
I democratici non riusciranno a dare risposte appaganti per tutti. Ma almeno hanno il coraggio di affrontare argomenti importanti, anche se politicamente scabrosi. La politica vuole riprendersi i suoi spazi? Esca allo scoperto, dimostri che si è ancora capaci di discutere, proporre, e anche dividersi, se necessario.
Il documento del Pd sul riconoscimento delle coppie di fatto, partorito da una commissione diretta dalla cattolica Bindi, cerca di mediare tra anime culturali diverse in un partito in cui convivono cattolici e laici. Sulle coppie dello stesso sesso, il documento appare più prudente e frenato da cautele di quanto non siano state le dichiarazioni del segretario Bersani. Ma non è neanche prigioniero della «scomunica» preventiva di Beppe Fioroni, che sulla questione delle unioni tra gay ha disseppellito l'ascia di guerra (ideologica) contro il segretario del partito.
Ha un senso riesumare il tema del riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso? Certo che lo ha. In tutto il mondo delle democrazie liberali questo tema è all'ordine del giorno, scavalcando schieramenti e collocazioni politiche. In Germania la «democristiana» Merkel non ha mai avuto in programma lo smantellamento delle leggi che riconoscono la convivenza tra le coppie gay. Malgrado le furiose battaglie del passato, persino nella Spagna dei Popolari non si intende provvedere alla demolizione dello zapaterismo, variante oltranzista ed estremista nella promozione dei diritti civili. In America i repubblicani non scatenano una guerra di religione contro Obama che si dice favorevole ai matrimoni gay. In Gran Bretagna è il conservatore Cameron a dirsi favorevole al riconoscimento dello Stato delle unioni omosessuali. In Italia, dopo l'incendio dei Dico, una coltre di silenzio imbarazzato è calata su questo tema, lasciandolo appannaggio di minoranze importanti ma senza la forza necessaria a imporlo nell'agenda pubblica. Oggi il Pd, e bisogna rendergliene merito, ha strappato questo velo omertoso e reticente.
Può darsi che il Pd appaia troppo timido, come pure dicono le componenti più marcatamente «laiciste» del partito. Ma un partito variegato e culturalmente ibrido, come del resto lo sono tutti i partiti di grandi dimensioni in Europa e negli Stati Uniti, non può che attestarsi su una ragionevole, dignitosa e responsabile mediazione. L'analogia può sembrare una forzatura, e in parte lo è: ma anche la legge che istituì il divorzio all'inizio degli anni Settanta fu timida e frutto di inevitabili «mediazioni», eppure per la prima volta l'Italia conobbe qualcosa di sconvolgente e rivoluzionario come il divorzio. Oggi il riconoscimento delle coppie gay può avere lo stesso valore dirompente. Il meglio è nemico del bene. Per avere la perfezione si rischia di non ottenere nulla. Una mediazione sorretta da una consapevole dignità culturale può strappare risultati decisivi anche se la lettera della proposta può lasciare perplessi e insoddisfatti.
E così anche per il tema del testamento biologico. La nettezza del «no all'eutanasia» che viene ribadita nel documento del Partito democratico può disinnescare paure e sospetti che non sono solo il frutto di pregiudizi, ma la conseguenza del potere immenso che la tecnoscienza ha conquistato sulle nostre vite e sulla stessa nostra morte. Ma una proposta ragionevole e coraggiosa che consenta ai cittadini di dire nel corso della loro vita cosciente cosa «non» vorrebbero che si facesse quando la loro vita sarà entrata nel buio dell'incoscienza senza speranza, questa proposta sarebbe una risposta giusta al totale e autoritario rifiuto della libera scelta contenuta nelle proposte avanzate in questa legislatura dalla maggioranza di centrodestra sul testamento biologico.
No all'eutanasia, ma sì alla libera scelta di come vivere, di come essere curati e di come morire quando la prosecuzione delle cure sarebbe solo accanimento: anche questa mediazione permette di uscire dall'immobilismo, dalle guerre di religione, dagli oltranzismi contrapposti. Poi certo verrà il tempo della discussione, dei cambiamenti, delle rettifiche. Ma intanto il grande silenzio si è infranto. L'allargamento dei diritti civili si riprende il centro della scena. Ci sono poche speranze che la prossima campagna elettorale assuma toni civili. Ricominciare a discutere sui temi rimossi e «sensibili» può essere un primo passo.

How To Prevent Prostate Problems And Diseases?
Lasciato da canapphettlinger@yahoo.com il giorno 14 Agosto 2018 alle 12:08How to Solve Your Erection Problems Without Drugs
Lasciato da il giorno 09 Marzo 2018 alle 21:29


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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