22/1/2008
Commento al post "Veltroni è tornato ulivista, ora lasci perdere il Vassallum" lasciato da cosetta sartori

A parole tutti gli esponenti dei partiti, maggioranza ed opposizione, sono concordi nel ritenere l'attuale legge elettorale, inadeguata e foriera di ingovernabilità. Al vaglio dei fatti, si vorrebbe cambiare in modo tale che nulla cambi: i partiti minori, in nome di una visione distorta di ciò che si chiama democrazia, si esige che anche chi rappresenta una minoranza risibile, abbia il potere di condizionare le scelte politiche, attenzione non a beneficio dell'interesse generale, ma a quello particolare. La democrazia non è consociativismo, non è unione di leghe nè del nord, nè del sud. Si parla di democrazia, ma in realtà il sistema è basato sulla idea feudale signorile pre-moderna: è giusto ciò che decide il Signore, ciò che elargisce è sintomo di magnanimità e benevolenza, non è un diritto di chi lo riceve, nè un dovere per chi lo elargisce. In termini contemporanei si chiama clientarismo, favori in cambio di voti. La raccomandazione, in sè, non è negativa: si ha di fronte un buon candidato, non lo si conosce, si cercano referenze, che chiudano il cerchio della sua validità. Non ha nulla a che vedere con il posizionamento di quelli che possiamo chiamare "fedeli feudatari", che hanno il compito solo di mantenere il potere di chi, in quel ruolo, indipendentemente dalla competenza, li ha messi. La situazione di frammentazione che si sta operando nel nostro Paese nasce dalla strenua difesa di ogni particolarismo di ciascuno, dai partiti politici alle associazioni di genere, ai sindacati e ultima, ma non per questo meno importante, la gerarchia vaticana, che sta "cavalcando la tigre", per porsi come unica, coerente e credibile guida, non solo morale, magari affiancando un improbabile "uomo della provvidenza", che per quanto ci si sforzi, proprio nessuno riesce a vedere. Forse perchè la Provvidenza è momentaneamente assente. Pensare in grande, avere una visione globale e decidere per il bene del Paese, sacrificando le proprie particolarità, è l'unico modo per uscire fuori dall'impasse. E sembra che questo, a chi ha la possibilità e responsabilità, di operare in tal senso, non interessi. Questo è lo scollamento tra Paese reale e i giochi di potere in atto.