Caro Sorgi,

nel documento che ho firmato con oltre quaranta tra senatori e deputati  del Pd non si fa alcuna “sottolineatura del basso profilo dell’esecutivo”, come sostiene nell’editoriale pubblicato ieri su La Stampa. 

Il testo si limita a muovere puntuali rilievi di metodo alla mozione di maggioranza sulle riforme, approvata ierinei due rami del Parlamento anche con il mio voto. Come ho spiegato nell’intervista al Suo giornale si tratta di una materia delicatissima che non può essere in alcun modo strumentalizzata. 

Sostengo con lealtà questo governo ma con le mie idee e come ho detto nel mio intervento in Aula, il governo di servizio è al servizio delle riforme e non dovrebbe condizionare il processo riformatore legando la sua durata all’esito del confronto o entrando nel merito delle soluzioni parlamentari.

Mi  pare poi contraddittorio affermare che chi non intende sostenere ad ogni costo l’esecutivo, e mette perciò nel conto la possibilità della fine prematura della legislatura, sia mosso dal desiderio di conservare il posto. Farò una battaglia durissima contro il tentativo di trasformare il nostro legittimo potere di revisione della Costituzione in un potere costituente volto a stravolgere la nostra Carta fondamentale. In nome di quel patriottismo costituzionale che mi ha fatto stare prima al fianco di Giuseppe Dossetti e poi di Leopoldo Elia e Oscar Luigi Scalfaro nella trincea di una riforma puntuale della Costituzione, che considero urgente e necessaria, ma non certo di un suo snaturamento.  

Rosy Bindi