
L'appoggio così pronunciato della Chiesa a Monti? «Un fatto certamente inusuale», taglia corto Rosy Bindi, presidente del Pd. Che attacca: «In un momento come questo ci vorrebbe un vero sforzo di innovazione, di messa in campo della dottrina sociale della Chiesa per favorire i più deboli e lo sviluppo. Il contrario del sostegno a operazioni politiche che si muovono nel solco del moderatismo».
Presidente, Monti rivendica una vocazione maggioritaria al suo schieramento. E voi del Pd cosa rispondete? Il centrosinistra da solo ce la fa, numericamente e politicamente?
«Noi puntiamo a vincere perché anche la nostra coalizione ha la vocazione maggioritaria. Però fin dall'inizio, con molta più chiarezza e, se me lo concede, anche umiltà, abbiamo detto che cercheremo comunque un rapporto di governo con altre forze riformiste ed europeiste: non abbiamo cioè la pretesa di governare da soli. Questo perché ci attende un periodo non meno complicato di quello che abbiamo alle spalle. La crisi non è risolta e anzi i suoi effetti diventano sempre più pesanti. Vorremmo altrettanta onestà, lealtà e, appunto, anche umiltà da parte della nuova formazione politica di Monti. Vorremmo sapere: posto che ce la fate a vincere, pensate di poter fare da soli? Che non ci sia bisogno, in una fase come quella che ci attende, tenere nell'area della responsabilità e del governo del Paese oltre che il Pd anche la sinistra? Quando chiediamo chiarezza, intendiamo precisamente questo. Ci può essere bisogno di una collaborazione imposta dai numeri, specialmente al Senato. Però anche se abbiamo i numeri il nostro orientamento è comunque volto alla collaborazione di governo. Dicano anche Monti e quelli che lo sostengono se hanno un medesimo intendimento oppure ne coltivano altri. E di che genere, del caso. Una cosa è certa: se il criterio diventa competition is competition noi siamo perfettamente attrezzati. Ben sapendo che ovviamente scartata, perché siamo totalmente alternativi ad essa, l'opzione populista, distruttiva e antieuropea di Berlusconi la competizione riformista non può che far bene alla sfida riformista».
Sempre a proposito di Monti, presidente. Il premier sostiene che è lui il vero innovatore e che "sale in politica" per favorire il cambiamento del Paese. Condivide?
«Io penso che non basta dichiararsi innovatori per esserlo veramente. Non è con l'autoreferenzialità che si esce dalla crisi: vale per noi con le nostre primarie, che pure mi sento di celebrare come fondamentale metodo democratico; vale per Monti con la sua operazione politica. Il cambiamento nessuno se lo può intestare. Anche perché il cambiamento vero sta nella capacità della politica di sintonizzarsi sull'ascolto e sulla soluzione dei problemi veri del Paese».
Tra le cose accadute in queste settimane, va registrato il sostegno piuttosto esplicito della Chiesa al tentativo di Monti. Ha fatto bene secondo lei il Vaticano ad esprimersi in quel modo?
«Penso che sia stato un atteggiamento abbastanza inusuale soprattutto dopo il Concilio. Vero è che in questi anni abbiamo assistito a qualche sostegno, a volte clamoroso, o a qualche silenzio imbarazzante a favore di Berlusconi. Che infatti ha preso molti voti dei cattolici. Detto questo, un sostegno così chiaro da parte di Oltretevere verso una formazione politica non lo si vedeva da tempo. Mi limito a osservare che dai sondaggi e da tutte le ricerche demoscopiche finora effettuate la forza politica che allo stato raccoglie di più il voto dei cattolici è il Pd. Inoltre è davvero singolare che mentre si auspica un rinnovato protagonismo dei cattolici nella vita politica del Paese, poi quel protagonismo lo si debba sempre declinare su operazioni politiche molto moderate. Quando al contrario in questo momento c'è bisogno che le indicazioni della dottrina sociale della Chiesa siano messe al servizio di un cambiamento vero di paradigma economico. Ne consegue, a mio avviso, che il mondo cattolico, nell'affacciarsi alla vita politica dovrebbe in questa fase schierarsi su posizioni molto avanzate e non su posizioni moderate, liberiste, con qualche rischio di venatura tecnocratica. Questo è il tempo per investire nella pace, nel primato del lavoro e della persona, del progresso, della lotta alle diseguaglianze. Su posizioni progressiste, insomma, non di una moderatismo frenante verso il cambiamento. Non vorrei che ancora una volta tutto questo fosse il frutto di un pregiudizio verso la sinistra: se così fosse, sarebbe ora di superarlo. Basta ricordare che sui cosiddetti temi eticamente sensibili il Pd ha prodotto un'importante sintesi culturale mentre nell'agenda Monti questi temi sono elusi».
Onorevole, c'è ci sostiene che nonostante le critiche gli si possano fare, Berlusconi resta l'architrave del bipolarismo italiano: se crolla lui, crolla il sistema che ha retto l'Italia negli ultimi vent'anni. Bersani ha chiesto a Monti se intende preservare il bipolarismo oppure smantellarlo. Non rischia di diventare paradossale e un autogol attaccare Monti finendo per preservare Berlusconi?
«Berlusconi resta il nostro avversario, siamo decisamente alternativi a lui e alle forze politiche che lo sostengono. La sua presenza, i suoi argomenti, la sua propaganda è nociva per il Paese, visto che continua a costruire il suo consenso attorno al contrario di ciò che serve all'Italia. È il tempo della responsabilità, non delle favole e degli imbonitori. Quando chiediamo chiarezza a Monti, pensiamo esattamente a questo. Il bipolarismo in Italia, benché imperfetto, c'è sempre stato: non è vero che l'ha portato Berlusconi. Noi siamo dalla parte dell'Europa e dell'interesse generale del Paese: il discrimine vero del bipolarismo passa di qui. Noi puntiamo a vincere perché sappiamo che c'è bisogno di un cambiamento radicale. Pensare di poter risolvere la malattia con le stesse ricette che l'hanno prodotta è solo un'illusione».

Gli attivisti........per vincere.
Lasciato da angelo chiappa il giorno 07 Gennaio 2013 alle 20:23Per battere berlusconi &C.
Lasciato da angelo chiappa il giorno 06 Gennaio 2013 alle 14:52Per Vincere........
Lasciato da angelo chiappa il giorno 05 Gennaio 2013 alle 12:40Per tornare a vincere.......!
Lasciato da angelo chiappa il giorno 02 Gennaio 2013 alle 21:00


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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