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14 Ottobre 2008

Vuole smantellare la scuola pubblica


Chi vuole capire gli obiettivi della riforma della scuola che il Governo sta imponendo al paese a colpi di fiducia,  può leggere e soprattutto far circolare questo documento. E' la dichiarazione di voto pronunciata il 9 ottobre 2008 dal vicepresidente del gruppo del Pdl alla Camera dei Deputati, on Italo Bocchino.   



Dichiarazione di voto dell'on. Italo Bocchino, vicecapogruppo Pdl alla Camera dei Deputati
 
Signor Presidente, comincio con il ringraziare a nome del gruppo del Popolo della Libertà il Ministro Gelmini che, pur essendo giunta in giovane età e per la prima volta alla guida di un Ministero, ha avuto il coraggio di affrontare un tema spinoso come quello della scuola guardando lontano, guardando a quello che si può fare per migliorare uno degli strumenti indispensabili per costruire un Paese davvero normale. È difficile affrontare questo argomento con coraggio perché bisogna fare delle scelte che possono apparire in un primo momento impopolari, ma soprattutto bisogna scontrarsi con un mondo che ha fatto della scuola il proprio core business politico e sindacale.

Perché la scuola è da cambiare, cari colleghi? L'ex Ministro Fioroni ci ha presentato una splendida scuola che noi vorremmo smantellare per ragioni politiche, ma la scuola si trova in una situazione pre-fallimentare dal punto di vista economico e fallimentare dal punto di vista dei risultati. La scuola è una grande fabbrica: è la fabbrica del sapere, dell'istruzione, dell'educazione, della crescita sociale, della possibilità data a tutti di giocarsi la propria partita della vita. Ma questa scuola non è esattamente quello che dovrebbe essere.

Come è possibile che una delle scuole più costose dell'Europa e del mondo produca uno dei peggiori risultati d'Europa e del mondo? Questa è la risposta che voi dovete dare prima di contestare una scelta coraggiosa di riforma. Spendiamo di più e otteniamo di meno: in qualsiasi settore quando si spende più degli altri e si ha di meno significa che qualcosa non funziona. Allora andiamo a vedere che cosa non funziona. Non funzionano due cose della scuola italiana. La prima ha una matrice culturale e politica, visto che questa scuola è stata costruita sulla logica post-sessantotto: una scuola che non ha come obiettivo l'uguaglianza ma l'egualitarismo, altro che ascensore sociale, caro Fioroni! La scuola che voi avete costruito con il centrosinistra in questi decenni è diventata zavorra sociale punta a portare tutti verso il basso e non permette ai meritevoli, ai più bravi, ai più studiosi, a quelli che hanno più spirito di sacrificio di salire invece nei piani più alti. Noi vogliamo un'altra scuola, la scuola del merito, la scuola che dà la possibilità di partenza a tutti: accesso a tutti alla scuola alle stesse condizioni, a prescindere dal censo, dai soldi, dalla razza, dalla religione.

Ma poi devono prevalere altre logiche: deve prevalere il merito, l'intelligenza, lo studio, l'impegno, la volontà, il sacrificio; non possiamo avere una scuola che dice che tutti raggiungeranno lo stesso obiettivo per dire, di fatto, che nessuno raggiungerà alcun obiettivo. Noi non condividiamo questo vostro modello. L'altro errore che avete commesso è più pratico, più materiale, avete trasformato la scuola in un ammortizzatore sociale: il vostro problema non è quanto riusciamo ad educare e ad istruire i discenti, il vostro problema è quanti docenti riusciamo ad assumere) e quanti di questi saranno iscritti alla CGIL. Non è questo di cui ha bisogno un Paese! Al centro della nostra scuola c'è lo studente, c'è l'alunno, c'è quello che deve avere la grande opportunità di mettersi in gioco nella vita con la propria intelligenza.

Abbiamo la scuola con il più alto numero di bidelli a livello mondiale; i bidelli in Italia sono più dei carabinieri: abbiamo un bidello ogni due classi. Venite a dire che è giusto così, spiegate agli italiani che è giusto avere più bidelli che carabinieri! Abbiamo diecimila classi con meno di dieci alunni; spiegate agli italiani che è giusto avere diecimila classi con meno di dieci alunni. Abbiamo un docente ogni nove alunni, l'Europa ha come media un docente ogni tredici alunni, perché la logica non era quanti docenti servono per formare bene cento alunni, ma quanti docenti dobbiamo sistemare a prescindere dagli alunni che abbiamo. Noi non vogliamo questo perché la conseguenza è che i docenti sono pagati 14 euro l'ora, meno dei collaboratori domestici dato che se voi utilizzate la scuola come ammortizzatore sociale, quanto più si allarga la platea del meccanismo di ammortizzazione sociale, meno soldi potete dare ai docenti.

Spendiamo il 97 per cento delle risorse della scuola in stipendi, abbiamo 1 milione 350 mila dipendenti: un esercito per essere tra le peggiori scuole d'Europa! Abbiamo il maggior numero di ore di insegnamento dell'Unione europea, perché dobbiamo insegnare quanto più possibile per accontentare quanti più insegnanti e non dobbiamo insegnare quanto meglio possibile per ottenere il massimo del risultato per gli studenti. Per noi la scuola è altro, per noi la scuola è il tempo dell'educazione, è il tempio dell'istruzione, è fucina di meritocrazia, è la fabbrica del sapere che non ha prezzo come investimento dello Stato se è fabbrica del sapere, mentre dobbiamo andare a controllare i conti se è fabbrica di assunzioni; ecco perché noi siamo andati a tagliare tutta la spesa pubblica in base al lascito che ci avete dato della nostra economia nazionale.

Chiediamo poi il ritorno all'autorità, alla disciplina, che non sono termini brutti, né anacronistici. L'«autorità» è un termine splendido, la disciplina è indispensabile; in Inghilterra, in Francia e in Germania si discute di questo, tutto il mondo della pedagogia discute sull'esigenza di ritornare alla disciplina; lo dobbiamo fare anche in Italia. Vediamo concretamente le misure che contestate. Che fa la Gelmini di così grave? Reintroduce il grembiule: oddio che scandalo! Perché reintroduciamo il grembiule? In primo luogo perché garantisce eguaglianza al figlio del ricco e al figlio del povero, mi meraviglio che voi da sinistra siete contrari e volete un bambino con un abito griffato da mille euro accanto a un bambino figlio di un operaio vostro che guadagna mille euro al mese.

Capisco il vostro nervosismo, lo comprendo, perché so benissimo che stiamo toccando i vostri interessi, ma lo facciamo per difendere gli interessi degli alunni, dei cittadini! Evitiamo la corsa alle griffe che rovinano i bambini. Restituiamo l'educazione civica alle scuola elementari; io non vi capisco, voi oggi avete giustamente chiesto che nelle scuole sia distribuita la Costituzione e poi urlate quando la Gelmini la vuole far studiare, ma allora che la diamo a fare la Costituzione se poi non la devono studiare! Giusto per fare da spessore al banco scolastico! Non si capisce quali siano le ragioni del vostro ostruzionismo; vogliamo spiegare i diritti e i doveri sani, civici, ai cittadini italiani del futuro, è questo che vogliamo spiegare.

Reintroduciamo il voto in condotta per combattere il bullismo. Il maestro unico che tanto criticate è il maestro prevalente. La ragione prima è costituita dai risultati: con il maestro unico eravamo la terza scuola a livello internazionale; da quando l'abbiamo tolto siamo all'ottavo posto. Basta questo! Sono i risultati che giudicano le scelte legislative! Il maestro prevalente deve essere quella figura che accompagna come una seconda madre la crescita della personalità del bambino che, all'età di cinque, sei anni, arriva alla scuola elementare: non come i tre o quattro maestri, che devono confondere (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Accanto, ci saranno i maestri di inglese e di sostegno!  

Avete cercato di far credere all'Italia che vogliamo abolire il tempo pieno. Il tempo pieno, con questo provvedimento, sarà aumentato del 50 per cento, semplicemente perché il maestro prevalente libererà insegnanti, che saranno a disposizione per due obiettivi: il tempo pieno e i corsi serali di italiano per bambini stranieri. Altro grande obiettivo della riforma Gelmini è favorire l'integrazione, la conoscenza della lingua, degli usi e delle tradizioni del nostro Paese. Perché siete contrari? Spiegatecelo! Ditelo agli italiani! Non lo comprendiamo, oltre alle ragioni politiche!

Capiamo che stiamo toccando il vostro core business, ma è così: la riforma serve al Paese, così come serve tornare al voto al posto dei giudizi: un quattro è un quattro, un sette è un sette e abbiamo fatto chiarezza. Anticipiamo la scuola dell'infanzia a due anni e mezzo, in modo che la donna lavoratrice possa tornare prima al lavoro. Non tocchiamo gli insegnanti di sostegno e le scuole di montagna. Concludo lanciando un messaggio agli insegnanti: stiano tranquilli che, nonostante la campagna di disinformazione, non ci sarà un'insegnante che sarà licenziata. Non è prevista da questo provvedimento neanche una lettera di licenziamento.

Sono previsti, invece, la qualificazione degli insegnanti, il merito a seconda del lavoro che essi svolgono e un premio di produttività sino a settemila euro all'anno per chi otterrà il massimo dei risultati. Questo è l'obiettivo della nostra riforma ed è per questo che la sosteniamo con forza in Parlamento, nonostante il vostro tentativo di agitare le piazze e di sfruttare i bambini, portandoli a manifestazioni politiche! Per questo vogliamo cambiare il Paese e abbiamo il dovere di modernizzare l'Italia. Il vostro è solo ed esclusivamente anacronismo culturale e l'arroccamento a sprechi e privilegi, che abbiamo il dovere di combattere.


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31 Maggio 2015
Postato da Redazione

Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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