
Bersani ha liquidato la questione con un certo fastidio: «In questo momento ho altro per la testa. E direi che anche il Paese ha ben altri problemi». Rosy Bindi, addirittura, non vorrebbe nemmeno parlarne: «Ma le pare che con il clima e le preoccupazioni che ci sono nel Paese noi ci mettiamo a parlare dei fatti nostri, cioè delle primarie?». Eppure l'ennesima "provocazione" messa in campo da Matteo Renzi attraverso un'intervista al "Corriere della Sera" (Bersani convochi le primarie del Pd per il prossimo autunno) meriterebbe forse un'attenzione in più: non foss'altro che perché il problema della scelta del candidato-premier prima o poi si porrà comunque...
Par di capire, presidente Bindi, che a suo avviso sarebbe meglio porlo poi, questo problema, no?
«Semplicemente non vorrei che apparissimo dei marziani, o degli irresponsabili. Siamo l'unica forza politica rimasta in piedi dopo lo tzunami del voto di domenica scorsa, e questo ci carica di una responsabilità in più. Ha idea di come si sentirebbero rassicurati tanti cittadini se noi, invece dì occuparci dello stato del Paese, ci mettessimo a discutere delle nostre faccende?».
Prima o poi dovrete farlo, però.
«Certo, e lo faremo. Ma mi sorprende che il problema venga posto oggi, in questa situazione. E in maniera, per altro, poco comprensibile».
Perché poco comprensibile, scusi.
«Perché Renzi dovrebbe conoscere le nostre regole, che non prevedono primarie di partito per la scelta del candidato-premier, visto che - per statuto - il candidato è il segretario del Pd. Ho come l'impressione che il sindaco di Firenze ci chieda, in realtà, un congresso anticipato. Se è così, presenti questa richiesta all'Assemblea nazionale e lasciamo che sia l'Assemblea a decidere. Io voterò contro».
Sembra infastidita...
«Io che ho sempre difeso le primarie e che una volta mi sono addirittura candidata? Suvvia... È che porre questa questione oggi mi pare sbagliato per diversi motivi».
Ne dica due.
«Ma anche tre, se vuole. Il primo: apprezzo le misure varate ieri dal governo. Le chiedevamo da tempo. Ma è evidente che nel Paese resta un clima di sfiducia e di tensione, e noi è di questo che dobbiamo occuparci, per riaprire una linea di dialogo con i cittadini esasperati. Il secondo: è un gioco accademico discutere del candidato premier quando non sappiamo ancora con quale coalizione ci presenteremo e soprattutto con che legge elettorale si voterà...».
E questo secondo aspetto ha un suo peso...
«Ha tanto peso che con la cosiddetta bozza-Violante - che a me non piaceva affatto e che per fortuna è stata archiviata - il solo parlare di primarie sarebbe stato un controsenso. E infine le dico il terzo motivo: noi dobbiamo varare - perché lo abbiamo promesso ai cittadini e perché è indispensabile per il Paese - quel po' di riforme di sistema ancora possibili. La legge elettorale, che noi vorremmo a doppio turno, è al primo punto dell'ordine del giorno. Anche se comincio a diventare pessimista».
Perché pessimista?
«Perché mi pare di poter dire che Berlusconi non vuole riformare nulla. Quando col poco tempo rimasto a disposizione si dice di volere - di fatto - un sistema presidenziale, significa che in realtà non si vuole fare alcuna riforma».
Teme, quindi, che si torni a votare con il "porcellum"?
Sarebbe da irresponsabili, dopo tutto il male che ci ha fatto. Alcune modifiche sono assolutamente indispensabili».
Le elenchi.
«Una soglia oltre la quale far scattare il premio di maggioranza; una soglia minima per entrare in Parlamento che sia la stessa per chi è in coalizione e per chi decide di restarne fuori; diritto di tribuna per i partiti minori; circoscrizioni più piccole oppure due preferenze, uomo e donne; elezione del Senato come per la Camera».
Non è poco, presidente.
«Non è poco, ma soprattutto non è tutto. C'è da lavorare sul finanziamento pubblico e sulla legge per i partiti. E c'è, prima di ogni altra cosa, da aiutare Monti a tenere la rotta giusta. Da qui in avanti noi del Pd ripeteremo le tre parole chiave con cui si è presentato al Paese il governo tecnico: rigore, crescita ed equità. E contemporaneamente ci prepareremo al voto...».
Cosa intende?
«Un programma per dire al Paese cosa vogliamo fare; una coalizione per realizzare quel programma; una legge elettorale bipolare che faccia emergere con nettezza il nostro essere alternativi. La fase attuale costituisce un'eccezione: noi siamo alternativi al centrodestra e al pessimo governo di Silvio Berlusconi. E siamo portatori di sensibilità e proposte a volte diverse anche rispetto a quelle realizzate o suggerite dal governo tecnico di Monti...».

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Lasciato da Dude, right on there brehtor. http://szemst.com [url=http://grebsztjeh.com]grebsztjeh[/url] [link=http://hqhnjvgonu.com]hqhnjvgonu[/link] il giorno 13 Agosto 2014 alle 21:13


Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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