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25/8/2013

«Il Pdl vuole solo prendere tempo. Si rassegni: non ci sono scappatoie»
di Maria Zegarelli - da L'Unità


È appena tornata da una delle sue lun­ghe sfacchinate in montagna, Rosy Bin­di. Ma neanche lassù. tra le cime delle Dolomiti, stacca la spina con Roma. «Stiamo assistendo ad uno spettacolo indecoroso», commenta dopo aver let­to le ultime agenzie di stampa. Ad Arco­re vertice del Pdl con il Capo per decidere il da farsi, al Nazzareno fibrillazio­ne alle stelle in vista di una possibile crisi di governo e dunque di scenari po­litici da gestire.

Dopo il vertice di Arcore, Alfano dice che la decadenza è impensabile, ma in­tanto parla di misure economiche. Crisi scongiurata o elezioni in autunno?
«Mi auguro che prevalga il senso di responsabilità che ha portato alla forma­zione di questo governo. Ancora una volta dobbiamo chiedere a Berlusconi di separare il suo destino da quello del Paese, anche se purtroppo in tutti que­sti anni non è mai successo e questa a cui stiamo assistendo è la prova eviden­te dell’enorme conflitto di interessi che ha Berlusconi, Non è pensabile che lui chieda in cambio la sua impunità per tenere in vita il governo».

Bondi dice che quello di Berlusconi è un caso politico e umano e il suo destino il praticamente nelle vostre mani. Come se ne esce da questo intricato nodo?
«Intanto si deve separare immediata­mente la questione politica, che non siamo noi a porre ma loro, perché non accettano che a Silvio Berlusconi ven­ga applicata una sentenza come a qua­lunque altro cittadino o parlamentare. Il caso umano potrebbe affrontarlo sol­tanto il presidente della Repubblica, a lui spetta qualunque decisione, ma il ca­so umano non può essere preso in con­siderazione fino a quando non si sepa­ra da quello politico. Il fatto è che il Pdl usa il caso umano per risolvere quello politico. Se Berlusconi si dimette di par­lamentare e ammette la sua responsa­bilità il Pd accetterà qualunque decisione del presidente della Repubblica».

Cicchitto suggerisce una strada: sospen­dere il voto in giunta in attesa del pronun­ciamento della Consulta sulla legge Severino che, a loro detta, avrebbe profili di incostituzionalità.
«Mi sembra una soluzione piuttosto bizzarra: il Parlamento non si è mai rivolto alla Corte Costituzionale per una legge che esso stesso ha emanato essen­do interprete delle leggi che approva. La legge Severino è stata approvata an­che dal Pdl, è stata addirittura propo­sta dal ministro Angelino Alfano».

Bocciata l'ipotesi Cicchitto. Passiamo a quella Ghedini: aspettare che il Cavalie­re trascorra i nove mesi di assegnazione ai servizi sociali e, soltanto dopo, affron­tare il voto in Giunta. Le sembra una pos­sibilità?
«Anche questa mi sembra una soluzio­ne bizzarra. L'affidamento ai servizi so­ciali non cancella la sentenza e comun­que la pena accessoria, che prevede l'interdizione dai pubblici uffici, resta lì. Stanno cercando di prendere tempo, chiedono approfondimenti che noi, nel rispetto dei regolamenti della Giunta, non negheremo, ma non vedo altro che questo. Berlusconi non può evitare ciò che più lo fa inorridire: la decadenza da senatore. Non c'è via d'uscita per­ché o si applica la Severino o arriva la pena accessoria. Si devono rassegnare aIl’idea che questa sentenza contiene l'interdizione dai pubblici uffici e la decadenza dal ruolo di parlamentare».

Napolitano ritiene una sciagura le elezio­ni adesso. Non è che alla fine il Pd per te­nere in vita Il governo dovrà concedere qualcosa al Pdl?
«Questa volta non possono chiedere a noi di assumerci responsabilità che non sono nostre. Stavolta no. Non è so­pra le nostre spalle la durata del gover­no e nessuno può chiederci in nome di questo di non rispettare la legalità e la Costituzione. Si dovrebbe chiedere al Pdl di separare finalmente la vicenda del loro leader da quella del Paese».

Intanto l’ipotesi di una crisi di governo ha già provocato spaccature nel Pd. Zog­gia ha detto che in caso di elezioni antici­pate le primarie si faranno solo se i tempi lo permetteranno. Andrà così?
«Anche noi dovremmo evitare di inseri­re in questa vicenda così grave le no­stre questioni interne. Aspettiamo co­me va a finire e poi si prenderanno le decisioni che ci riguardano, altrimenti viene il dubbio che chi si esprime per una soluzione anziché un'altra lo fac­cia per fini di parte. Inviterei ad una maggiore cautela. Prima votiamo per la decadenza di Berlusconi, poi vedia­mo cosa succede al governo e intanto il percorso che abbiamo avviato verso il congresso va avanti. Non possiamo condizionare le sorti del partito a quelle del governo

Eppure si parla già del dopo. D'Alema di­ce: Letta finisce la sua esperienza a Palaz­zo Chigi con le larghe intese, a succeder­gli sarà Matteo Renzi, mentre Gianni Cu­perlo guida il partito.
«Mi faccia dire che per quanto mi ri­guarda prendo le distanze dalla separa­zione della leadership dalla premier­ship. Sono contraria a cambiare ora lo Statuto, sarebbe meglio farlo dopo il congresso come lo stesso Cuperlo ha proposto. Quanto a Letta e Renzi devo ammettere che sarebbe una sfida per niente appassionante».

Perché no?
«Perché sarebbe una competizione tra due proposte politiche troppo simili tra di loro».

Tutta tra ex Dc…
«Non è tanto questo aspetto, che ri­guarda quello che sono stati un tempo. Le mie perplessità nascono da quello che sono ora: ci troveremmo di fronte due proposte moderate, al di là dei toni dell'uno o dell'altro, e penso che non sarebbe rispettoso di un partito di cen­trosinistra. Rischieremmo di confron­tarci solo sui leader e non sulle propo­ste. Aggiungo anche che Letta non po­trebbe affrancarsi dall'aver fatto il pre­mier in un governo di larghe intese co­sì come Renzi non potrebbe far dimen­ticare nel giro di qualche mese ciò che ha interpretato in questi anni, sia con la rottamazione sia con una proposta politica che ha sempre cercato di marginalizzare i contenuti della sinistra ita­liana».

Lei, ex Dc come loro, chiede un candidato di sinistra?
«lntanto chiedo un congresso e penso che farebbero bene tutti a evitare l'ac­celerazione della crisi per allontanar­lo. Quanto ai contenuti del congresso vorrei una proposta nettamente bipola­re, nettamente alternativa al centrodestra ed espressione vera di una coalizio­ne di centrosinistra, dove le sensibilità di tutte le sue culture siano rispettate».
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31 Maggio 2015
Postato da Redazione

Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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