
A margine delle Primarie....
Commento al post "Con Walter e con Romano" lasciato da Sergio Visconti
A margine della Primarie….
Qualcuno paragona il cattolicesimo democratico ad un fiume carsico, che ora scorre alla luce dal sole ora si inabissa in grotte e gallerie. E così come il fiume purifica se stesso, le proprie acque proprio nel buio delle grotte più recondite e nel nascondimento, allo stesso modo il cattolicesimo democratico riacquista forza, consistenza e vitalità proprio quando sembra essere lontano dalla scena politica, dall’agone politico; quando affina le ragioni del proprio essere ed esserci attraverso la riflessione seria, approfondita, discreta, umile, ma zelante di tanti uomini e donne, soprattutto giovani, che hanno maturato competenze, formazione e identità in percorsi di impegno religioso, di apprendimento dei fondamenti della Dottrina Sociale della Chiesa, di affinamento di capacità intellettuali, di esercizio quotidiano di quella sana laicità che è il terreno ed il luogo dove fare incontrare culture e sensibilità diverse.
Se l’immagine del fiume carsico presenta e contiene una qualche suggestione, ritengo che la vicenda del PD – soprattutto nella dimensione della campagna elettorale - abbia rappresentato, in questa fase della vita politica e culturale italiana, un momento importante, paragonabile, tornando all’immagine di prima, all’attimo in cui dagli abissi della terra il fiume carsico torna a scorrere alla luce del sole.
Il cattolicesimo democratico torna alla luce, purificato e rigenerato, ancora disposto ad essere quella “nota ferma” che permette alla melodia politica, così come avviene nel canto gregoriano, di svolgersi coerentemente e senza cali di tono. Così come ha già fatto in altri momenti importanti della vita politica e civile italiana, come, ad esempio, nel momento della progettazione, organizzazione e costruzione architettonica della Carta Costituzionale dell’Italia repubblicana.
Ma esiste anche un’altra “nota ferma”: quella rappresentata da quei gruppi di persone – costituiti anche in associazioni – che, nel tempo “dell’ingrottamento” del cattolicesimo democratico, hanno mantenuta viva la riflessione politica, hanno elaborato cultura, hanno strutturato modalità di presenza nel territorio che anziché dare vita a nuove elites politiche hanno sollecitato la nascita o, se si vuole, la rinascita di una “cultura popolare”.
Argomenti 2000 è una associazione – si autodefinisce di “amicizia politica – che ha saputo e sa tenere la “nota ferma”: per offrire un contributo – a volte neanche troppo piccolo – allo sviluppo di un sentire culturale che, ancorché minoritario nel tessuto sociale italiano, è presente nel cuore, nella mente e nei desideri di tante persone, di tanti uomini e donne che sono pronti a spendere le proprie risorse umane, culturali, professionali e spirituali a servizio del bene comune.
Mi piace, dunque, segnalare il fatto che, pur non potendo e non dovendo parlare di “correnti politiche” all’interno del costituendo PD, il cattolicesimo democratico è ancora vivo e vitale: forse non lo è secondo i canoni interpretativi utilizzati sino a poco tempo addietro, certamente lo è secondo quelli coerenti con questo tempo presente. Un tempo che richiede capacità di unire in sintesi armoniosa il particolare con il generale, il locale con il globale, il religioso con il laicale. Il cattolicesimo democratico, dunque, anche grazie all’esperienza intensa vissuta da quanti, accanto a Rosy Bindi, si sono assunti il compito di dare dimensione democratica alle cosiddette primarie del PD, è oggi segno di un percorso culturale e politico possibile. Un percorso ancora accidentato, difficile, ma sul quale tanti giovani, tanti uomini e donne muovono passi decisi perché chiara è la meta da raggiungere.
Il fiume è tornato a scorrere in superficie: le acque sembrano essere cristalline. L’augurio è che queste acque possano dissetare i delegati alle Assemblee Costituenti il PD. L’augurio è che una nuova stagione del cattolicesimo democratico possa fiorire dal terreno del PD che si spera possa essere fertile.
Certo, però, bisogna con onestà anche chiedersi se è davvero fertile il terreno del PD: se, cioè, l’humus dal quale hanno tratto linfa vitale gli “apparati” dei DS e della Margherita sarà capace di alimentare il “nuovo” di cui hanno bisogno la politica e la società italiane; di cui necessitano le nuove generazioni; di cui discutono opinionisti e politologi; di cui dibatte, ora con ragionamenti da bar ora con raffinate speculazioni, il mondo ufficiale della cultura; di cui attendono con ansia e speranza l’inveramento quanti soffrono o ritengono di soffrire emarginazione sociale, discriminazione economica, mancanza reale di opportunità.
Le Assemblee Costituenti, soprattutto quella Nazionale, dovranno assolvere ad un compito non semplice: far sì che le sostanze nutritive che hanno favorito il pantagruelico potere degli apparti di partito, adesso nutrano ciò che deve essere il “nuovo” quanto a stile e prassi. Perché necessita un forte richiamo e, direi, una forte testimonianza democratica: nella struttura del Partito (perché non venga nuovamente adottato il criterio delle “liste bloccate” o qualcosa di simile anche nella elezione dei Componentille Segreterie nazionale e regionali), nello stile e nella prassi dei rappresentanti il PD, nello stile e nella prassi dei “militanti” e dei simpatizzanti.
Quale, dunque, il ruolo richiesto a Rosy Bindi ed ai leaders che come lei e con lei si sono impegnati e scommessi politicamente e culturalmente?
Certamente quello di tenere “la nota ferma”, ma anche quello di diventare humus nuovo per nutrire il PD, che partito nuovo e novità culturale deve sapere essere non solo nei proclami ma anche nei fatti. Certamente di non disperdere tutto quel patrimonio di entusiasmo, di attese, di voglia di fare, di contributi culturali, di elaborazione politica che è emerso dal popolo delle primarie e, soprattutto, da realtà come quella di “Argomenti 2000”, che hanno guardato e guardano con attenzione e serietà alla possibilità di fare esperienza concreta di “laicità attiva”.
Ciò significa che Rosy Bindi dovrà rivolgere una attenzione continua a:
• quanti vivono intensamente l’esperienza di fede e di impegno nel modo dell’associazionismo cattolico come opportunità seria di sperimentare in campo politico l’esercizio della consapevolezza di “essere nel mondo ma non del mondo”, quindi la capacità di sapere discernere ciò che è relativo rispetto a ciò che è Assoluto;
• quanti vivono con coerenza intellettuale l’esperienza dell’essere laici, senza essere necessariamente laicisti, come opportunità di costruzione di un dialogo serio e franco con tutti quegli uomini e donne credenti che a partire dalle esigenze del Vangelo e dalle indicazioni della Dottrina Sociale della Chiesa hanno elaborato un pensiero ed una prassi politici che sono patrimonio della cultura cattolica, soprattutto di quella democratica.
Questa è la strada maestra per non rischiare di perdere, in questa fase complessa e complicata della vita politica italiana, quel patrimonio di disponibilità a costruire e fare “rete” che emerge dall’intero territorio italiano, che, trasversalmente, coinvolge il Sud, il Centro ed il Nord Italia; che “profeticamente” è già concretezza storica a portata di mano perché giovani ed anziani, adulti e giovanissimi si sono saldati in un progetto di rinnovamento politico che affonda radici salde nella tradizione del pensiero cattolico democratico. Un pensiero, una tradizione culturale che può essere argine autorevole alla voglia di straripamento culturale che sembra scorgersi all’orizzonte dell’ex mondo diessino. La via, dunque, non è tanto quella di inseguire, modulando parole nuove e richiamando sogni di inizio anni Sessanta del secolo scorso, un modello, soprattutto economico, che sembra non avere limite alcuno nel tempo della prodotta era globalizzata, ma di fare riferimento ad un modello culturale e, quindi, politico che realmente metta l’uomo al centro della propria riflessione e del proprio agire. È l’uomo la via da seguire, la meta da raggiungere per creare un nuovo modo di fare politica, per dare nuova speranza ai giovani di questo tempo che cambia senza un apprezzabile governo politico dei cambiamenti.
Sergio Visconti


31 Maggio 2015
Postato da Redazione
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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