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2/2/2013

«Al servizio dei calabresi»
di Antonio Ricchio - da Corriere della Calabria


Rosy Bindi vuole lasciarsi alle spalle le polemiche sui candidati "paracadutati" in Calabria. La presidente del partito rivendica con orgoglio la scelta di essersi voluta misurare alle primarie in una complessa città come quella di Reggio Calabria dove pochi mesi fa il consiglio comunale è stato sciolto per «contiguità con la 'ndrangheta».

Presidente Bindi, come mai ha scelto di candidarsi in Calabria?
«È stata una scelta del partito ed è sempre stato così. Ho fatto la capolista in Veneto, prima ancora in Friuli Venezia Giulia, e testa di lista in Piemonte e Toscana. Sono contenta, orgogliosa e onorata di questa opportunità: il Pd vuole dimostrare la centralità della Questione meridionale, dare un segnale di attenzione vero impegnando nel Sud alcuni dirigenti nazionali in una sfida elettorale decisiva per il cambiamento e il futuro del Paese. Non mi sento un'estranea, conosco questa regione fin da quando, giovane responsabile dell'Azione cattolica, venivo spesso a incontrare le tante realtà della Chiesa calabrese da Reggio a Cosenza, da Catanzaro a Vibo e Crotone. Sono in Calabria per mettermi al servizio di un progetto che vuole incrociare e rimotivare le migliori energie di questa terra, e ce ne sono tante che ho cominciato a conoscere direttamente in questi primi giorni di campagna elettorale. Anche con la mia candidatura il Pd vuole stringere un patto per uscire dall'emergenza permanente e lavorare allo sviluppo della Calabria, e per essere efficace deve avere un profilo nazionale e superare i confini geografici pur mantenendo un saldo riferimento alle radici di questa regione. Nelle nostre liste per la Camera e il Senato c'è questo mix di competenze nazionali, professionalità e radicamento territoriale. Ci daremo forza reciprocamente per dare tutti insieme impulso al cambiamento. È una sfida molto impegnativa che mi pare sia condivisa anche dai cittadini, prima con il risultato molto bello delle primarie a Reggio Calabria e poi negli incontri tutti molto partecipati che sto facendo».

Nella legislatura che sta per terminare la Calabria è stata ricordata solo con una mozione parlamentare che conteneva molti buoni propositi. Ma di provvedimenti concreti non se ne sono visti.
«Certamente si sarebbe dovuto fare di più. Credo però che non sfugga a nessuno che il Pd nell'ultima legislatura era una forza di opposizione e che i numeri in Parlamento non sono cambiati neppure con l'avvento del governo Monti. L'approdo in Aula di una mozione Calabria è merito del Pd, a partire dai deputati calabresi e dal segretario Bersani, oggi candidato premier. Questo vorrà pur dire qualcosa. Alla destra bisognerebbe chiedere perché ha dilatato i tempi di discussione e approvazione della mozione e soprattutto cosa ha proposto o fatto in quattro anni di governo nazionale e governo Scopelliti. Ricordo che i fondi destinati al ponte sullo Stretto, che il centrosinistra aveva proposto di investire per migliorare la viabilità locale in Sicilia e Calabria, sono stati cancellati proprio dal centrodestra».

Qual è la proposta del Pd per il rilancio di questa regione?
«Non voglio fare una lista della spesa che dalla sanità alle infrastrutture elenchi i problemi della Regione. Sono tutti nodi che i cittadini conoscono bene e immagino siano anche un po' stufi di sentir ripetere. Da presidente del Pd e capolista in Calabria, dico semplicemente che è impossibile immaginare che lo Stivale possa reggersi in piedi e camminare se la sua pianta rimane così fragile e instabile. Nella prossima legislatura non bisogna perdere un solo minuto al governo e in Parlamento: siamo in una situazione di emergenza per il Sud e la Calabria e serve uno sforzo straordinario per il recupero pieno del diritto di cittadinanza».

Il vostro alleato Vendola ribadisce che lui è per l'agenda Bersani e per la discontinuità con quella Monti. Ma seguendo questo canovaccio come si farà trovare «l'intesa con i moderati» tanto cara al suo segretario?
«Il nostro avversario resta la destra populista di un Pdl costretto ad allearsi con la Lega che sacrificherà ancora una volta l'unità dell'Italia e gli interessi del Meridione. Vendola non è un pericoloso estremista, in Puglia ha dimostrato di avere cultura di governo e, insieme a Tabacci e a Nencini, ha firmato con noi un patto di legislatura sul programma e le regole della coalizione. La collaborazione con i moderati è la linea che il Pd persegue da tempo, proposta già tre anni fa come alternativa al governo Berlusconi. Siamo convinti che le riforme necessarie richiedono un ampio consenso e il coinvolgimento di quelle forze moderate ed europeiste che con noi vogliono fare argine al populismo. Vogliamo una vittoria piena, alla Camera e al Senato, per dare forza al nostro riformismo. A Monti non chiederemo di fare la stampella ma non andremo da lui con il cappello in mano. Ci sono molti aspetti dell'Agenda Monti che vanno corretti e declinati nel segno di una maggiore equità e giustizia sociale: le pensioni, la riforma del lavoro, le politiche fiscali».

Teme il ritorno in campo di Berlusconi?
«Non ho mai sottovalutato Berlusconi e non ho mai creduto ad un suo possibile passo indietro. È sempre stato presente, anche se per qualche mese ha lavorato dietro le quinte, condizionando le scelte del Pdl che non a caso è stato molto ambiguo con il governo Monti fino a ostacolare il varo di misure più incisive sul piano della crescita, penso alle liberalizzazioni, o della lotta alla corruzione. Berlusconi ha impedito la riforma della legge elettorale e la riduzione del numero dei parlamentari, che noi avevamo proposto da tempo. Non ha possibilità di vincere ma la sua propaganda, invadente e aggressiva, può inquinare la campagna elettorale con false promesse e parole d'ordine che distorcono la realtà. Quando era al governo ha nascosto la crisi e la sua inettitudine è stata la causa principale del nostro declino in Europa e nel mondo. Ora attacca l'Europa ma dimentica di ricordare che fu lui, nell'estate del 2011, a chiedere alla Bce la lettera con le pesanti condizioni che poi il governo Monti ha dovuto applicare. Ora attacca il rigore ma per quattro anni, mentre era al governo con Tremonti e Bossi, non ha fatto nulla per fronteggiare con equità e con politiche di sviluppo gli effetti della recessione e si è invece applicato ad una politica di tagli lineari che hanno colpito i servizi, la sanità, la scuola; ha praticato la divisione delle forze sociali e del mondo del lavoro; ha screditato le istituzioni attaccando a magistratura, la Corte costituzionale, il Parlamento, il capo dello Stato. Non credo che gli italiani abbiamo dimenticato l'intreccio di interessi privati e leggi ad personam, gli scandali e il malaffare della lunga stagione berlusconiana».

L'Udc in Calabria governa assieme al Pdl. Secondo lei il voto determinerà scossoni anche a livello regionale?
«In Calabria come in altre realtà territoriali, l'Udc ha praticato una forma di federalismo politico abbastanza singolare. Non si può essere a Roma contro il bipolarismo, che si definisce "malato" e poi sostenere in Campania o in Calabria alleanze che aggravano la malattia. Quella stagione è finita e gli elettori si aspettano coerenza tra le scelte nazionali e quelle locali. È evidente che votare Udc o lista Monti in Calabria significa votare per Scopelliti e allontanare la prospettiva del cambiamento. Penso che una netta vittoria del centrosinistra alle politiche non potrà non avere ricadute in vista delle regionali. E comunque noi lavoriamo anche per mandare a casa Scopelliti e aprire una nuova stagione alla guida della Regione».

Cosa risponde al governatore Scopelliti che ha parlato di un «Pd colonizzato che mortifica la politica calabrese»?
«Non credo che oggi, dopo che è stato colonizzato da Scilipoti, ripeterebbe quella frase».

 

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31 Maggio 2015
Postato da Redazione

Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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