
Grillo? «Facile gridare "basta con Monti o fuori dall'euro". Ma noi dobbiamo costruire una alternativa per il Paese, unendo la sinistra e allargando l'alleanza al centro moderato che deve scegliere da che parte stare». E il candidato premier del Pd, assicura la presidente del partito Rosy Bindi, sarà Bersani: «Non siamo rimasti in piedi in questo tsunami per far fare le primarie a Renzi». Ma il Pd deve «riuscire a interpretare la voglia di cambiamento. Non possiamo rischiare di soccombere insieme agli altri nel voto antisistema».
Grillo è di destra o di sinistra?
«Grillo è Grillo. Capace di intercettare e organizzare, in modo preoccupante, lo scontento che c'è nel Paese. Raccoglie prevalentemente un elettorato di destra deluso, che si materializza in Italia sempre in un voto antisistema e che Berlusconi ha solo accentuato, incapace di incanalarlo in proposte credibili di governo. Franata quella parte politica, o stai a casa o voti Grillo».
Non ha pescato anche nel Pd?
«Il virus della ribellione nei confronti della politica sta contagiando tutti, quindi anche un elettorato tradizionalmente di centrosinistra. Grillo intercetta anche quello, mettendo insieme, nelle proposte, tutto e il contrario di tutto: esattamente il sentimento dominante nel Paese».
Cosa e dove ha sbagliato il Pd?
«Stando al bilancio quantitativo, le elezioni per noi sono andate bene: abbiamo vinto quasi ovunque, al nord come al sud».
Avete perso a Parma contro il grillino.
«Un dato che non ignoriamo e serve una riflessione: la sfida è riuscire a interpretare la voglia di cambiamento. Non possiamo rischiare di soccombere insieme agli altri nel voto antisistema».
Non vede il rischio '92-'93? Le amministrative che vanno bene e le politiche perse per l'arrivo di Berlusconi. Oggi avete vinto contro il Pdl, avete perso o faticato molto dove c'era una novità in campo.
«Il Pd non è più la "gioiosa macchina da guerra" di quegli anni ed è diverso, forse più preoccupante, il contesto. Ma non sottovaluto la situazione e dico che, proprio perché siamo gli unici a poter rappresentare un punto di riferimento valido, dobbiamo saper interpretare la voglia di cambiamento».
Concretamente, come?
«Intorno alla buona politica che è capacità di unire strategie alternative e sano realismo. È facile gridare "basta con Monti, usciamo dall'euro, falliscano le banche", fare proposte non praticabili o, se praticate, pericolose. Ma a noi tocca costruire una alternativa che faccia bene al Paese e in parte, purtroppo, obbligate dalla situazione».
Il Pd va bene così com'è?
«Serve un rinnovamento della classe dirigente, che deve essere politico, non semplicemente generazionale. Serve una apertura ai movimenti che, anche con qualche eresia, si affacciano sulla scena. Va sfidato con coraggio l'avversario più pericoloso, quello che dice "siete tutti uguali": bisogna dimostrare che non lo siamo, con i cambiamenti necessari ma anche rivendicando il fatto che la politica non va identificata tutta con la parabola berlusconiana che si chiude. Non è così e bisogna alzare la testa».
L'alternativa va costruita ripartendo da Idv e Sel o con i centristi?
«Il progetto perseguito da Bersani, unire la sinistra e allargare l'alleanza ai moderati di centro - che alle amministrative abbiamo praticato quasi ovunque - è la strategia nazionale. E il centro deve capire che, se vuole fare il partito della nazione, non può essere il partito degli assessori ma deve decidere da che parte stare. Non vedo alternativa, magari attraverso una legge elettorale a doppio turno, all'alleanza con noi per ricostruire il Paese».
E secondo lei Berlusconi resterà fermo a guardare che questo accada?
«Berlusconi fermo non ci sta ma penso che la sua parabola si sia esaurita».
Il candidato premier è Bersani? Renzi continua a chiedere le primarie.
«Il candidato è Bersani. Quando avremo definito il perimetro della coalizione decideremo con i nostri alleati anche sulle primarie. Renzi pensa invece alle primarie di partito ma noi le abbiamo già fatte con il congresso. E il prossimo si terrà nel 2013, dopo le elezioni politiche. Questa sua insistenza è un immiserimento della sfida che ci aspetta. Non siamo rimasti in piedi in questo tsunami per far fare le primarie a Renzi ma per costruire una alternativa credibile per l'Italia».

renzi
Lasciato da ruggero il giorno 26 Maggio 2012 alle 15:30Mario Lucini stravince a Como
Lasciato da franca anzani il giorno 23 Maggio 2012 alle 14:42


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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