
Al quinto piano di Palazzo San Macuto il rumore degli elicotteri che sorvolano via del Plebiscito non lascia tregua. Il televisore acceso rimanda le immagini della piazza, convocata da Silvio Berlusconi, e quelle del Senato, dove l'Aula sta scrivendo la parola fine alla presenza dell'ex premier in Parlamento. Rosy Bindi, neopresidente della commissione Antimafia, ha un sussulto quando vede quel poster con il volto di Berlusconi e il simbolo delle Brigate Rosse. Se la ricordano tutti quella foto, l'originale, quella che le Br mandarono con il volto del loro prigioniero, Aldo Moro. È come infilare un coltello nella carne viva della memoria di chi quei giorni li visse dentro la Dc. «La magistratura come le Brigate rosse e lui come Aldo Moro... Ma come è possibile infangare tutto e tutti così? Come è possibile piegare ogni cosa ai propri fini?». Provare a fare un bilancio di questi venti anni di democrazia parlamentare con Berlusconi alla guida del centrodestra è come fotografare tutti i vulnus della democrazia stessa e dei partiti che sono stati protagonisti di questa fetta di storia.
Si chiude davvero con questo voto un'epoca?
«Credo che ci vorrà un bel po' di tempo prima di poter dire che si è chiusa una fase politica. Prima di tutto perché, come dimostra il suo discorso in piazza, Berlusconi non ha alcuna intenzione di farsi da parte e poi perché il berlusconismo e la cultura che si porta dietro finirà quando il centrosinistra vincerà le elezioni. Altro discorso è affrontare il tema di questi venti anni di Berlusconi parlamentare e uomo delle istituzioni perché da questo punto di vista stasera si è davvero chiusa una fase».
Quanto è cambiato in questi anni rapporto fra le istituzioni?
«Se ci guardiamo indietro quello che emerge con maggiore forza è che Berlusconi è stato sicuramente uno dei protagonisti della delegittimazione delle istituzioni. Che oggi ci sia una crisi della democrazia parlamentare è sotto gli occhi di tutti e ci auguriamo che l'iter delle riforme istituzionali giunga a termine e produca i cambiamenti necessari, ma il messaggio che Berlusconi ha cercato di dare in tutti questi anni era un altro. Puntava a dimostrare che le procedure parlamentari erano un inutile freno al lavoro del governo. Ci ricordiamo cosa disse da presidente del Consiglio? Che sarebbe stato meglio far votare soltanto i capigruppo».
Un altro capitolo di questa storia è scritto sulle leggi ad personam. Avrebbe mai immaginato che Il colpo finale sarebbe Invece arrivato da una legge votata anche dal centrodestra?
«Questo è stato uno dei capitoli più bui del Parlamento, chiamato per interi giorni, settimane, mesi, a discutere di leggi che servivano ad uno soltanto. Il momento di umiliazione più grande lo si è raggiunto quando si è arrivati a votare per Ruby, nipote di Mubarak. In quel momento si è rivelata un'idea proprietaria delle istituzioni che è agli antipodi della liberai democrazia».
Non le sembra che sia stata la "logica" conseguenza di una continua forzatura nell'uso delle Camere?
«Quando c'è un leader che concepisce la maggioranza come una condizione politica che ti pone al di sopra di ogni limite saltano le regole e diventa inevitabile il conflitto permanente tra i poteri dello Stato, nessuno escluso, dalla magistratura al Quirinale, dalla Consulta al Parlamento. Abbiamo passato così tante giornate dietro alle leggi ad personam mentre il ruolo del Parlamento veniva marginalizzato dai voti di fiducia sugli atti più importanti come le Finanziarie... Ancora brucia lo sfregio dell'approvazione del Porcellum, contro cui forse avremmo potuto come centrosinistra iniziare l'ostruzionismo prima ancora che arrivasse in Aula, e la controriforma della Costituzione che riuscimmo poi a bloccare soltanto grazie alla vittoria del referendum».
Veniamo ai suo rapporto con il presidente Berlusconi. Lei è stata più volte oggetto di attacchi violenti sul suo aspetto fisico. Che fa, tira un sospiro di sollievo adesso?
«Oggi non è un bel giorno, per nessuno di noi, mi creda. Ma se penso alle frasi che mi ha indirizzato più volte non posso che collocarle nella visione ancillare che Berlusconi ha delle donne. Quando mi disse che ero più bella che intelligente lo fece perché io avevo reagito, durante una trasmissione televisiva, al grave attacco, quello sì eversivo, al presidente della Repubblica e alla Corte Costituzionale che aveva bocciato il legittimo impedimento».
Berlusconi e il suo rapporto con le donne sorto entrati violentemente nel dibattito parlamentare. Le donne sono state il suo punto debole, l'inizio della fine?
«Questo è un altro elemento che caratterizza il suo Dna, la continua confusione tra pubblico e privato, un conflitto permanente. Ma attenzione, perché la più grande denuncia politica l'ha fatta sua moglie, con la lettera che scrisse a Repubblica. È stata Veronica Lario a richiamare tutti al fatto che c'era una dimensione privata che poteva incidere negativamente in quella pubblica».
Mentre noi parliamo Berlusconi sta facendo un comizio elettorale. Dice che è un giorno di lutto per la democrazia. Un leader destituito malgrado il largo consenso. Esiste una questione politica in questa vicenda?
«Il Senato ha votato dando attuazione ad una legge dello Stato che stabilisce i requisiti in base ai quali si può stare in Parlamento. Berlusconi non può più usare l'argomento del largo consenso elettorale che ha ricevuto per giustificare il suo posto in Parlamento. Il consenso non può essere inteso come una sorta di lavacro da ogni responsabilità. Non si può invocarlo per sottrarsi alla legge e questo un uomo delle istituzioni, più di chiunque altro, non dovrebbe dimenticarlo mai».
In questo Paese ci si è abituati a quasi tutto. Come giudica questo 27 novembre con Berlusconi che parla alla piazza e inveisce contro la magistratura, mentre si vota la sua decadenza in Senato?
«Questi venti anni hanno segnato un mutamento profondo della nostra Costituzione materiale. Berlusconi ha sempre scavalcato il Parlamento rivolgendosi con i messaggi televisivi direttamente agli elettori e infatti mentre il Senato vota la sua decadenza lui è in piazza».


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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