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23/9/2012

Democratici Davvero verso le primarie: con Bersani se...
Documento finale dell'incontro nazionale di Milano Marittima


Documento finale dell'incontro nazionale dei Democratici Davvero che si è svolto a Milano Marittima dal 21 al 23 settembre 2012.


Vogliamo parlare dell'Italia all'Italia e non di noi stessi tra di noi. Questa è la ragione che ci ha spinto a scegliere Bersani alle primarie del 2009. Abbiamo dato un contributo essenziale a qualificare la proposta di chi secondo noi avrebbe interpretato al meglio l'alternativa alla destra e al berlusconismo, qualificando il profilo riformista del Pd. Siamo stati essenziali nella costruzione di un partito nuovo, popolare, nazionale e plurale.

Con Bersani abbiamo condiviso un cammino impegnativo che ha visto il partito protagonista di difficili battaglie, di una tenace opposizione al berlusconismo e all'ultimo disastroso governo e di un paziente lavoro che ne ha determinato la caduta con l'avvio di una nuova fase di governo della vita del Paese. Così pure abbiamo voluto e sostenuto l'esecutivo di Monti per fronteggiare l'emergenza. Abbiamo condiviso un lungo impegno programmatico e la proposta di nuovo Ulivo e di una nuova alleanza di centrosinistra. Abbiamo approvato in Direzione le tappe del percorso verso le primarie di coalizione. Queste tappe prevedevano prima la nuova legge elettorale, poi la definizione della coalizione ed infine le primarie per la scelta del candidato premier.

Questo percorso non è stato rispettato ed ora una serie di indubbie forzature possono compromettere valore ed efficacia di uno strumento di partecipazione e di democrazia che abbiamo scelto come nostro, regolato  nel nostro Statuto e che non può essere snaturato. È reale il rischio che si sovrappongano in modo improprio primarie di partito e primarie di coalizione, e non possiamo accettare che una Primaria del centrosinistra si trasformi in modo surrettizio in un congresso di partito. Per noi, ma soprattutto per gli italiani, le primarie che si celebreranno da qui a poco sono quelle per stabilire chi deve candidarsi alla guida del Paese.

Prima di tutto l'Italia. Questa è ancora oggi la nostra preoccupazione a cui possiamo rispondere solo se il Pd che abbiamo costruito insieme non sarà stravolto. Il nostro sostegno a Bersani è collegato a precise condizioni e l'intensità della nostra partecipazione alle primarie dipenderà dalla loro realizzazione.


Le regole

Il nostro Statuto è la carta fondativa del Pd, il codice di riconoscimento dei democratici di fronte ai cittadini. Lo Statuto sta al Partito come le regole che fondano la credibilità delle istituzioni nella democrazia rappresentativa. Non è perciò a disposizione di alcuno per deroghe strumentali o transitorie. Crediamo sia più corretto e lungimirante per il presente ed il futuro del Pd che il segretario rinunci ad avvalersi delle norme statutarie (come per altro ha già dichiarato) dopo che tale decisione sia stata ritenuta legittima dal nostro massimo organo di garanzia e rappresentanza.

Si chieda quindi all'Assemblea del 6 ottobre di condividere la scelta politica di cui il segretario si assume la responsabilità, escludendo sospensioni statutarie, norme transitorie od addirittura affrettate modifiche. Le primarie sono momento di legittimazione del candidato alla guida del Paese e servono a rafforzarne la sua autorevolezza, vanno messe al riparo da pasticci, trucchi o manomissioni. Riteniamo indispensabile definire regole serie e di buon senso che possano assicurare efficacia e trasparenza alla competizione.

È necessario prevedere:

  1. La definizione di soglie di accesso rigorose e ragionevoli per le singole candidature, si tratta infatti di scegliere il candidato premier e non di scatenare una lotta interna per contarsi nel partito.

  2. La creazione di un vero e proprio Albo pubblico degli elettori delle primarie.

  3. L'impegno a non svolgere la consultazione nel caso paradossale di candidati tutti e solo espressione del Pd che trasformerebbero di fatto questo appuntamento in una primaria interna, diversamente regolata dalle norme congressuali dello Statuto.


La proposta politica

Chiediamo a Bersani di dettare l'agenda delle primarie a partire dalla Carta d'intenti, con comportamenti, scelte ed eventi comunicativi che abbiano al centro i problemi dell'Italia. In questi mesi purtroppo l'agenda è stata dettata da chi, ponendo al centro solo ed esclusivamente il tema della rottamazione con generici appelli all'elettorato di centrodestra, ha tentato di mettere sullo stesso piano l'esperienza dei governi dell'Ulivo e di centrosinistra e quella dei governi berlusconiani di centrodestra.

Tentativo inaccettabile: L'Ulivo ha portato l'Italia in Europa, contrastato la deriva populista di Berlusconi, aperto le porte del governo del Paese alla sinistra italiana, per la prima volta dal dopoguerra; costruito le condizioni per affrontare la grave crisi del Paese. Rappresentare l'azione di Prodi, Ciampi, Napolitano e Padoa Schioppa, come fallimentare al pari di quella di Berlusconi, Tremonti, Bossi, Maroni non è solo una menzogna e una mistificazione dei fatti. È una vera e propria delegittimazione del Pd come tale, a partire dal suo segretario che è stato autorevole ministro di quei governi.

Non è in discussione solo il giudizio su alcuni leader, ma la comprensione dei problemi irrisolti dell'Italia e delle risorse che possiamo mettere in campo per affrontarli. Così si fa un regalo alla destra e ai populismi di vario conio, che si esercitano in una indiscriminata denigrazione della politica. La costruzione di una forte alleanza di centrosinistra non può prescindere dalla lettura corretta di questi anni. Non si può mettere sullo stesso piano Berlusconi e chi lo ha combattuto sul piano politico, culturale e simbolico.

Inoltre è necessario un chiarimento sulla natura e la funzione del Pd. Nato per unire in una sintesi creativa le culture riformiste che hanno costruito l'Europa e per aprirsi alle nuove sensibilità e ai nuovi movimenti del nostro tempo, il Pd deve confermare la sua ambizione di partito unitario e plurale. In questi mesi in cui le primarie sono partite fuori da un quadro di riferimento culturale e politico condiviso, stiamo invece assistendo ad una regressione a dinamiche identitarie, animate da pretese di autosufficienza. Con specifico riguardo al tema dei diritti e delle questioni cosiddette "eticamente sensibili", il Pd deve impegnarsi a contrastare le estremizzazioni e a elaborare sintesi avanzate suscettibili di raccogliere un largo consenso al servizio dell'unità del Paese.

Condividiamo la proposta di un Pd che promuove una larga alleanza di centrosinistra e si apre alla collaborazione di governo con le forze centriste che da tempo di sono affrancate dal giogo berlusconiano e oggi sostengono con noi il governo Monti. Ma questo obiettivo non si raggiunge se il Pd si limita a ricostruire il campo dei progressisti mortificando le altre culture e tradizioni politiche cofondatrici del partito. L'attitudine alla sintesi è stata il segreto del successo dell'Ulivo.

Non si tratta solo di riconoscersi in una storia nobile degli ultimi 20 anni ma di rendere capace il Pd di tenere unita una coalizione vasta e articolata, grazie alla sua natura plurale. Un Pd forte e che ritrova la propria missione di Partito nazionale, vero laboratorio di democrazia, è la prima garanzia di un centrosinistra autorevole e credibile. Pd plurale non significa solo salvaguardare il pluralismo delle sue culture fondative. Significa tradurre questa ricchezza in una nuova organizzazione e gestione nel vissuto quotidiano della vita del Partito.


Il rinnovamento

Va data una risposta vera e non strumentale alla domanda di rinnovamento che viene dal Paese e di cui il Pd può farsi, più di altri, promotore in modo convincente. Crediamo che il modo migliore per contrastare l'antipolitica sia quello di non cedere all'automatismo che vorrebbe ridurre il rinnovamento a mera questione anagrafica. Se le primarie sono primarie per la guida del governo, questo tema va declinato in modo serio con la consapevolezza che competenze, meriti, professionalità non sono parole vuote ma rimandano a conoscenze e cultura, percorsi di formazione, esperienze di lavoro, responsabilità sperimentate.

Nella selezione delle candidature alle istituzioni rappresentative nazionali, regionali e locali sarebbe utile ispirarsi al principio secondo il quale la politica non si configura come un mestiere di cui vivere, e chi vi aspira dovrebbe avere una propria autonomia professionale ed economica. Una misura, questa, atta a produrre il superamento di un vecchio modello di partito e al tempo stesso prevenire e scoraggiare fenomeni di trasformismo politico e rischi di degenerazione nell'illegalità. Fenomeni che tanto contribuiscono a gettare discredito sulla politica. Una misura che, assai più del dilagante "nuovismo", rappresenterebbe un decisivo fattore di virtuosa discontinuità.

A Bersani, segretario del partito e candidato alle primarie, chiediamo perciò di ricordare a tutti che il nostro Statuto individua regole e procedure per la selezione della classe dirigente che permettono di sottrarre questo tema a sistematiche mistificazioni e strumentalizzazioni.


Legge elettorale

Per primi e in solitudine abbiamo contrastato soluzioni di tipo proporzionalistico che avrebbero pregiudicato bipolarismo, governabilità e competizione trasparente tra proposte alternative. Registriamo con preoccupazione l'avanzare di ipotesi che rischiano di riportare indietro le lancette del bipolarismo italiano e che il gruppo dirigente del Pd non può avvallare. Occorre tenere la barra ferma su "premio di maggioranze alla coalizione e collegi" mantenendosi disponibili ad una mediazione sulle preferenze, solo nel caso in cui sia possibile ridurre la dimensione delle circoscrizioni elettorali e fermo restando la necessità di prevedere la doppia preferenza per garantire una più equa rappresentanza delle donne.

Di fronte alla prospettiva di semplici correzioni al "porcellum" la soluzione meno arretrata resta quella del "Mattarellum" .L'impianto maggioritario di una nuova legge elettorale è la premessa e la garanzia che nella prossima legislatura si torni dopo un'aperta competizione elettorale a un governo politico. Siamo stati e saremo leali con il Presidente Monti e rispetteremo gli impegni che l'Italia ha preso in Europa. Ma ci presenteremo agli italiani con una chiara proposta alternativa alla destra e capace di superare l'attuale paradigma del governo tecnico.


Milano Marittima, 23 settembre 2012

 



Video dell'incontro dei Democratici Davvero a Milano Marittima:

 

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31 Maggio 2015
Postato da Redazione

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