
Presidente Rosy Bindi, lei sostiene che ci sia qualcuno che punta alla destabilizzazione colpendo Napolitano, figura di riferimento per il Paese. A chi pensa?
«Siamo in una situazione paradossale nella quale si stanno facendo reciprocamente sponda due culture e due impostazioni politiche che dovrebbero essere alternative e invece finiscono per convergere. La destra da una parte e una sedicente sinistra, fatico a definire sinistra certe forze politiche, dall'altra stanno facendo un gioco pericoloso. Sono entrambe il frutto di questa stagione caratterizzata da una profonda incultura costituzionale e istituzionale del Paese».
Ma Berlusconi, editore di Panorama, si è tirato fuori da questa vicenda, ha detto che non c'entra nulla. Non ci crede?
«Non ci credo e d'altra parte non si spiega questa corsa di molti esponenti del suo partito a dimostrare che sono tutti vittime della magistratura e a chiedere di nuovo la legge sulle intercettazioni. In questo continuo mescolare le carte per far apparire tutti sullo stesso piano Berlusconi è stato abilissimo in questi anni. Ha delegittimato tutta la politica italiana sino a renderci tutti corresponsabili del dissesto del Paese. Adesso vorrebbe addirittura la compagnia del presidente della Repubblica per sentirsi perseguitato dal sistema giudiziario, non gli basta aver trascinato tutto il Paese nelle sue contraddizioni».
Eppure dal Pdl non è mancata la solidarietà al presidente della Repubblica.
«È una solidarietà interessata, contestualmente hanno ribadito che non è la prima volta che le istituzioni vengono colpite aggiungendo, però, che soltanto adesso si grida allo scandalo. Si cerca di mettere sullo stesso piano il presidente della Repubblica e Berlusconi ed è inaccettabile».
Pensa che ci sia anche il tentativo di delegittimare il presidente che dovrà dare l'incarico per il prossimo governo?
«Napolitano è il presidente che ha dato l'incarico a Monti ed è fondamentale che siano riconosciuti la sua imparzialità e il suo equilibrio quando ci saranno le elezioni. Per questo dico che è un gioco pericoloso anche se chiaro ed evidente».
Lei chiama in causa anche una "sedicente sinistra", si riferisce a Di Pietro, ex potenziale alleato del Pd?
«C'è chi, in nome di una visione ancora giustizialista, sta portando un attacco alle istituzioni del Paese partendo da una posizione cosiddetta di sinistra - ma ionon la ritengo tale - e finendo a fare da sponda alla destra. Quando Antonio Di Pietro chiede al presidente della Repubblica di rendere noto il testo delle intercettazioni non fa che dimostrare quell'incultura costituzionale e istituzionale di cui parlavo prima perché, come ha sempre detto Napolitano, il presidente non sta difendendo se stesso ma un'istituzione. Attaccando Napolitano si attacca e si destabilizza la principale magistratura del Paese, il Quirinale».
Il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, ha detto che le intercettazioni Napolitano-Mancino dovrebbero essere distrutte. Secondo lei sono stati commessi errori in questa vicenda?
«Ho salutato le dichiarazioni di Messineo oggi e di Ingroia nei giorni passati con un certo sollievo perché si sono chiamati fuori da qualunque tentativo di strumentalizzazione politica. Siccome io sono certa che Napolitano con il suo ricorso non ha mai inteso influire sulle indagini in alcun modo, voglio pensare che la Procura abbia fatto fino in fondo il proprio dovere».
Il Pdl chiede l'accelerazione sulla legge sulle intercettazioni. Sarà di nuovo battaglia in Parlamento?
«Il primo tentativo di regolamentazione in questo senso l'ha fatto il governo Prodi e ogni tanto si dovrebbe ricordare. Il Pd, poi, non si tira indietro, ma non può accettare che si intervenga sulle intercettazioni per legare le mani ai magistrati e mettere il bavaglio alla stampa».
Secondo alcuni Berlusconi, attraverso Gianni Letta, starebbe lavorando per il voto a novembre. Secondo altri è un bluff. Lei che idea si è fatta?
«Che Berlusconi non sa neanche lui quello che vuole e gli conviene. Il suo conflitto di interessi è talmente ingombrante che gli toglie lucidità. L'unica cosa certa è che sta facendo fallire anche la riforma della legge elettorale».
Nel suo partito c'è chi, come Letta, dice che l'accordo è a un passo. Non è così?
«Mi meraviglia che ci sia qualcuno nel mio partito che sostiene una cosa del genere. Ancora non mi è chiaro di quale legge si parla e, tra l'altro, non mi risulta che si sia mai deciso in alcuna sede collegiale di assegnare il premio di maggioranza al primo partito e non alla coalizione».
Vendola sostiene che con Casini l'alleanza perde voti.
«Potremmo rovesciare il ragionamento e dire che la sinistra è in grado di rappresentare un'attrattiva anche per il centro. Bisogna mantenere un minimo di senso della storia di questo Paese: quando i moderati si sono uniti ai riformisti e ai progressisti si sono fatti passi avanti, quando si sono fatti sedurre dal populismo e dalla destra il Paese ha fatto passi indietro. Vendola è fondamentale per l'alleanza, ma deve accettare che il Pd è una forza politica che apre il centrosinistra e non si chiude nel suo recinto».
Bindi, prima Renzi, oggi i t-q, i giovani del suo partito, vi chiedono di farvi da parte sia alle elezioni sia al governo.
«Alla copia del rottamatore è sempre preferibile l'originale. Mi dispiace dirlo, ma chi pone il cambiamento in termini di età commette un errore: il cambiamento passa per le idee e se qualcuno ne ha si faccia avanti senza nascondersi dietro una strumentale questione generazionale. Altrimenti il Pd rischia di dare un grande contributo al qualunquismo imperante in questa stagione».

Ponti gioiosi tra le generazioni... E' la forza della democrazia autentica.
Lasciato da Pietro Abate il giorno 17 Settembre 2012 alle 09:27


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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