7/10/2011«Credo davvero che stia per finire l'agonia». Moderatamente ottimista la presidente Pd Rosy Bindi, al netto di un'altra vorticosa giornata politica per la maggioranza, con l'ennesimo vertice a Palazzo Grazioli, gli avvertimenti a mezzo stampa della Lega e le fibrillazioni parlamentari.
Bindi, crede davvero che stia finendo l'agonia? Lo dite da mesi ma poi nulla cambia.
«Guardiamo come stanno le cose: c'è stato un ulteriore slittamento del decreto sviluppo, un rinvio alla prossima settimana del voto sul decreto intercettazioni e le scintille con Tremonti sono all'ordine del giorno».
Sarà sul Dl intercettazioni o sulla nomina Bankitalia che rischiano di più?
«Ormai litigano apertamente su tutto, su nomi e cognomi, ma credo che sul decreto intercettazioni rischiano, soprattutto perché ci sarà il voto segreto, così come lo scontro in atto su Bankitalia è non solo indecente ma pericoloso perché vi partecipa la Lega. La spaccatura tra il presidente del Consiglio e il suo ministro dell'Economia è evidente e addirittura ben lontana da una possibile ricomposizione».
Bindi, Berlusconi ha detto che chiamerebbe il suo partito «Forza gnocca» perché Pdl non è entrato nel cuore degli italiani. Un leghista ha insultato una deputata Pd che Il criticava per questa frase dicendole «fatti scopare». Siamo in discesa libera verso l'abbrutimento?
«Berlusconi ha annunciato questo nome per il suo partito, ma gli chiedo: che cosa è stato se non quello fino ad oggi? Di fatto ha praticato esattamente quella forma-partito a cui ha fatto riferimento scherzando. Quanto alla frase pronunciata dal parlamentare leghista verso la collega Codurelli, a cui esprimo tutta la mia solidarietà, posso soltanto dire che è inqualificabile e degna di un alleato di questo presidente del Consiglio. La ferita con la quale continuano a sfregiare l'Italia è la stessa con cui sfregiano la dignità delle donne e il loro corpo. È un attacco costante al Paese e alle donne con battute che in realtà sono l'espressione più autentica della loro cultura».
In un panorama così l'opposizione dovrebbe essere forte e compatta. Invece nel Pd, che ne rappresenta la parte più consistente, vi muovete sempre in acque a dir poco agitate. Partiamo dalla premiership: siete sicuri che la base stia capendo la guerra sotterranea che è in corso?
«In questo momento i giochetti in corso sono tanti, compresi quelli di chi nella segreteria organizza incontri generazionali. Ci vorrebbe maggiore serietà da parte di tutti perché mi sembra evidente che un partito di opposizione non può avere dubbi sul messaggio da dare al Paese e cioè che le alternative si affermano con le elezioni e con un candidato premier. Bersani l'ha detto nei giorni scorsi, "se il problema sono io ditelo". Se qualcuno lo pensa abbia il coraggio di dirlo e porre la questione aprendo un confronto onesto. Ma io non credo proprio che questo sia il tema che debba tenere banco in un partito che ha davvero a cuore il bene del Paese. La richiesta di dibattito e confronto in un partito come il nostro va sempre bene, ma non può generare conflitto».
Avete discusso "animatamente" e non pacatamente anche su elezioni subito o governo di transizione.
«Ripeto, le elezioni sono la via maestra per una vera alternativa di fronte alla incapacità di questo governo di affrontare la crisi che investe il Paese. Ma la nostra proposta, già il 14 dicembre e poi durante il voto delle due manovre, era quella di dare al Paese una fase di responsabilità nazionale, come sembra aver invocato oggi anche il presidente Napolitano. Ma affinché questo avvenga si devono verificare due circostanze: la prima è che Berlusconi si dimetta o cada in Parlamento e la seconda è che permetta al Pdl di sostenere un nuovo governo insieme alle forze di opposizione perché di tutto abbiamo bisogno tranne che di un ribaltone».
Altra questione su cui vi siete spaccati è la lettera Bce. Va assunta come il Verbo o qualche critica è legittima. Insomma, come la deve valutare un partito riformista come il vostro?
«Il vero punto mi sembra un altro: questo governo ha portato l'Italia a subire indicazioni di una banca, seppur la Banca centrale europea. Questa è la critica vera che dobbiamo fare, non contestare che qualcuno l'abbia scritta. Il nostro governo si fa dettare la linea da una banca e l'Europa dei governi di destra è talmente assente da doverne subire la supplenza. Detto questo, è evidente che il suo contenuto per quanto riguarda la nostra cultura politica contiene delle indicazioni che non possiamo che recepire, ma c'è modo e modo di farlo. Se fossimo stati noi al governo non avremmo sicuramente formulato l'articolo 8 della manovra, visto il riferimento all'accordo di luglio contenuto nella lettera. Né avremmo deciso interventi sulle pensioni per fare cassa: avremmo fatto una vera riforma pensando anche al futuro dei nostri giovani. In quella lettera però manca qualcosa: la lotta all'evasione e la patrimoniale. Noi le avremmo introdotte per destinare i proventi alla crescita, il governo di destra non lo ha fatto. Credo, quindi, che sia sbagliato assumere quella lettera come il Vangelo ma anche respingerla totalmente: davanti ad un documento di quel tipo bisogna esircitare la nostra responsabilità politica».
C'è chi vede nella partecipazione di Franceschini e Letta all'Assemblea di Modem un inizio di riposizionamento interno. Si tratta solo di illazioni secondo lei o qualcosa si sta muovendo nel Pd?
«Io non mi preoccupo e non ci vedo nulla di strano quando i dirigenti si confrontano nelle sedi le più diverse, ma deve essere chiaro che poi le scelte politiche si fanno negli organi di partito».
Una nuova cultura politica e sistema economico
Lasciato da Matteo Starace il giorno 07 Ottobre 2011 alle 12:51
Era compito della Commissione Antimafia fare l'elenco degli "sconsigliati" alla candidatura? Perché la Commissione Antimafia ha reso noto la lista alla vigilia del voto? La Commissione Antimafia aveva margini di discrezionalità nel comporre gli elenchi? Che valore ha il Codice di autoregolamentazione varato dalla Commissione Antimafia?
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