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23 Ottobre 2009

Condividiamo la nostra forza per cambiare il Paese

di Rosy Bindi



Ringrazio Michela Marzano, Barbara Spinelli e Nadia Urbinati per l’appello che ha permesso a migliaia di donne di esprimere sentimenti  presenti da tempo e che aspettavano l'occasione per uscire allo scoperto. Si è messa in moto un'indignazione forte e capillare che ormai non è più possibile contenere. Proprio questa reazione dimostra che le offese alla mia persona non sono mai state un fatto personale tra me e il Presidente del Consiglio, ma che attraverso di me era passata la visione strumentale e mistificante della donna (e quindi del mondo) che caratterizza Berlusconi e gran parte della destra italiana.

Le risposte a Repubblica sono una prova che dalle donne viene la risposta più seria e credibile alla cultura maschilista, per molti versi arcaica, di questa destra che tenta in modo continuo e strisciante di azzerare le conquiste storiche di tutta la società. Devo ammettere di non essere mai stata femminista nel senso pieno e militante del termine, anche se ho sempre avuto la consapevolezza che la questione femminile era ed è una grande questione sociale e democratica. E oggi incontro, con un senso di pienezza, le donne che hanno fatto altri percorsi. E' un incontro felice. Muovendoci da prospettive diverse, abbiamo condotto battaglie giuste per affermare i diritti che oggi ci rendono consapevoli del nostro valore. Ma queste conquiste non si sono ancora tradotte in un pieno riconoscimento pubblico, in una piena condivisione delle responsabilità politiche.

E’ evidente che con l'imposizione di un modello femminile antifemminile, con l'uso del corpo delle donne come arma di corruzione politica, questa destra colpisce la dignità delle donne e al tempo stesso i valori della democrazia. Mette in discussione il principio di uguaglianza e i diritti di cittadinanza. Non c’è dubbio che le migliaia di firme raccolte esprimono la ribellione all'arroganza dell'imperatore, al quale non si vuole più concedere tutto. Ma sono anche il segnale di una resistenza civile e morale al berlusconismo. Si dice basta a chi mortifica le Istituzioni, disprezza gli organi di garanzia, intimidisce il dissenso e la libera informazione. Si dice basta a chi pensa di stravolgere la Costituzione imponendo nei fatti un modello presidenzialista.

Anche nel centrosinistra e a sinistra, però c’è molto strada da fare. Non possiamo nasconderci che si fa ancora fatica ad affermare il merito e le competenze di cui le donne sono capaci e che dimostrano nella vita di tutti i giorni. Ma oggi le donne vogliono ritrovare la parola e l'iniziativa. E il Pd non può rimanere estraneo o distante. Credo anzi che la politica debba farsi trovare pronta. Deve mettersi in ascolto e dialogare con questo movimento, rispettando l'autonomia e la spontaneità di una ricerca di buona politica che va oltre la politica così come la pratichiamo e la conosciamo.

Siamo forti e autorevoli. E' arrivato il tempo di condividere questa forza per cambiare in meglio l’Italia.
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31 Maggio 2015
FAQ- antimafia e candidature: le risposte alle domande più frequenti
Postato da Redazione

Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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