27/11/2007
Commento al post "Se la politica fosse teatro…" lasciato da giomimmo

Carissimi, vi racconto una storia. Che spero possa essere intesa anche da quei due, tre di voi che tengono il cervello a riposo, temendo che a farlo funzionare possa deteriorarsi. Eccola: a un certo punto della storia vissuta assieme nell'Ulivo due Partiti diversamente grandi per cultura, storia, etc., e con un passato non privo di meriti, ma anche di peccati, decidono di mescolare le loro forze per creare un unico Partito che aprisse la strada a una storia nuova della quale fossero ugualmente partecipi e protagonisti. Mescolandosi. Lo fanno, con alle spalle la loro storia piena di meriti e di peccati, due rappresentanti dei due partiti, che si candidano alla guida del nuovo soggetto. Applausi generalizzati, compresi quelli della Signora, ancora senza sospetti. Purtroppo la società civile non è in grado di proporre una candidatura, nemmeno quella parte di società civile organizzata capillarmente sul territorio nazionale. Ne è capace invece una fazione di ultras che rappresenta una piccola parte del tutto e getta nell'arena Vostra Signora dei sospetti, la cui preoccupazione principale è quella di sconfiggere il (divenuto) nemico, piuttosto che di dare un contributo di idee al nascituro soggetto nuovo. I fendenti, spesso inqualificabili, della Signora, colpiscono mortalmente la speranza di un vero mescolamento. Ci sono, ormai, due forze in campo per un solo Partito. La Signora cerca di farsi largo colpendo molto duramente. Il suo proposito dichiarato è quello di impedire che il tandem superi il 50% dei consensi popolari. Poi, in Costituente, si vedrà...Sappiamo come è andata a finire. Ma la signora e i suoi ultras non si danno ancora pace. Continuano a tirare fendenti al vento. E si fanno "altro" rispetto allo spirito iniziale del Partito democratico. Hanno scelto il ruolo di minoranza insignificante e ciarliera. Si sono collocati sul piano inclinato dei sospetti che diventano veleni quando arrivano in fondo. Sete di potere? lo escludo a priori: conosco, stimo e rispetto il valore di Bindi, Parisi, e tanti altri. Solo, forse, portatori di una strategia "altra", rispetto al Partito che faticosamente sta cercando di nascere. Il timore è che il piano inclinato dal quale predicano i loro dubbi e le loro brucianti invettive li porti dove loro stessi sicuramente non vogliono andare. Ma non si può essere pregiudizialmente contro tutto senza finire per perdere di vista ciò che veramente si voleva all'inizio del viaggio. E, a questo punto, anche del percorso. Spero fortemente che non accada. Un saluto.