nostra petizione per le dimissioni del premier, si aspetti gesti altrettanto simbolici da chi siede in Parlamento.
Questi cittadini sanno benissimo che il gioco democratico assegna all'opposizione il compito di contrastare con le proprie proposte l'azione del governo. Questi cittadini hanno a cuore, come noi, la dignità delle istituzioni, il rispetto delle regole e dei regolamenti parlamentari. Ma quando c'è una maggioranza, raccogliticcia e mercenaria, messa insieme per approvare ciò che è funzionale agli interessi del capo del governo, quando il confronto di merito è solo una finzione, quando il dibattito è strozzato, quando il governo schiera tutti i ministri per ottenere una semplice inversione dell'ordine del giorno, quando ricorre a continui voti di fiducia, l'opposizione non può stare al gioco, avallando l'immagine di una normalità della vita parlamentare.
Occorre segnalare con forza tutta la nostra distanza, morale e politica. Non ci possono più essere settimane parlamentari ordinarie, nelle quali i lavori delle commissioni o dell'aula procedono in un apparente "tran tran" che finisce per metabolizzare le leggi ad personam e gli strappi alla Costituzione. E io penso che i cittadini si aspettino da noi anche alcuni gesti simbolici di rottura che sappiano parlare a tutto il Paese rivelando, con la forza delle scelte simboliche, la mistificazione della realtà in cui siamo immersi.
Ieri Berlusconi ha tentato l'ennesimo colpo di teatro. La gita a Lampedusa avrebbe dovuto spegnere i riflettori su Montecitorio e celare la vergogna di una norma confezionata per assicurare in eterno l'immunità all'imputato Berlusconi. La messa in scena non è riuscita anche perché noi abbiamo saputo unire l'ostruzionismo parlamentare e la protesta dei cittadini riportando in primo piano quello che stava accadendo alla Camera e riuscendo a imporre un primo stop al processo breve.
È il metodo che dobbiamo seguire da qui in avanti. È questa la prova di responsabilità democratica che oggi bisogna dare. Anche su questo piano si dimostra il nostro profilo riformatore, la nostra capacità di costruire l'alternativa a questa destra e a questo governo.

Come farsi del male da soli e continuare a farselo
Lasciato da Angelo il giorno 30 Aprile 2011 alle 22:02HopauraScappoalNord
Lasciato da HopauraScappoalNord il giorno 15 Aprile 2011 alle 18:57Sono solidale con Lei
Lasciato da Pietro il giorno 14 Aprile 2011 alle 15:14Cittadino
Lasciato da Pietro Venanzi il giorno 11 Aprile 2011 alle 19:33Un segno di risveglio
Lasciato da Angelo Mazzoleni il giorno 31 Marzo 2011 alle 18:38


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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