23/4/2013
Commento al post "Mi sono dimessa da presidente della Assemblea nazionale del Pd" lasciato da igor colombi

Milano, 23 aprile 2013 Oggetto: PD Ultima Chance ATTENZIONE !!! APPELLO DISPERATO AL PARTITO DEMOCRATICO!!! In queste ore concitate, confuse, angoscianti, nelle quali il Nostro Partito sembra sprofondare nelle ceneri della propria ottusità, rivolgo un appello a tutte le persone responsabili che di esso fanno parte; dirigenti e semplici elettori, giovani, meno giovani, iscritti e non iscritti. Un cosiddetto governo di larghe intese, di cui oggi sento parlare con crescente turbamento, vorrebbe dire affondare per sempre questo Partito dalle origini gloriose, condannandolo definitivamente a morte certa. Non voglio e non posso credere, poi, che il Sindaco Renzi – il cui nome viene oggi speso da improbabili sostenitori interni dell’ultima ora - si dimostri così ingenuo e sprovveduto da accettare una sua eventuale candidatura alla guida di un Governo sostenuto dal PDL. Né posso pensare che la dirigenza del PD sia così stolta da formare e/o sostenere un esecutivo condiviso dalla predetta forza politica. Tale Governo, è evidente, non solo non sarebbe in grado di affrontare i gravissimi problemi del Paese, ma si ritroverebbe a ricoprire il poco edificante ruolo di garante dei problemi personali del leader del PDL. Come del resto hanno fatto tutti i governi da lui presieduti negli ultimi vent’anni. Non è di questo che il Paese ha bisogno oggi. Tantomeno è possibile in questo momento d’assoluta incertezza tornare al voto. Un voto che vedrebbe, come nell’infausto anno 2008, un PDL plebiscitario e il PD ridotto a piccola forza politica di opposizione. Ovvero la rovina definitiva del Paese. E anche ove per miracolo non vi fosse un consenso plebiscitario al PDL, l’attuale legge elettorale – come purtroppo abbiamo visto e stiamo vedendo - non garantirebbe in ogni caso la stabilità politica di cui il Paese ha disperato bisogno, facendolo avvitare su se stesso all’infinito. Allora, che fare ? Il PD ha oggi uno straordinario asso nella manica, che potrà e dovrà giocare subito sulla scrivania del Presidente Napolitano, per capovolgere la situazione a proprio favore, spiazzando e spazzando definitivamente i propri avversari politici. Il PD può e deve convergere con il M5S sul nome di Stefano Rodotà alla Presidenza di Consiglio. Il M5S, dopo aver sostenuto il predetto nome alla Presidenza, non potrà negare la propria fiducia ad un suo eventuale Governo, che al contrario della Presidenza sarebbe tra l’altro soggetto alla fiducia delle Camere. Il PDL, che in questi penosi giorni è tornato a ridere e campeggiare ovunque con la fierezza di chi ha sbancato la cassa del Casinò, verrebbe al contrario rimandato nell’angolo ad occuparsi delle proprie contraddizioni interne (o abbiamo già dimenticato il balletto delle “loro” primarie ?) Il Governo Rodotà dovrebbe essere un governo di scopo, a tempo determinato, con le seguenti urgenze all’ordine del giorno 1) sostegno all’economia ed al mondo del lavoro (rivedere il patto di stabilità, congelare le cartelle Equitalia a piccole imprese e privati, riduzione del cuneo fiscale, sgravi per le imprese che assumono lavoratori, annullamento totale del redditometro, liberalizzazioni serie) 2) riduzione radicale dei costi della politica e degli sprechi dello Stato (dimezzamento del numero dei parlamentari ecc..) 3) approvazione di una legge seria sul conflitto d’interessi (basterebbe tradurre la legge Tedesca, o quella vigente negli Stati Uniti) 4) riforma del sistema elettorale (Primo turno con sbarramento al 10- 12 %, secondo con premio di maggioranza sia al Senato che alla Camera). Il Partito Democratico ne trarrebbe i seguenti vantaggi 1) Prendere tempo, riorganizzarsi, e tornare alle urne (questa volta, sì) con un nome vincente, quello di Matteo Renzi. 2) Riallacciare i rapporti con la cosiddetta “base”, che oggi non si riconosce più nel Partito. 3) Eliminare una volta per tutte l’incubo di un’ennesima vittoria di S.B. alla guida del Governo, o peggio quella di un’elezione a Presidente della Repubblica con poteri esecutivi. 4) Dimostrare un senso di responsabilità nei confronti del Paese riacquistando consenso elettorale anche nell’area degli scontenti che alle ultime elezioni si sono astenuti o hanno espresso un voto di protesta. 5) Giustificare come strategiche le ultime scelte della classe dirigente che inspiegabilmente non ha eletto Rodotà alla Presidenza, affossando prima Franco Marini e poi Romano Prodi. De Andrè ce l’ha insegnato tanti anni fa, dal letame nascono i fiori. Fatelo ! Igor Colombi igor_colombi@yahoo.it