«I sacrifici chiesti dal governo Monti sono pesanti, ma sulle pensioni abbiamo già trovato un accordo: fino a 1.400 euro al mese scatterà la rivalutazione, lo scalone dell’anzianità diventerà più graduale e verranno salvaguardati i diritti dei precoci: chi oggi ha 55 anni e ha iniziato a lavorare a 14 non può restare per un altro decennio. Il vero orizzonte deve essere l’Europa: se non diamo reali poteri alla Bce con l’introduzione degli eurobond l’Italia sarà vittima della speculazione finanziaria più selvaggia e in poche ore l’oscillazione dello spread divorerà le nostre manovre lacrime e sangue». Margherita Miotto, relatrice del Pd nella XII commissione Affari Sociali, esprime un giudizio molto articolato sul decreto Salva Italia e oggi depositerà gli emendamenti.

Onorevole Miotto, perché Monti ha dovuto «fare cassa» in maniera così pesante?
«C’era il rischio di finire in default, come la Grecia, e assestare un colpo fatale all’euro. Pericolo scongiurato. Bisogna però fare un passo indietro per spiegare le cifre: Tremonti aveva previsto con la legge delega fiscale e assistenziale, tagli per 20 miliardi nella sanità, nelle pensioni di reversibilità e negli assegni per gli invalidi civili, un colpo da ko ai più deboli. Nel decreto del governo Berlusconi erano previste anche drastiche sforbiciate alle detrazioni fiscali nelle buste paga dei lavoratori dipendenti. Monti invece ha sterilizzato queste misure nefaste con l’aumento di due punti dell’Iva da settembre 2012 e aperto la porta alle liberalizzazioni, a partire dai farmaci di fascia C che potranno essere acquistati non più solo in farmacia. Poi ha messo mano alle pensioni, come ci chiede l’Europa».

E abbiamo visto le reazioni: Cgil Cisl e Uil hanno proclamo lo sciopero generale.
«Si tratta oggettivamente di un passaggio violento e la reazione dei sindacati è legittima. Dover prolungare di 5-6 anni il periodo di lavoro è un sacrificio pesantissimo, soprattutto per le infermiere e gli operai, ma l’introduzione del regime contributivo non si può discutere. Il Pd ha già concordato alcune modifiche che salveranno le pensioni più basse: la rivalutazione all’inflazione coprirà gli assegni fino a 1.400 euro il mese. Poi non verranno toccati i diritti maturati di chi era in procinto di lasciare il lavoro perché aveva maturato i 41 anni previsti dallo scalone Maroni. Noi confidiamo che Monti tenga fede agli impegni e salvaguardi gli equilibri di cassa, ma più che alla manovra dobbiamo stare con un occhio e un orecchio legati al vertice Ue di Bruxelles. Anche ieri la speculazione finanziaria ha messo in ginocchio le borse e lo spread è tornato a salire oltre i 440 punti».

I governi dimostrano di essere impotenti e di subire la speculazione dei mercati: come mai?
«La speculazione in due giorni ha bruciato gli effetti virtuosi di mezza manovra del governo: ciò è intollerabile. Ci vuole un paracadute, in grado di sterilizzare gli effetti devastanti dello spread sul debito pubblico. E il paracadute si chiama Bce-eurobond. Mario Draghi ha ridotto dello 0,25% il costo del denaro ma ciò non ha rassicurato i mercati. Bisogna fare un passo avanti».

La Germania non vuol sentire parlare di eurobond...
«Angela Merkel ha tradito la visione europea di Kohl e scelto la Francia come partner per imporre il suo diktat: da questa crisi si esce solo se riformiamo i trattati non per avallare il direttorio franco-tedesco ma per costruire gli Stati Uniti d’Europa. L’orizzonte deve essere unico per tutti: stesse politiche fiscali, stessi vincoli per il debito pubblico con un vero ministro dell’Economia della Ue che risponde alla Bce. Purtroppo Berlusconi non ha mai creduto nella vera integrazione, ma non esistono strade alternative e Monti rappresenta una vera garanzia per il rispetto degli impegni. Oggi per contenere il debito pubblico ogni Paese adotta misure autonome e spesso in competizione e ciò aumenta i disequilibri».

In attesa del nuovo trattato Ue, non ci resta che piangere e tirare la cinghia?
«La manovra di Monti non è solo tasse: per il 30% prevede risorse destinate alla crescita, con forti agevolazioni fiscali alle imprese che assumono giovani e donne. Poi ci sono le liberalizzazioni: per tappare il buco lasciato da Tremonti con la delega fiscale, hanno dovuto fare cassa con l’Ici-Imu e le pensioni. L’altro giorno, il ministro del Welfare Fornero nell’audizione in commissione ha annunciato provvedimenti immediati per la riforma del lavoro: vuole introdotto un paracadute sociale per chi temporaneamente è in mobilità. La Cig non basta più e ai disoccupati l’Italia deve dare le stesse tutele previste in Europa».

Onorevole Miotto, il Pd è diviso: voterete la manovra?
«Certo, la voteremo con le modifiche alle pensioni».

• 1E9F1PdlijxP
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