«Sulle regole per le primarie l'Assemblea nazionale del Partito Democratico si è espressa in modo unanime e consapevole. Così consapevole da approvare una modifica allo Statuto che ha permesso a Renzi, è bene non dimenticarlo, di partecipare alle primarie». Lo sottolinea Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale del Pd.

«Chi era presente sapeva bene quello che stava votando e il segretario ha rispettato pienamente il mandato che aveva ricevuto. Basta rileggere i documenti approvati, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità dei sottoscrittori dell'Appello e la possibilità di registrarsi nei ventuno giorni precedenti il primo turno», aggiunge Bindi. «Non si capisce quali siano le aspettative o le intese che sarebbero venute meno. Tutto è stato fatto alla luce del sole e il regolamento sottoscritto al tavolo della coalizione non ha modificato le indicazioni dell'Assemblea nazionale – prosegue l'esponente del Pd – Né si capisce come mai per queste primarie il comitato Renzi voglia invocare la privacy, che riguarda dati sensibili e personali, come la propria salute e le scelte più intime di una persona».

Secondo Bindi «la partecipazione politica e la vita associativa di un partito sono, al contrario, qualcosa di pubblico, aperto e trasparente. Se una persona non vuole che i suoi dati personali siano trattati da una libera associazione non è costretto a partecipare alla vita di quell'associazione». Quindi «come si fa a pretendere la segretezza dell'identità dei votanti in una consultazione così impegnativa che riguarda la scelta del candidato premier?». Conclude Bindi: «Le regole servono, sono la condizione di una consultazione aperta, trasparente e consapevole che il Pd è impegnato a realizzare come occasione seria e credibile di vera partecipazione civile».