24 Maggio 2010

Sulla Gelmini giudizio politico, non maschilista

di Rosy Bindi



Dire che un ministro con la sua attività di ministro «rompe i c…» è cosa elegante? No. Fa differenze se il ministro è donna? E’ difficile affermarlo. A meno che qualcuno riesca a dimostrare che l’espressione inelegante sia stata volutamente usata perché il ministro è donna! Sembra un’impresa impossibile o comunque assai complicata.

E’ più facile dimostrare che se Bersani avesse parlato di dipendenti pubblici che operano in situazioni di frontiera avrebbe potuto accusare il ministro Brunetta, sempre con un’espressione inelegante, di «rompere loro i c…». Questo è quello che ho subito pensato, ascoltando il segretario sabato scorso all’Assemblea nazionale.

Ora vengo accusata di non difendere le donne. Proprio io che ebbi tanta solidarietà quando fui fatta segno di pesanti ironie da parte del presidente Berlusconi: «La Bindi è notoriamente più bella che intelligente». Così il presidente del Consiglio provò a liquidare il mio dissenso verso i suoi attacchi al presidente Napolitano e alla Corte Costituzionale, durante una trasmissione televisiva. Con quella espressione voleva negare la mia autorevolezza e la mia capacità di esprimere alla pari con lui ragionamenti politici e di merito. Oltre a denigrare la mia femminilità, voleva relegarmi in una posizione irrilevante e subalterna. Uno sport molto praticato, come dimostra quel capolavoro di misoginia pubblicato oggi sul Giornale.

Le due situazioni sono paragonabili? E’ davvero una mission impossible. Qualcuno pensa che, se al mio posto ci fossero stati Enrico Letta o Dario Franceschini, Berlusconi avrebbe usato la stessa espressione? Accetto scommesse! Eppure in quella occasione la Gelmini dichiarò di non dovermi esprimere solidarietà perché una donna che fa politica è come un uomo!

Bene, io credo che non sia così, soprattutto quando non la pensa così l’interlocutore uomo. Tanto è vero che quando la Meloni o altre donne della destra sono state fatte oggetto di offese maschiliste e misogine sono state da me difese. La solidarietà femminile è importante quando rafforza l’argine al maschilismo, a quel modo di pensare alle donne solo come ad un ornamento della vita e dell’attività degli uomini, così forte nella società e nella politica. Quando stigmatizza la misoginia che impera in così tanto linguaggio televisivo e giornalistico.

Ma questa volta è invece proprio il caso di rivendicare a testa alta la nostra parità. Quando si valuta la nostra attività politica o di governo non vogliamo sconti né trattamenti di favore. E sull’azione di governo della Gelmini la penso come Bersani, che ha formulato un giudizio politico e non maschilista. Penso tuttavia che se Pierluigi avesse detto che il ministro non aiuta ma ostacola il lavoro degli insegnati, anzi li perseguita, avrebbe fatto meglio. Ma per una volta lo possiamo perdonare, come donne e uomini impegnati in politica.

• Resoconto di parte
  Lasciato da Un comitato il giorno 25 Maggio 2010 alle 14:12