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30/1/2011

Berlusconi dimettiti, dal web alle piazze cresce la mobilitazione
di Carmine Saviano - da La Repubblica


Prove tecniche di indignazione. La manifestazione delle donne a Milano. Le loro sciarpe bianche sventolate in segno di lutto per il Paese. Poi le pentole e i coperchi di Firenze. Sabato è stato solo l'inizio, la prima di una lunga serie di giornate di mobilitazione. "Berlusconi, dimettiti". Una richiesta che attraversa parti sempre più consistenti della società italiana. Con le donne in prima fila. A rivendicare dignità e rispetto. E a chiedere al premier un passo indietro. Il calendario delle proteste contro Silvio Berlusconi va aggiornato di continuo. Occhi puntati sulla manifestazione di Libertà e Giustizia, a Milano, sabato 5 febbraio. Poi domenica 13 febbraio probabile data di una grande mobilitazione nazionale. Una lunga rincorsa per saltare oltre il berlusconismo.

La protesta cresce in volume e intensità. E mentre si fissano i paletti, gli appuntamenti definiti, crescono le iniziative spontanee. Come "Uno striscione ad ogni balcone", l'idea lanciata in rete dal gruppo Gli Indignati. Il messaggio da pubblicizzare è, ovviamente, "Berlusconi, dimettiti". Proposte anche eccentriche e provocatorie, come quella di Arianna Ciccone e di Valigia Blu. Che, sulla falsariga del lancio di monetine a Bettino Craxi, ha proposto il lancio di mutandine: appuntamento ad Arcore il 6 febbraio in concomitanza con la manifestazione del Popolo Viola.

Mercoledì 2 febbraio. Si riunisce a Roma, alle 13 e 30, il direttivo dell'associazione Articolo 21. All'ordine del giorno l'organizzazione di una grande manifestazione di piazza in difesa della Costituzione. L'idea è bipartisan. Si parte da un appello lanciato dagli onorevoli Giuseppe Giulietti, all'opposizione nel gruppo misto, e Fabio Granata (Fli). Che scrivono: «E' davvero giunto il momento di promuovere una grande iniziativa unitaria, capace di unire quanti si riconoscono nella Costituzione».

Sabato 5 febbraio. È il giorno di Libertà e Giustizia. Al Palasharp di Milano, dalle 15. L'associazione guidata da Gustavo Zagrebelsky e Sandra Bonsanti parte da "Resignation", l'appello per chiedere le dimissioni del premier: 90mila firme in meno di una settimana. Molto attesi gli interventi di Zagrebelsky, Umberto Eco, Paul Ginsborg e Roberto Saviano. Alla manifestazione hanno già aderito Giovanni Bachelet, Bice Biagi, Carla Biagi, Susanna Camusso, Beppino Englaro, Gad Lerner e Moni Ovadia. «Troveremo insieme le dimissioni e liberarci dal potere corrotto e corruttore di Silvio Berlusconi, dal fango, dagli attacchi alla Costituzione e alla magistratura».

Domenica 6 febbraio. Entra in scena il Popolo Viola. Con un gesto eclatante, provocatorio. Del tutto pacifico. Una marcia ad Arcore, proprio sotto il naso di Silvio Berlusconi. A pochi metri dalla celebre, purtroppo, sala del Bunga Bunga. Questa la piattaforma: «Andiamo sotto casa di Berlusconi a pretendere le dimissioni. Speravamo in un programma politico di governo che non fosse rintanarsi in un postribolo con papponi e prostitute..».

Sabato 12 febbraio. Ancora il Popolo Viola. Che in decine di città italiane darà vita al più rumoroso dei sit-in. A base di pentole e coperchi. Un baccano infernale. Lo slogan è "Friggiamo il governo". Il principio di partenza: «L'Italia non è una Repubblica fondata sulla prostituzione». Tra le città che aderiscono: Roma, Napoli, Torino, Palermo, Savona, Catania e Taranto.

Domenica 13 febbraio È il giorno delle donne italiane. Che manifesteranno a Roma. Perché la loro esperienza di vita «è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale offerta da giornali, televisioni, pubblicità». Anche qui, tante adesioni: Francesca e Cristina Comencini, Valeria Parrella, Giulia Bongiorno, Anna Finocchiaro, Susanna Camusso, Inge Feltrinelli, Flavia Perina, Margherita Buy, Laura Morante. A questo indirizzo mail è possibile fornire la propria adesione: mobilitazione.nazionale.donne@gmail.com. L'appuntamento è anche al tribunale di Milano. Per manifestare solidarietà ai giudici e ai magistrati italiani. Offesi dalle parole del presidente del Consiglio. A lanciare l'iniziativa Barbara Spinelli, Marco Travaglio e Michele Santoro. Un appello subito ripreso sul web da migliaia di cittadini. Obiettivo: la difesa dell'indipendenza della magistratura, della libertà d'informazione e dei valori fondamentali della Costituzione.

Le firme del Pd. L'asticella è a quota 10 milioni. È questo l'obiettivo del Partito Democratico. Una grande raccolta di adesioni per una richiesta condensata in due parole: "Berlusconi, dimettiti". I militanti del Pd sono al lavoro. Tanti banchetti nelle piazze italiane. E poi la raccolta di firme sul sito del partito. Un'iniziativa per incamerare energie. E mentre si discute sulla proposta di Veltroni, già recepita dai finiani di FareFuturo, il 4 e 5 febbraio Milano diventerà l'epicentro dell'iniziativa del Pd. Saranno allestiti più di 200 punti per raccogliere le adesioni all'appello "Berlusconi, dimettiti".

 




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    Lasciato da maria il giorno 01 Febbraio 2011 alle 11:13
  • BERLUSCONI, DIMETTITI!
    Lasciato da Laura Rocatello il giorno 31 Gennaio 2011 alle 14:46

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31 Maggio 2015
Postato da Redazione

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