
«C'è la questione meridionale e dentro la questione meridionale c'è la questione calabrese». Rosy Bindi, la paracadutata che però si è conquistata sul campo la candidatura in Calabria, è qui da meno di un mese ma ha già capito in che "razza" di posto è capitata. D'altra parte è sufficiente dare un'occhiata agli indicatori economici per rendersi conto dello stato di questa regione. Disoccupazione che sfiora il 20%, Pil in caduta libera e dissesto finanziario di decine di amministrazioni. Per non parlare dei comuni sciolti per mafia e del caso Reggio.
Benvenuta in Calabria onorevole Bindi...
«La situazione è davvero difficile. Io conoscevo la situazione calabrese ma non pensavo fossimo arrivati a questo punto. L'autostrada ridotta a un cantiere, la 106 che sembra una mulattiera, la sanità a pezzi e l'immondizia che invade le città. E nessuno dice nulla. A Roma non arrivano notizie».
È una regione senza voce, quello dei calabresi è un urlo afono. Come mai?
«Questo non so dirglielo, forse la comunicazione calabrese ha qualche problema».
A dire il vero qui ci sono tre giornali, decine di televisioni e centinaia di siti di all news. Forse il problema è a Roma, non crede?
«Non ne dubito. Ma qualcuno deve pur spiegarmi come mai la sottoscritta, la vicepresidente della Camera e presidente del primo partito italiano, non è mai stata intervistata dalla Rai regionale. Ma non è solo questo. Più in generale non possiamo negare che non c'è più un pensiero meridionale che sfondi il muro del silenzio che imprigiona la Calabria: non ci sono libri, non ci sono proposte. Il tema del Sud è completamente assente».
Sa quanti comuni hanno sciolto per mafia in Calabria?
«Direi più di 40».
Un po' di più: 58. Non le viene il dubbio che la questione sociale, e quella meridionale, sia stata ridotta a mera questione criminale?
«Io ho molta fiducia nei prefetti e sono certa che hanno valutato bene ogni azione di questo tipo. D'altra parte il fenomeno della 'ndrangheta non può certo essere sottovalutato. È evidente che qui in Calabria c'è un inquinamento mafioso per certi aspetti straordinario».
Non crede, però, che su queste scelte pesi anche una "certa" visione della Calabria?
«Sta parlando di un pregiudizio anticalabrese...?».
In un certo senso...
«Certo il commissariamento può diventare anche un alibi per tutti. Del resto anche il mio partito, il Pd, è commissariato. Noi dobbiamo vincere le elezioni perché il primo premio che chiediamo è quello di convocare i congressi e tornare a un partito normale. Per questo dico che dobbiamo tutti scommettere sui calabresi. Sui cittadini e sulla politica. Ogni volta che incontro i calabresi, e le assicuro che ne sto incontrando davvero molti, la domanda che mi pongo è il perché questa brava gente non ce la fa, perché non riesce a rompere il muro. I commissariamenti non posso essere un alibi. La penso come lei: il lavoro della magistratura e quello delle forze di polizia sono indispensabili, ma evidentemente non basta. Lo Stato deve tornare a farsi sentire davvero».
In un passaggio dell'ultima relazione della Dna si parla di giornali locali calabresi poco inclini a combattere il fenomeno mafioso e impegnati a creare polemiche tra magistrati. Pensa anche lei che la magistratura non sia criticabile?
«L'informazione ha il diritto-dovere di critica. Sempre. Certo non deve mistificare. La democrazia nasce e si fonda sulla libertà di informazione. Ma d'altra parte anche voi avete un potere enorme. E non vorrei che polemiche di questo tipo distraessero troppo dagli altri problemi. La situazione dei rifiuti è davvero un dramma. Eppure nessuno ne parla. Se fosse capitato in un'altra regione tutti i Tg nazionali non parlerebbero d'altro».
Si fa garante di un legame con la Calabria? La proteggerà dal continuo saccheggio e dall'oblio?
«Assolutamente sì. Io sono toscana e ho iniziato a far politica in Veneto. I veneti saranno venuti a noia di Rosy Bindi. Ora c'è la Calabria e sono abituata a onorare i miei impegni. Il Veneto può fare a meno di un rappresentante in più, la Calabria no. Se riusciamo a mettere insieme le energie di questa terra, avremo già fatto molto. D'altra parte se vinciamo le politiche sono abbastanza certa che Scopelliti non dura e quindi andremo a votare anche in Regione. E lì dobbiamo creare una grande discontinuità rispetto al governo regionale del centrodestra ma è arrivato il momento di dare il segno di una discontinuità anche in casa nostra».
Vuol dire che ci saranno sorprese anche nel Pd calabrese?
«Noi dobbiamo dare questo segnale di rinnovamento sapendo, però, che abbiamo bisogno di tutti i rappresentanti del nostro partito. Tutti, anche quelli del passato. Stiamo recuperando perché come Pd abbiamo trovato punti di sintesi».
Ha già qualche nome in mente?
«No, come partito rivendicheremo la guida della Regione richiamando in servizio permanente ed effettivo tutte le energie del centrosinistra ma avendo anche la forza della novità e del cambiamento vero».
Enza Bruno Bossio, candidata alla Camera nel suo partito, ha proposto il reddito minimo garantito. È d'accordo?
«Sono d'accordo. La lotta alla povertà, soprattutto al Sud, è assolutamente necessaria. Quella del reddito minimo o del reddito di cittadinanza è un'idea che si può davvero prendere in considerazione. Però, ancor prima di pensarlo, dobbiamo sapere che se diventa assistenzialismo è l'ennesimo intervento che fa male al mezzogiorno. Io voglio scommettere sul rilancio vero di questa terra».
Torniamo alla lotta alla 'ndrangheta. II Pd ha subito critiche per non aver messo in lista le "icone" dell'antimafia - la sindaca di Monasterace Lanetta su tutte. Come mai questa scelta?
«Io ringrazio e sono vicina a tutti gli amministratori e chiunque resista alla criminalità. Ma noi vorremmo che tutto il partito aderisse a questa lista».
Il Pdl ha candidato la figlia di Antonino Scopelliti, il giudice ucciso dai clan. Lei l'ha un po' corteggiata.
«Non si tratta di corteggiamento. Io voglio solo dire a Rosanna Scopelliti che le sono vicina. E al di là della sua scelta di correre per il Pdl voglio dirle che se avesse bisogno di alleanza, io ci sono».
Pensa che il Pdl possa "emarginarla"?
«Ripeto: mi troverà al suo fianco nella lotta alla 'ndrangheta e mi troverà soprattutto se qualcuno nel suo partito vorrà impedirle di farla...».


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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