9/6/2013
Commento al post "Nessuno si illuda di precostituire il lavoro del Parlamento" lasciato da Francesco Tortorella

Un'altra affermazione poco convincente del ministro Quagliariello riguarda il referendum confermativo che dovrebbe "rafforzare" l'art. 138, nel senso che si intende andare a referendum (uno o più) che confermino le modifiche apportate, anche in assenza delle condizioni indicate dallo stesso articolo. Sempre per bocca del ministro, tale "aggravio" del 138 pare opportuno per due motivi: 1) il processo di riforma non è costituente (e ci mancherebbe altro !), ma porta a "modifiche di ampie dimensioni"; 2) la soglia dei 2/3 per l'approvazione delle leggi di riforma era stata prevista dai Costituenti tenendo conto di un assetto proporzionale del Parlamento con conseguente maggiore difficoltà per raggiungerla rispetto ad un Parlamento come quello attuale la cui configurazione proviene da una legge elettorale con premio di maggioranza. Obiezioni: 1) il processo non è costituente, ma quasi costituente e quindi ha bisogno di un avallo popolare ? 2) per ovviare al problema (effettivamente presente) basterebbe un innalzamento alla soglia richiesta per l'approvazione dal 138, come prospettato dai disegni di legge costituzionale proposti da G. Bachelet e da O.L. Scalfaro a inizio della passata legislatura. Una (forse) coincidenza storica: una simile proposta era stata già fatta nell'agosto 1994 dal governo Berlusconi. Giuseppe Dossetti ne parla nella parte finale del suo "Le radici della Costituzione", criticandola in maniera analitica. Per rileggere le sue parole: http://www.ilregno.it/it/archivio_articolo.php? CODICE=27997 (punto 5).