21/7/2012
Commento al post "Sui diritti civili nessuna retromarcia" lasciato da lorenzo

Alla cortese attenzione del Presidente Rosy Bindi, Le scrivo a seguito della polemica scatenatasi nei giorni scorsi sull’annoso tema dei matrimoni omosessuali, Le scrivo in particolare a seguito del suo intervento alla Festa dell’Unità di Roma; intervento che a mio modo di vedere ha evidenziato la sua buona fede e forse anche la rabbia di chi non riconosce gli sforzi fatti in passato. Le scrivo perché purtroppo questi sentimenti seppur graditi e degni di apprezzamento non bastano. Ha ragione forse quando dice “voi rimpiangerete le unioni civili, così come i vescovi rimpiangono i Dico”, ma vede non è più possibile accettare di essere tollerati, o, per iperbole, picchiati a mani nude anziché a bastonate. Di questo si tratta. L’idea che Lei propone della necessità di una mediazione, non è accettabile, forse è più lungimirante, più pratica, ma non accettabile. Se ci fosse chi chiede la pena di morte per gli omosessuali, secondo questo principio, sarebbe una conquista dare loro l’ergastolo? No, anche se questo significa essere condannati a morte. Scusi se estremizzo, ma davvero trovare una mediazione con chi pensa che sia opportuno vergognarsi, e nascondersi, dà loro un’autorevolezza che non credo meritino. Vede se ciascun matrimonio omosessuale impedisse un altro matrimonio eterosessuale, allora entreremmo nel campo della mediazione. Non si riesce ad affermare un principio di libertà e di rispetto, che non lede nessuno, pazienza, ma non voglio surrogati, e meno che mi si dica “dovresti ancora essere contento, è meglio di niente”, no è meglio niente. Per concludere, concordo con Lei sul fatto che abbiamo entrambi bisogno l’uno dell’altra, ci sono senz’altro temi su cui una persona come Lei ha una sensibilità e una conoscenza molto maggiore e migliore; può con la sua testimonianza aiutarmi a comprendere meglio le pieghe della questione, guidandomi con più fermezza, e se sbaglio spendere tempo e parole per aiutarmi a capire dove e perché sbaglio. Per questo credo che il principio sempre valido sia quello di non rinunciare al confronto, in questo senso spero voglia intendere queste mie parole, quali un contributo e non un attacco. Chi le scrive non si firma, perché purtroppo non ha ancora trovato la forza per accettare la propria natura, perché cresciuto in un contesto diciamo sfavorevole alla libertà affettiva. Io proseguirò la mia strada interiore, sperando di non essere solo in questo percorso, e so di trovare in Lei una persona capace di aprire il proprio cuore alle difficoltà altrui e ai cambiamenti, anche grandi. Grazie per l’attenzione che avrà voluto riservarmi.