03 Ottobre 2008

La svolta decisionista

di Rosy Bindi



La svolta decisionista di Berlusconi, che annuncia un ricorso massiccio ai decreto legge, suona come l’ammissione che il Pd non esagera quando denuncia i rischi per la democrazia. Ma più ancora degli annunci o delle parole offensive e inaccettabili sui parlamentari depressi, ci sono i comportamenti, una lunga serie di fatti che provano l’anomalia del berlusconismo.

Ieri, mentre il Presidente del Consiglio si esibiva come maestro di sostegno alla Gelmini in difficoltà e minacciava la diserzione del Pdl dai talk show televisivi (dopo le figuracce di Gasparri, Verdini e Brambilla sulle reti Rai), nessuno membro del Governo ha sentito il dovere di venire a rispondere ad alcune interpellanze sulle ripercussioni per l’Italia della crisi finanziaria mondiale.   Un segnale di imbarazzo e grave impreparazione, anticipato dal silenzio del ministro Tremonti che poche ore prima in aula aveva del tutto ignorato la questione limitandosi a svolgere il compitino sulla legge Finanziaria.   Ma anche un nuovo evidente segnale della mancanza di rispetto verso il Parlamento. Il dileggio verbale del Parlamento tradisce una modalità distorta e incostituzionale di concepire le relazioni tra gli organi istituzionali, tra poteri dello Stato che mette in discussione la natura stessa della nostra democrazia parlamentare.  

Ad oggi, il governo Berlusconi ha emanato 15 decreti legge. Se ci limitiamo ai lavori della sola Camera, tolte le ratifiche, tolto il rendiconto e l’assestamento di Bilancio -   tutti atti dovuti - e tolte le mozioni, rimangono solo due provvedimenti ordinari, entrambi del governo: uno in materia di spesa pubblica e proroga di termini (praticamente anche questo quasi un atto dovuto) e l’altro, guarda caso, il disegno di legge sulla sospensione dei processi per le alte cariche dello stato. Per il resto, solo decreti-legge, quattro dei quali approvati ponendo la questione di fiducia su un maxi-emendamento interamente sostitutivo del testo. Anche per la riforma della scuola, si è proceduto con la stessa tecnica e   si annuncia l’ennesimo voto di fiducia per la prossima settimana.  

La manovra finanziaria è un capitolo a sé, ma la musica non cambia. Il Governo si vanta di aver ridotto la legge a soli tre articoli ma di fatto ha stravolto l’intera sessione di bilancio, evitando di misurarsi con l’opposizione sulle strategie politica economica e di sviluppo.

Il governo ha giustificato questa prassi con l’urgenza di una tempestiva entrata in vigore delle diverse misure. Ma l’urgenza non può tradursi nella sistematica compressione delle prerogative del Parlamento. Prerogative e non privilegi, che sostanziano il corretto esercizio della sovranità popolare. Sovranità che non si esprime una volta per tutte nel voto, al momento delle elezioni come vorrebbe far credere la maggioranza, ma trova significato, valore e continuità nel lavoro dei singoli parlamentari e dei loro gruppi, nel rapporto che così si stabilisce tra parlamento e cittadini.

Il governo Berlusconi vive il rapporto con il Parlamento, e forse il Parlamento stesso, come una sorta di impaccio. Un vero e proprio ostacolo da bypassare il più rapidamente possibile, senza troppo badare a regole e procedure.

E’ in atto una vera e propria mutazione genetica. Innescata da una pessima legge elettorale che ha espropriato i cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentati e che ora sta facendo scivolare un sistema bipolare e maggioritario immaturo, verso un modello autoritario del tutto inedito. La sfida per il Pd è molto impegnativa. Non si esaurisce in una opposizione parlamentare ferma della difesa nei principi costituzionali e autorevole nelle proposte sui singoli problemi. E’ anche e prima di tutto una sfida per restituire dignità e credibilità alla politica. Il Pd è nato per questo e la sua classe dirigente, nazionale e locale, deve dare prova di essere all’altezza di questo compito come meno furbizie e meno tatticismi  più generosità e più responsabilità collettive.

• Profezia: tra tre anni i primi casi di desaparecidos a opera di "Arcor..leone"
  Lasciato da Michele Nista il giorno 05 Ottobre 2008 alle 23:04
• democrazia a rischio
  Lasciato da carlo baviera - Casale Monferrato il giorno 04 Ottobre 2008 alle 18:10
• -Dobbiamo impegnarci per ridare dignità alla politica, come arte nel cercare le migkiori soluzioni ai problemi di rilevanza sociale
  Lasciato da Giuseppe Delfrate di Chiari il giorno 03 Ottobre 2008 alle 22:09