Riformare la Costituzione sì, stravolgerla no

Si può sacrificare la Costituzione al governo del Paese? Io non sono disponibile e credo che come me non lo siano né il presidente della Repubblica né il presidente del Consiglio, che pure ha legato la vita del suo esecutivo al precorso delle riforme istituzionali e costituzionali. Ma il rischio c'è stato ed è inutile nascondercelo.

Troppa è stata l'enfasi sulla Convenzione, il comitato dei saggi, il gruppo di esperti evocati in queste settimane e varie sedi, istituzionali e non, come facilitatori o mallevadori di un processo di riforme che tutti considerano ineludibile. Troppe le fughe in avanti su disegni organici e modelli istituzionali prefigurati in modo a volte perentorio nelle dichiarazioni di esponenti delle forze politiche che sostengono il governo Letta.

Perciò, nel momento in cui si apre formalmente il lavoro delle riforme è bene sapere qual è davvero posta in gioco. Non per frenare o rinviare ancora una volta quelle modifiche necessarie a rendere più efficiente la nostra democrazia, ma per procedere con il passo giusto e la consapevolezza che il bene della Costituzione non può essere scambiato con la durata di una formula di governo. Questo non è il governo del Pd e la nostra lealtà non potrà spingersi fino a farci identificare con un esecutivo che invece dovremo incalzare con le nostre ragioni e le nostre proposte, anche per scongiurare pesanti condizionamenti di Berlusconi.

La distinzione è salutare per il governo e il partito che deve esprimere una sua idea di riforma costituzionale in modo autorevole e forte, per evitare stravolgimenti e manomissioni e riportare senza ambiguità il percorso entro sui binari fissati dall'articolo 138 della Costituzione. Giustamente il ministro Quagliariello ha sottolineato la centralità del Parlamento e ribadito che l'iniziativa legislativa resta alle Commissioni affari istituzionali di Camera e Senato nelle quali tutte le forze politiche, non solo quelle che sostengono il governo, vanno coinvolte.

Procediamo con gradualità, partendo dai punti di maggior convergenza (riduzione del numero dei parlamentari e superamento del bicameralismo perfetto) mettiamo mano alla legge elettorale per evitare, in caso di voto anticipato, di tornare alle urne con quella attuale e non paralizziamo il confronto con una precoce e frettolosa discussione sulla forma di governo. Come dire i governi passano e la Costituzione resta, speriamo anche il Pd perché duri anche il governo.

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  Lasciato da Guido Falsirollo il giorno 31 Maggio 2013 alle 08:22
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  Lasciato da cosimo commisso il giorno 22 Maggio 2013 alle 20:17

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