
La Chiesa e la politica: mai come adesso i rapporti sono stati tempestosi e indecifrabili, per i protagonisti e per la gente comune. Certamente, la sensazione che il «caso Boffo» abbia scoperchiato un vaso di Pandora è condivisa dalla maggior parte dell'opinione pubblica. Per cercare di capire, abbiamo chiesto il punto di vista di Rosy Bindi, cattolica con le stesse radici nell'Azione Cattolica proprio come l'ex direttore dell'Avvenire, politica di lungo corso approdata, dopo una lunghissima militanza democristiana, al Pd.
Onorevole Bindi, in Italia si può governare senza l'ok del Vaticano (vedi Prodi, il cui governo «pagò» la vicenda dei Dico)?
«Si parte sul leggero, eh? Beh... non citerei proprio la vicenda Prodi, per la quale i fattori di difficoltà sono stati molti, ma certamente con il Vaticano si devono fare i conti. Poi però la politica fa il suo mestiere, governa e si confronta non solo con il Vaticano, ma soprattutto con quella componente essenziale anche se non maggioritaria del popolo italiano: i cattolici, alcuni dei quali lo sono solo all'anagrafe, ma altri lo sono profondamente. Consiglio quindi chi governa il Paese di considerarli seriamente, non in modo strumentale».
Che cosa sta succedendo nell'area ex democristiana vicina ai vescovi?
«Gli ex dc sono tanti e stanno ovunque, visto che hanno contribuito a far nascere un sistema bipolare. Ci sono quelli - come me - che vorrebbero rispettare la Chiesa e l'Italia, e sono molto preoccupati di quello che sta succedendo: sono preoccupati delle conseguenze del rapporto strumentale che la destra ha avuto con la Chiesa, del quale essa stessa o almeno una parte, mi viene sommessamente da dire, non ha avuto del tutto consapevolezza. E ci sono ex democristiani che si stanno attrezzando a presentarsi come mediatori, e chi pensa di risolvere tutti i problemi alzando l'offerta del risarcimento danni. In altre parole: "Eminenza, siamo pronti al testamento biologico, ai finanziamenti alle scuole cattoliche..."».
Parla di Berlusconi?
«O di qualche cattolico del Pdl che immagina si possa risolvere tutto in questo modo e si offre per sistemare le cose».
Si torna a parlare del Grande Centro.
«Erano ancora calde le dimissioni di Dino Boffo da Avvenire e già si sprecavano i retroscena e gli scenari futuri... Come sempre succede in Italia, la prima ipotesi al primo scricchiolio è quella del Grande Centro... Il paracadute che sempre si va a cercare e che non esiste. L'unica possibilità in Italia è che si ricostruisca finalmente un centrosinistra riconoscibile per un progetto di Paese e un programma di governo, che si confronta con un centrodestra europeo, senza tutte le anomalie berlusconiane: il conflitto d'interessi, il sostanziale disprezzo per la Costituzione, lo scorretto rapporto tra pubblico e privato, la realtà di un partito che non elegge mai un segretario... ».
Sì, ma che futuro ha Casini?
«Sono abituata a rispettare le attese e le legittime ambizioni delle persone, nel suo caso l'obiettivo mi sembra quello di competere per la leadership di un centrodestra di tipo europeo, ed essendo una sostenitrice del bipolarismo vero gli auguro di farcela, sarebbe un bene per il Paese. La competizione Casini-Fini va in questa direzione, ma il presupposto è che Berlusconi lasci la scena. E poiché sono convinta che non la lascerà sua sponte... Casini per liberare il Paese da Berlusconi non può che allearsi con il centrosinistra. È obbligato a passare per questa porta stretta, a cominciare dalle prossime elezioni regionali».
Beh, gli sta suggerendo di allearsi con voi per poi tradirvi: una «proposta indecente».
«In politica bisogna perseguire il bene possibile, realizzabile oggi e nel futuro prossimo. Vedremo che cosa accadrà in tempi più lunghi».
La Chiesa lavora per il Grande Centro o ha rinunciato all'idea di un partito cattolico?
«La Chiesa sa che i partiti di ispirazione cristiana sono possibili quando c'è un forte radicamento del mondo cattolico. Oggi non è più così: i cattolici sono una maggioranza anagrafica e una minoranza culturale».
Non crede che la gestione diretta dei rapporti con la politica esercitata in passato dal cardinal Ruini sia stata un danno?
«Non emetto un giudizio di merito. Ricordo il pensiero di Ruini, così come è possibile ricostruirlo dalle sue parole: dopo la fine della Dc, constatata l'impossibilità di creare un partito di centro d'ispirazione cattolica competitivo, ha deciso di far svolgere alla Chiesa il ruolo di interlocutore sociale delle istituzioni. L'ha fatto anche grazie alle sue capacità politiche, e avendo ereditato una realtà ecclesiale molto forte. Quello che è accaduto in questi giorni, con la vicenda di Avvenire, dimostra che questa stagione è finita. Contro Boffo si è consumata una vera e propria rappresaglia, vista la sproporzione tra le critiche legittime e la reazione di Berlusconi. Io posso affermarlo perché ho sofferto nel vedere la Chiesa considerare affidabile il centrodestra e perché in ascolto della parola dei vescovi mi sono assunta la responsabilità di scelte autonome che a volte sono state criticate dalla Chiesa. Ecco perché potranno anche ripetere mille volte che i rapporti tra Berlusconi e il Vaticano sono eccellenti, ma non più quelli tra Berlusconi e il popolo di Dio».
Quindi Berlusconi pagherà, elettoralmente parlando?
«Sì. Naturalmente sta anche a noi fare in modo che queste vicende non si risolvano in un clima di disaffezione e nell'antico sospetto tra i cattolici e la politica».
I sondaggi però non registrano terremoti nel consenso.
«Ho visto, ma vorrei chiedere ai sondaggisti: che cosa intendete per "cattolici"? Attenti, perché la realtà del mondo cattolico è molto plurale. Attenti, perché è un mondo che ha già tanti strumenti interni di comunicazione, una rete capillare formidabile: se inizia quel tam tam, se passa l'idea che una fase si è chiusa e forse se ne ricostruirà una nuova... Ecco, io farei sondaggi fra qualche tempo. Tenendo conto che le questioni su cui costruire un giudizio sono tante: dalla crisi economica al lavoro, all'immigrazione».
La Lega si accredita come interlocutore del Vaticano rivendicando le radici cristiane: come la vede?
«Sono rimasta colpita, ma cito il Vangelo come ha fatto Tettamanzi, lì dove dice che gli alberi vengono giudicati dai frutti e non dalle radici: e siccome i frutti dell'albero della Lega sono tutti cattivi... La Lega che divide il Paese, che umilia gli immigrati, non potrà mai rivendicare un ruolo di difensore delle radici cristiane».
Che cosa pensano i vertici cattolici di questo Pd dove i cattolici della Margherita si sposano con gli ex Pci?
«Il Pd è un progetto che deve ancora farsi conoscere e capire anche dalla Chiesa. In questi due anni, tra le tante carenze è mancato anche un rapporto serio con il mondo cattolico: ci sono state iniziative individuali e in ordine sparso. In Vaticano conoscono bene, al di là delle chiacchiere e delle promesse, le pecche del governo di centrodestra. Però ci vuole un'alternativa concreta, nel segno della laicità: con il confronto serio e una libera collaborazione».
Non teme che la sponda Bersani-D'Alema e Bindi-Letta sia vista, dentro il Pd, come la sponda dei «vecchi», di quelli che vogliono il partito forte all'antica?
«Io voglio un partito forte alla moderna! Siamo stati in difficoltà perché il Pd in questi due anni non è stato incontrato da chi cercava l'alternativa a Berlusconi e alla destra!».
E di chi è la colpa?
«Di chi ha gestito il partito finora».

MDxmeASa
Lasciato da God bless him. He was a friend and a fianasttc guy. He is missed. I will continue shopping at Trax in Wax and doing my part to show his wife my support. God bless il giorno 02 Dicembre 2015 alle 04:25Io, oggi non credente, ieri vincenziano e obiettore nella Caritas...
Lasciato da Massimo Amodio il giorno 17 Settembre 2009 alle 00:45


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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