
"Dobbiamo subito fermare i tentativi di chi vorrebbe cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza". Rosy Bindi venerdì in direzione Pd c'è andata giù pesante ("non sacrifico la Carta a questo governo"), una tra i pochi dirigenti democratici a prendere una posizione netta sul tentativo di Pd e Pdl di cambiare la Carta a passo di marcia. Con annesse forzature.
Onorevole Bindi, il senso del suo intervento?
Dobbiamo sostenere questo governo perché non ha alternative, e perché innegabilmente sta facendo del suo meglio.
Innegabilmente?
Date le condizioni economiche, politiche e finanziarie sta cercando di lavorare al meglio per il paese. Però siamo consapevoli che questo e un governo sostenuto da una maggioranza di necessità. Sono larghe intese, con tutti i limiti del caso italiano.
E dunque?
Alcuni temi come la riforma costituzionale, i principi, le questioni etiche, i diritti civili, le regole non possono essere sacrificate al rispetto di un vincolo di maggioranza. Tanto più che questa è molto larga e molto strana. Non possiamo umiliare le minoranze e la stessa Costituzione.
Quali sono i rischi?
Quando la destra ha provato a cambiare la Costituzione voleva stravolgerla. Il punto d'incontro tra noi e loro è molto difficile.
Si riferisce al presidenzialismo?
Non solo. Anche a un tentativo di rivedere l'impianto di pesi e contrappesi. La pensiamo in modo opposto su molti temi.
II presidenzialismo però va bene anche a buona parte del Pd.
Quando ci siamo espressi la nostra assemblea ha votato per il superamento del bicameralismo, il dimezzamento dei parlamentari, la razionalizzazione del federalismo, il rafforzamento del premier e del governo, il rafforzamento di garanzie e tutele. Non per il presidenzialismo.
Ma quando e accaduto?
Nel 2010.
Un po' di tempo fa.
La Costituzione ha 60 anni... Con tutto quel che e successo è fondamentale rendere più autorevoli i partiti, più funzionante la democrazia parlamentare.
A cosa si riferisce?
All'elezione del presidente della Repubblica e alla formazione del governo, che sono avvenuti in uno stato di necessità. Chi ha chiesto a Napolitano di assumersi certe responsabilità, sa che queste sono nel quadro della Costituzione, ma inedite per la nostra storia.
Alcuni dicono che Napolitano stia forzando la Costituzione, tanto da porsene al di fuori.
Non penso che sia così. Il presidente della Repubblica è una figura di garanzia, ma ha molti poteri. Non ce n'eravamo accorti prima, perché i partiti erano forti e la democrazia funzionava. Anche per questo abbiamo il dovere di fare alcuni cambiamenti. Intorno a questa prospettiva serve una maggioranza più ampia di quella di governo.
Quindi anche una maggioranza diversa?
Qualche giomo fa l'ex ministro Romani mi ha detto che non sono possibili maggioranze variabili sulla Costituzione. Io ho risposto che non mi sento legata a vincoli di maggioranza, ma allo spirito della Carta.
Lei è stata l'unica nella Direzione del Pd a porre la questione.
Ho esplicitato una posizione sulla quale erano d'accordo anche altri. Anzi, rivendico il risultato raggiunto ieri a tutto Pd. Sel e Cinque Stelle stanno dimostrando la disponibilità a non opporsi ad alcuni cambiamenti, ma a partecipare.
L'ostruzionismo dei Cinque Stelle è stato determinante.
Da loro è stata una forte presa di posizione. Ma il Pd ha dato la sua disponibilità e alla fine pure il governo. Il Parlamento venerdì ha fatto un buon lavoro.
Nel merito cosa c'è che non va nella riforma del 138?
E' un buon testo, lo voterò. Ci abbiamo lavorato e il referendum confennativo è un'ulteriore garanzia. Abbiamo scongiurato l'idea di affidare le riforme a una Convenzione, depotenziando il Parlamento. Ma prima o poi arriveremo al merito. Ed e importante che partecipino tutti, perché la Carta è di tutti.
Ma il vostro art. 138 è in contrasto con il 72.
I principi sono rispettati. Chiedo: è più importante formalizzarsi oppure fare le modifiche necessarie?
Anche forzando la Costituzione?
Non è violato il principio, ma la sua applicazione.
Ma non le pare ci siano altre priorita in questo momento?
Certo, quelle economiche e sociali. Ma è altrettanto urgente che la nostra democrazia funzioni e per questa alcune riforme vanno fatte.


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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