
Una scelta per il Pd
di Rosy BindiSono giorni difficili. Le dimissioni di Veltroni hanno aperto una crisi profonda nella vita del Pd. La risposta dovrebbe essere quella di fare subito un congresso vero. Ma non ci sono le condizioni. Non solo il tesseramento non è concluso e in metà del paese non ci sono neppure i circoli, ma le elezioni amministrative ed europee sono dietro l'angolo e non possiamo chiedere ai nostri militanti e ai nostri candidati di sovrapporre l'impegno di un'aspra compagna elettorale al confronto e dibattito interno sulle mozioni congressuali.
L'alternativa potrebbe essere l'elezione di un nuovo segretario con primarie immediate, indette dall'Assemblea costituente di domani con una deroga allo statuto. E c'è già chi indica la data del 19 aprile. E' una proposta sbagliata, direi persino pericolosa. Si tratterebbe infatti di una pura e semplice riedizione del 14 ottobre che lascerebbe intatti i nodi e le ambiguità di quella esperienza, che lo stesso Parisi ha giudicato un fallimento.
Credo che le primarie siano uno strumento prezioso di partecipazione e coinvolgimento diretto dei militanti e dei cittadini. Ma non può essere immaginato come una sorta di palingenesi della bella politica o utilizzato come resa dei conti tra fazioni. Può mai uno scontro effimero, giocato in una manciata di settimane, forgiare una linea politica autorevole e credibile? Indicare una leadership forte? E quali regole permetterebbero oggi ad una potenziale nuova classe dirigente di farsi avanti per contendere la leadership ai big del partito che oggi sono messi sotto accusa?
Non possiamo continuare ad eleggere a furor di popolo nuovi capi e prepararci dopo pochi mesi a farli fuori. Non siamo pronti, lo dimostrano la confusione, la rabbia e lo smarrimento di queste ore. E allora non resta che affrontare seriamente e con razionalità la crisi, imboccando senza scorciatoie la via maestra di un congresso ravvicinato, vero, preparato bene e in tempi certi.
Non è in crisi il progetto del Pd. Semmai è fallito il modello di costruzione del partito sperimentato in questi mesi. Restano intatte le ragioni e la necessità del Partito democratico e non si torna indietro. Non ci sono più le nostre vecchie case e neppure nuovi approdi: si chiamino pure "nuovo centro" evocato nell'indicazione ossessiva di un'alleanza a senso unico con l'Udc o "nuova sinistra" dal timbro socialdemocratico europeo. Se vogliamo davvero realizzare il sogno dell'Ulivo e consolidare il progetto originale del Pd, non possiamo alimentare l'incendio. Quando la casa brucia si chiamano vigili del fuoco: non si fugge da un'altra parte né si alimentano le fiamme con nuova benzina. Ho sempre lavorato per salvaguardare l'ispirazione, la funzione e il ruolo del Partito democratico. Penso di aver maturato, con serenità, l'orientamento per le decisioni che dobbiamo assumere domani e nei prossimi giorni.
Le nostre idee e persino le nostre persone per affermarsi, nel corso della vita, possono aver bisogno di battaglie franche e aperte anche a costo di risultare minoranza. Ma non può essere sempre così. Ci sono momenti che richiedono scelte unitarie di salute pubblica ed è necessario rinunciare a qualunque scelta che potrebbe avere il sapore frazionistico. Con questo senso di responsabilità mi preparo a sottoscrivere, con gli altri componenti del coordinamento di cui faccio parte come vicepresidente della Camera, la candidatura di Dario Franceschini che a norma di Statuto resterà segretario fino alla celebrazione del congresso e delle primarie previste entro il 18 ottobre 2009.
Con questa firma non smentisco il mio cammino e non rinuncio alla mia impostazione. Mi sono candidata alle primarie del 14 ottobre con una proposta di partito e contro il ticket di Veltroni e Franceschini, indicato dai vertici dei Ds e Margherita e sostenuto da liste che avevano piattaforme e programmi tra loro divergenti. Mi sono candidata contro l'unanimismo di facciata ben presto esploso, soprattutto dopo le elezioni politiche, in una divergenza di linee che ha immobilizzato la vita del partito.
Non ho mai nascosto le mie riserve né taciuto quelli che ancora oggi considero gravi errori. La segreteria di Veltroni non ha fatto tutto ciò che era necessario per sostenere il governo Prodi; ha esaltato la vocazione maggioritaria del Pd, come scelta solitaria e di autosufficienza; ha accreditato Berlusconi come interlocutore affidabile sul tema delle riforme; ha gestito il partito con la sua maggioranza eterogenea, moltiplicando gli incarichi. Il partito si è balcanizzato e le correnti hanno eroso la leadership che a sua volta ha vissuto la pluralità e il dissenso come lesa maestà.
Troppe scelte e troppi impegni sono stati assunti senza un confronto vero e una libera discussione interna. La nostra opposizione al governo è apparsa ondivaga, a volte incerta e non ha mostrato il profilo di una forte alternativa al modello sociale e istituzionale della destra berlusconiana. Queste riserve non si dimenticano e le consegno insieme alla mia firma alla candidatura di Dario Franceschini. Intendo così investire il nuovo segretario della responsabilità di chiudere la gestione del partito con la maggioranza del 14 ottobre e di aprire una fase di governo unitario. Da qui dobbiamo ripartire per un congresso vero, nel quale affrontare finalmente le grandi questioni ancora aperte.
Le riassumo per punti:
- la costruzione di un partito plurale, che sia davvero il compimento dell'Ulivo, a vocazione nazionale che ricostruisce il campo del centrosinistra;
- la laicità come valore praticato nell'ascolto e nel rispetto reciproco, come ricerca di una sintesi condivisa e mai imposta;
- il profilo della nostra opposizione a Berlusconi con un progetto di governo del paese chiaramente alternativo, che rafforzi la democrazia e costruisca un nuovo modello di sviluppo come risposta alla crisi mondiale;
- l'organizzazione di un partito aperto alla partecipazione e radicato nel territorio e nelle realtà sociali del paese;
- la collocazione europea e internazionale del Pd, che sappia esprimere la sintesi "con i socialisti, non nei socialisti".
A Dario Franceschini chiedo una gestione collegiale del partito, che in questi mesi di transizione al congresso faccia leva su una classe dirigente che esprima sia l'innovazione che l'esperienza, archiviando una stagione improntata a un nuovismo troppo spesso di facciata. Per questo è necessario chiudere l'esperienza del governo ombra e dar vita a un nuovo coordinamento.
E chiedo anche agli altri dirigenti, che oggi sono chiamati come me a un atto di responsabilità verso il Pd, di sciogliere quelle Fondazioni e quelle associazioni parallele che hanno rappresentato oggettivamente dei partiti nel partito. D'ora in poi dobbiamo dimostrare tutti che ognuno di noi è solo e semplicemente un democratico.

In Italia la crisi c'è.....ma la gente ha una grande fiducia in Berlusconi
Lasciato da Emilio il giorno 09 Marzo 2009 alle 22:52Rutelli al Congresso radicale
Lasciato da leonardo signorini montelupo il giorno 28 Febbraio 2009 alle 18:58SOLO BERSABIN....
Lasciato da PAOLO GHEZZI il giorno 27 Febbraio 2009 alle 12:08...non mi spiego la differenza
Lasciato da Loredana Poncini il giorno 22 Febbraio 2009 alle 15:59Ti spiego la differenza: il non votare.
Lasciato da leonardo signorini montelupo il giorno 22 Febbraio 2009 alle 09:07FINALMENTE!!!
Lasciato da Reali Lodovico il giorno 22 Febbraio 2009 alle 00:31e l'ULIVO, una radice con un'unica "FRONDA" ?
Lasciato da Loredana Poncini il giorno 21 Febbraio 2009 alle 10:04Una scelta per il Pd per non sceglire
Lasciato da Giuseppe Sblano il giorno 21 Febbraio 2009 alle 08:44Bombardare il quartiere generale
Lasciato da sauro il giorno 21 Febbraio 2009 alle 01:38Il Pd prima di tutto
Lasciato da Giacomo il giorno 21 Febbraio 2009 alle 01:07Incoerenze
Lasciato da Diego Ruggiero il giorno 21 Febbraio 2009 alle 00:44L'ULTIMA RUOTA DEL CARRO
Lasciato da Maurizio il giorno 20 Febbraio 2009 alle 23:48Una scelta di buon senso
Lasciato da Flavio il giorno 20 Febbraio 2009 alle 23:19


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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