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23/6/2013

«Nessun cambio di regole per bloccare Renzi»
di Giovanna Casadio - da La Repubblica


Rosy Bindi, ex presidente dei Democratici, è a Todi, per discutere di cattolici e politica. «Cattolici - dice - senza alcuna nostalgia di unità politica, perché è una fase archiviata». A sorpresa, sul percorso per il congresso ha le stesse idee del sindaco fiorentino.

Bindi, il governo rischia per le fibrillazioni nel Pd?
«I problemi per il governo arrivano dall'ultimatum di Alfano. Siamo tutti d'accordo che non ci devono essere annunci senza fatti, però siamo anche consapevoli che quando il ministro Saccomanni dice che non ci sono otto miliardi per abolire l'Imu e non aumentare l'Iva e diminuire il costo del lavoro, allora il governo va avanti se tutti insieme ci assumiamo la responsabilità di individuare le priorità. E non vorrei che gli aut aut economici fossero il modo per coprire le tensioni sui guai giudiziari di Berlusconi. Non credo che Letta rischi perché nel Pd si discute: siamo una forza democratica che si prepara al congresso».

E che si scontra anche sulle regole. Non toccare quelle che ci sono, come chiede Renzi, o cambiarle come vuole Epifani?
«C'è una commissione che ha un mese di tempo per discutere. Le questioni sul tavolo sono tre: un congresso in due tempi, che parta dai circoli, distinzione tra segretario e candidato premier, primarie solo tra gli iscritti oppure aperte. Io penso che non vadano fatti cambiamenti, quando un percorso è già iniziato. Oltretutto sarebbero così radicali che, casomai, deve essere la prossima Assemblea a deciderli, non certo questa, che risale al 2009 e che non rispecchia neppure quel congresso di fatto, rappresentato dalla sfida tra Bersani e Renzi».

Ma lei è diventata per caso renziana?
«Per nulla, non voterò Renzi, ma non ci sto a cambiare per penalizzarlo. Non sono stata d'accordo quando si è modificato lo Statuto per favorire la partecipazione di Matteo alle primarie, non condivido ora l'idea di cambiarlo per fermarlo. Questi nodi non sono dettagli, perché le tre norme riguardano la natura stessa del Pd, e quindi cambiarle è scegliere il tipo di partito che vogliamo e non si fa in un mese nel comitato per il congresso».

Si pente di avere dichiarato alle ultime primarie guerra al sindaco "rottamatore"?
«No, non credo di avere sbagliato. Però penso che lo Statuto di un partito non si cambia secondo le convenienze politiche del momento. Faccio battaglie a viso aperto. Nelle primarie contro Bersani, consentimmo a Renzi di nascondersi dietro il tema della "rottamazione", senza che sia mai emerso il tipo di partito e di Paese che aveva in mente. Ora non si può nascondere dietro la polemica sulle regole».

Lei dà per scontato che Renzi si candidi alla guida del partito?
«A questo punto mi pare evidente che è candidato. E non gli vanno messi i bastoni tra le ruote».

Però non ci sono candidati forti e alternativi. Lei si candiderebbe?
«No, ma uno o più candidati alternativi ci saranno. Vorrei un congresso competitivo sulle idee e non plebiscitario. Aggiungo che se Renzi si candida a fare il segretario e vince, fa il segretario. Ho già vissuto l'esperienza Veltroni-Prodi, è bastata. Non ho simpatia nei confronti di questo governo delle larghe intese, ma non possono essere le vicende interne al Pd a farlo cadere. Inoltre i candidati non mirino a fare il segretario solo come trampolino di lancio per andare a Palazzo Chigi: il prossimo segretario dovrà ricostruire il Pd».

E sulle altre questioni?
«Le primarie dovranno essere aperte come sempre è stato. E il congresso non può dividersi in due tempi: prima i circoli e poi l'elezione per il segretario. Perché tutto il partito a tutti i livelli deve potere scegliere una persona e un'idea di Pd e di Paese».

 

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  • Democrazia
    Lasciato da Marialuisa Colonna Romano il giorno 23 Giugno 2013 alle 20:40

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31 Maggio 2015
Postato da Redazione

Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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