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25/7/2013

"Doppio registro" significa ricordarsi il ruolo del Pd
di Federico Orlando - da Europa


Cara Europa, ho assistito ieri mattina a uno dei tanti dibattiti alla Rai sulle vicende politiche del paese, coi soliti protagonisti: il berlusconiano Romani, la bindiana Bindi, i giornalisti Damilano e Battista. Ho molto apprezzato il rigore della Bindi che ha sostenuto la necessità per il Pd di sostenere il governo Letta con ogni volontà, in vista anche dei problemi autunnali del paese, ma al tempo stesso di stimolare continuamente il governo a realizzare punti programmatici che furono del Pd in campagna elettorale, lo sono, e lo saranno ancora in caso di ritorno alle urne. Non ricordo se la stessa Bindi o il suo interlocutore Romani ha definito questa linea "doppio registro". Lavoro, aziende, giovani, ricerca, scuole, tasse, ospedali: il programma a breve da cui il Pd non può prescindere.

Luca Mastropasqua, L'Aquila

Concordo pienamente con lei e con l'onorevole Bindi, caro Mastropasqua (naturalmente, non avendo visto la trasmissione per motivi personali che mi aduggiano in questi giorni, mi rimetto completamente all'esattezza delle sue informazioni). Del resto, da sempre condivido il 90 per cento, si può dire, delle posizioni di Rosy Bindi; nonché il suo spirito combattivo, che è figlio di salde convinzioni e sincera toscanità. Bisogna fare di tutto, è evidente, per sostenere il governo Letta, non in omaggio al principio della "grande coalizione", che si addice solo ai popoli che sanno seriamente anteporre, nelle grandi crisi, l'unità nazionale alla cupida rapina del consenso elettorale, scaricando solo su altri partiti le responsabilità della crisi stessa. E questo, se posso permettermi, è quel che Europa scrive ogni giorno, nel suo editoriale e in molti dei suoi articoli politici: senza tuttavia venir meno alla continua rivendicazione dei temi che solum - avrebbe detto Machiavelli - sono nostri e che possiamo rendere meno fiammeggianti in clima di grande coalizione, ma non spegnere. Tanto meno dimenticare. L'incontro di ieri sera tra lo stesso presidente Letta e i gruppi parlamentari del Pd, che rivendicano diritti di disciplinato protagonismo, ha confermato quel che le dico. Nei giorni scorsi, del resto, le battaglie essenziali del Pd a fianco ai lavoratori sotto minaccia di licenziamento, insieme a quelle relative ai diritti civili e agli assetti di uno Stato che ha perduto nei decenni ogni senso della propria organizzazione e ogni principio dell'ordine pubblico, non sono mancate. Anche se, per quel che mi riguarda, affianco ai temi civili avrei rilanciato alcuni di quelli etici, che sono il nostro plusvalore laico e moderno; e avrei dato ben altri esempi di rigore della legge e senso dello Stato nella vergognosa vicenda dei No-Tav, o del caos burocratico-politico della signora kazaka e della figlia: neanche negli staterelli da operetta, credo, l'ambasciatore di un paese straniero occupa il ministero di polizia (una volta si chiamava così, ora per fortuna non più) del paese ospitante, e dispone della sua forza armata per imporre la legge della giungla (o, nel caso, della steppa). Non vorrei mai un segretario o un gruppo dirigente del Pd a imitazione di quelli berlusconiani, anche per evitare che la scena si riducesse solo ad avanspettacolo. Ma una laedership che, d'accordo col premier, dicesse ogni tanto, parlando a nuora perché suocera intenda, hic Rodhus hic salta, non mi dispiacerebbe per niente. E men che meno agli elettori.




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31 Maggio 2015
FAQ- antimafia e candidature: le risposte alle domande più frequenti
Postato da Redazione

Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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