
Manifestamente Monti ci ha preso gusto a fare il premier. Dico meglio: a quanto si capisce, deve avere maturato la convinzione che, al fine di assicurare continuità all'azione di governo svolta nell'anno alle nostre spalle, sia necessaria una sua esposizione politica più o meno diretta. Essendo noi democratici e liberali, nel senso alto e nobile della parola, dobbiamo giudicare la cosa perfettamente legittima. Monti farà ciò che meglio crede. Ne ha pieno diritto.
Reciprocamente egli consentirà che altri coltivino un'opinione diversa. Penso a D'Alema che, con la sua abituale, ruvida franchezza, ha fatto osservare che Monti ha assunto la guida del governo in quanto figura super partes, non a caso a valle della sua nomina a senatore a vita; che chi ci porta a elezioni alla guida di un governo tecnico dovrebbe essere equanime; che egli ha fatto ciò che ha fatto grazie alla responsabilità di forze politiche che oggi lo avrebbero come competitor.
Taluni - penso al ministro Riccardi e al presidente delle Acli Olivero - in forma più o meno esplicita fanno intendere che, a valle delle elezioni, è da mettere nel conto che il centro montiano non potrà essere equidistante, che esso sarà di necessità alternativo a Pdl e Lega e che è probabile che, bon gré mal gré, esso dovrà cooperare con il Pd. Sulla base di due motivazioni. Una politica, l'altra numerica. La prima: la linea di frattura decisiva del futuro panorama politico-parlamentare sarà tra europeisti e antieuropeisti inclini al populismo (Berlusconi, Lega, 5 Stelle, Idv).
La seconda: prevedibilmente, nel futuro parlamento non sarà facile mettere insieme una maggioranza politica e di riflesso un governo se non sull'asse centro-sinistra. Salvo la legittima ambizione del Pd e dei progressisti di acquisire in proprio la maggioranza politica, quelle due tesi hanno una loro plausibilità. Del resto, il Pd, da gran tempo, con coerenza, va perseguendo l'obiettivo di un'alleanza tra progressisti e moderati d'ispirazione democratica ed europeista, nella convinzione che ci attenda una legislatura in certo modo costituente, la quale, dunque, trarrebbe vantaggio dal costituirsi di una maggioranza larga. Dove stanno allora i problemi? Eccone alcuni, che è bene non sottovalutare.
Primo: non la si deve fare troppo facile. Per parafrasare un Prodi d'antan, "competition is competition". In un passaggio elettorale ci si può anche fare del male. Altro sarebbe un'alleanza previa, siglata davanti agli elettori. Con il connesso, reciproco impegno a che la guida del governo spetti di diritto a chi raccoglie un più largo consenso. Anche i tecnici dovrebbero degnarsi di accedere all'idea che la misura del consenso non è indifferente e che i patti si siglano davanti ai cittadini elettori.
Secondo: la politica è parte, la democrazia è competizione. L'opposto del pensiero unico dal quale attingere la soluzione unica dettata da chi è depositario di un sapere specialistico. Ma appunto competizione-confronto democratico tra progetti e programmi che, a loro volta, si ispirano a sistemi di valore tra loro naturalmente diversi.
Terzo: saremo un po' all'antica, ma noi siamo legati alla convinzione che prima ci sono le idee (le visioni che presiedono ai programmi) , poi gli strumenti (in primis, ma non solo, i partiti) e infine le liste elettorali. È francamente sorprendente che i professori si acconcino alla sequenza opposta: fare precipitare in una lista per le elezioni una offerta politica che tutta si risolve nella cosiddetta "agenda Monti". Egli non ce ne vorrà se osserviamo, senza nulla togliere al suo lavoro di un anno per fronteggiare l'emergenza, che essa non configura una progetto politico di spessore e di lunga lena.
Davvero dobbiamo rassegnarci all'idea che la politica tutta si concreta nella competizione elettorale del giorno dopo? Esemplifico. Da più parti si è segnalato che l'impronta tecnocratica di Monti, il solidarismo del cattolicesimo sociale e il liberismo di Montezemolo non generano una base ideologico-programmatica coerente e riconoscibile. Differenze non di poco momento che possono essere esorcizzate dentro una estemporanea operazione elettoralistica, ma che non rassicurano sulla serietà e sulla solidità di un progetto degno di questo nome. Ripeto: è un segno dei tempi non esattamente confortante l'inclinazione di seriosi professori a fare propria una concezione e una pratica "leggera" della politica. Non il portato migliore della seconda Repubblica.
Quarto: i centristi amano rappresentare la novità-differenza della Terza Repubblica da loro patrocinata come la fuoriuscita dagli opposti, deprecati estremismi del berlusconismo e dell'antiberlusconismo. C'è, in questo, una buona dose di falsificazione e di ipocrisia. Come si può sostenere che gli uni e gli altri pari sono? Ieri nel produrre il degrado morale e civile che ci ha fatto vergognare agli occhi del mondo; oggi nel rapporto con lo stesso governo Monti che alcuni (noi) hanno prima voluto e poi sostenuto sempre lealmente e altri no (si vedano anche solo gli ultimi comportamenti in parlamento); domani in una competizione in cui, almeno questo, si riconosce che la più decisiva differenza passa tra europeisti e populisti.
Infastidisce il terzismo di chi, per marcare la propria virtuosa superiorità, mette sullo stesso piano il berlusconismo e chi ad esso si è opposto. Quasi che contrastarlo fosse stata una colpa o quantomeno un'esagerazione da... estremisti. Tanto più infastidisce quando a pretendere di darci lezioni e di dettarci la linea sono vecchi politici, consumati imprenditori, alti prelati che con il Cavaliere sono andati a braccetto per lunghi anni o quanti, con sussiego professorale, negli anni della dissipazione morale e civile, hanno girato la testa dall'altra parte. I vecchi trattati di morale la definivano accidia.


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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